Validazione dei DPI: da Assosistema un vademecum per le imprese, ne parliamo con L.Florindi (Centro Studi)

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Assosistema ha realizzato in collaborazione con Confindustria, un utile Vademecum dal titolo “Dispositivi di protezione individuale: come verificare la loro conformità”, allo scopo di supportare le aziende in fase di valutazione delle forniture di mascherine, durante l’approvvigionamento o l’importazione dei dispositivi di protezione individuale.
Uno strumento che potrebbe anche agevolare le pratiche di validazione, attualmente in deroga assegnata a INAIL.
Ne parliamo con Lorenzo Florindi (Centro Studi Assosistema) che ha realizzato il Documento per capire quali ragioni hanno portato al Documento e quali semplificazioni potrebbe portare alle imprese interessate alla procedura di validazione.

Quali sono le motivazioni di partenza che vi hanno spinto a redigere questo Documento?
Per Assosistema Confindustria la realizzazione di eventi, seminari e materiale informativo volto a promuovere e diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro è da sempre uno dei nostri impegni primari. Con l’attuale emergenza legata al COVID-19 siamo stati chiamati in più occasioni ad esprimere valutazioni puntuali sulla validità di determinate certificazioni o sulla presunta conformità dei dispositivi di protezione. I motivi di tanta incertezza sono perlopiù da rintracciare nel fatto che sul mercato sono presenti diversi prodotti che presentano certificati non validi (in alcuni casi del tutto contraffatti). Inoltre, le disposizioni governative messe in atto dal governo per contenere il contagio che hanno previsto l’adozione di dispositivi di protezione anche per quelle aziende che in condizioni ordinarie, non avendo propri operatori esposti a rischi specifici, non sono particolarmente avvezze al mondo dei DPI e non conoscono appieno la materia e la relativa normativa. L’unione di questi due elementi ha contribuito a generare grande confusione nel mercato e ad alimentare il timore di poter incappare in prodotti non conformi, quindi non sicuri. In questo contesto, il vademecum si configura, dunque, come uno strumento in grado di fornire al lettore un rapido excursus normativo sul mondo dei DPI, offrendogli degli input pratici sul come verificare la rispondenza di un prodotto ai requisiti di salute e sicurezza, sulla base di un’analisi documentale.

Utilizzando il Vademecum si avrà un risparmio di tempo sulle procedure o ulteriori garanzie?
Lo scopo principale del vademecum è quello di fornire un quadro quanto più dettagliato possibile delle varie documentazioni che il lettore può trovarsi davanti nel dover valutare l’adeguatezza di un dispositivo di protezione individuale. Nel fotografare in maniera esaustiva l’attuale situazione del mercato dei DPI, decisamente modificato dallo stato di emergenza, non poteva non essere trattata la casistica dei prodotti validati in deroga. Nel vademecum non ci si limita a mostrare quali documenti deve presentare a corredo un prodotto validato da INAIL, ma, nel voler mettersi nei panni di un distributore o di un’azienda che vuole procedere con la richiesta di validazione in deroga, vengono riportate anche informazioni ed esempi su come verificare la genuinità e la completezza dei test report. In tal senso, un controllo a priori da parte dell’azienda che vuole procedere con la validazione, potrebbe avere come risultato un alleggerimento del carico di lavoro dell’Istituto ed un conseguente risparmio di tempo nelle procedure, soprattutto se si tiene conto che le pratiche valutate positivamente da INAIL rappresentano solo il 5% sul totale di domande presentate.

Guidateci all’interno del Vademecum: quali sono i principali contenuti di cui si compone?
Nella prima parte viene fornita una panoramica sulla normativa europea dei DPI (il Regolamento UE 2016/425) e vengono descritte le procedure di valutazione di conformità che devono superare i dispositivi di protezione individuale per essere rispondenti ai requisiti di legge. A seguire vengono mostrati i certificati che attestano l’esito positivo dei controlli effettuati sul prodotto e viene fornita una guida esaustiva sul come verificare che sia tutto in regola. Si passa, quindi, ad esaminare la casistica dei prodotti validati in deroga da INAIL, con un rapido excursus sulla documentazione che rilascia l’Istituto a valle dell’esito positivo della richiesta, cui fanno seguito indicazioni sul contenuto minimo che dovrebbero possedere i documenti tecnici che accompagnano il prodotto quando si inoltra la richiesta di deroga. Infine nell’ultimo capitolo, vengono illustrati marcatura e certificati che presentano i dispositivi di protezione certificati secondo la Raccomandazione (UE) 2020/40, una casistica di prodotti non molto preponderante del mercato italiano ma nella quale un’azienda potrebbe imbattersi.

Quali sono i punti più critici della valutazione della conformità, trattati dal Vademecum, che un’azienda dovrebbe considerare con maggiore attenzione durante la valutazione della conformità?
In questi ultimi mesi, abbiamo riscontrato molti casi di prodotti non conformi. Per alcuni era sufficiente dare un’occhiata alla marcatura CE per capire che c’era qualcosa di sospetto. Quasi tutti i dispositivi utili contro il COVID-19, infatti, sono DPI di Categoria III, per cui la marcatura CE deve essere seguita dall’identificativo dell’Organismo Notificato che ne ha valutato la conformità. Questa caratteristica non si riscontra, ad esempio, in molti facciali filtranti reperibili sul mercato. Sono davvero molti i casi, inoltre, di “certificati CE”, “certificate of compliance”, “certificate of conformity” utilizzati come presunti attestati a garanzia della qualità del prodotto, ma rilasciati, di fatto, da organizzazioni non preposte a valutare l’idoneità di un DPI. Una grande percentuale di prodotti irregolari può essere individuata, facilmente, verificando se l’Ente che ha rilasciato i certificati abbia le dovute autorizzazioni. Per questo nel vademecum, vengono fornite tutte le indicazioni utili per poter muoversi e navigare all’interno del database della Commissione Europea NANDO, all’interno del quale sono raccolti tutti gli Organismi europei accreditati. Per i DPI validati in deroga da INAIL il controllo è più semplice, dato che in questo caso fa fede una lettera firmata dall’Istituto nella quale viene comunicato l’esito positivo della valutazione. È possibile (e doveroso) poi confrontare le informazioni contenute nel verdetto della validazione con l’elenco esaustivo dei dispositivi validati, liberamente consultabile sul sito dell’Istituto.

Una volta validato il DPI, quali sono gli ulteriori aspetti che un’azienda non deve dimenticare di verificare?
Anche il dispositivo di protezione meglio realizzato e affidabile perde di molto la sua efficacia se maneggiato in modo scorretto o indossato nella maniera errata. Non basta, quindi, che il prodotto sia conforme e certificato correttamente, ma è necessario che venga gestito in maniera opportuna. Bisogna seguire attentamente le istruzioni d’uso fornite dal fabbricante che contengono al loro interno le modalità di manutenzione del DPI, nonché le indicazioni per il suo corretto vestimento e per maneggiarlo adeguatamente. Negli ultimi mesi, abbiamo spesso assistito a dispositivi indossati nelle maniere più creative e a molti rimedi fai-da-te applicati nel tentativo di sanificare ed igienizzare i propri prodotti favorendone il riutilizzo. È bene ribadire l’importanza di osservare quanto indicato nelle note informative dai produttori e sottolineare che un uso improprio di un dispositivo di protezione individuale, rischia di invalidare le sue caratteristiche prestazionali e protettive, rendendo in alcuni casi inutile il suo utilizzo.

Ringraziamo Lorenzo Florindi per la disponibilità a rispondere alle nostre domande e auguriamo buon lavoro a tutto il team di Assosistema!

Chi è Assosistema?
ASSOSISTEMA rappresenta le imprese di produzione, distribuzione, manutenzione dei dispositivi di protezione individuali e collettivi e di servizi di sanificazione e sterilizzazione dei dispositivi tessili e medici utilizzati in ospedali, case di cura, cliniche private, hotel, ristoranti, industrie e ambienti confinati.

Socio diretto di Confindustria, ASSOSISTEMA a livello europeo, aderisce all’ETSA (European Textile Services Association) e all’ESF (European Safety Federation).
ASSOSISTEMA rappresenta la totalità delle aziende di medie e grandi dimensioni, circa il 63% della forza lavoro e la gran parte del fatturato di un settore che in Italia vale circa 4,2 miliardi di euro.

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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