Legge Europea 2015 e Terre e rocce da scavo nell’ultimo Consiglio dei Ministri

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Nell’ultimo Consiglio dei Ministri, n.100 del 15 gennaio scorso, il Governo ha approvato in esame definitivo, il disegno di legge sulla Legge Europea 2015 (Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea) e un provvedimento specifico in materia di Terre e rocce da scavo.

La Legge europea 2015
Il provvedimento si compone di 22 articoli ed è volto a chiudere 2 procedure di infrazione, 9 casi EU Pilot e una procedura di cooperazione in materia di aiuti di Stato, oltre a prevedere una razionalizzazione delle procedure di notifica in Commissione europea delle misure con cui le amministrazioni intendono concedere aiuti di Stato.
Per quanto riguarda la materia ambientale, per l’energia il provvedimento cerca di risolvere la procedura di infrazione 2014/2286 (Non corretto recepimento della direttiva 2009/72/CE e della direttiva 2009/73/CE (terzo pacchetto energia – vedi l’elenco di tutte le procedure ancora aperte), prevedendo che i soggetti che realizzano linee di interconnessione con altri Stati membri possano essere certificati quali gestori della linea stessa.

Terre e rocce da scavo
Il Governo ha approvato in secondo esame preliminare il decreto del Presidente della Repubblica che semplifica la disciplina di gestione delle terre e rocce da scavo.
Il provvedimento, come già riportammo assorbe in un testo unico tutte le disposizioni oggi vigenti per quanto riguarda la gestione e l’utilizzo delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti, il deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo qualificate come rifiuti e la loro gestione nei siti oggetto di bonifica.
Del provvedimento avevamo già parlato nel novembre scorso quando il testo passò l’esame preliminare
Rispetto al primo esame preliminare, il testo è stato ulteriormente integrato e modificato, spiega il governo, sia a seguito della consultazione pubblica rivolta a cittadini, associazioni e stakeholders del settore – che dal 19 novembre al 19 dicembre scorso hanno potuto presentare sul sito del ministero dell’Ambiente osservazioni e proposte di modifica – sia sulla base del parere espresso dalla Conferenza Unificata.
Ne è derivato un testo che secondo il Governo è maggiormente chiaro, semplice, completo e coerente con la disciplina di riferimento sia a livello nazionale che europeo, tanto più che con esso l’Italia dovrebbe recepire le richieste formali della Commissione europea in materia onde evitare che l’Eu-Pilot 5554/13/ENVI aperto nei suoi confronti evolva in una procedura d’infrazione.

Tra le principali novità introdotte anche a seguito della consultazione pubblica:
l’allineamento della normativa italiana a quella europea e un più stretto raccordo, proprio in termini normativi, con le procedure di valutazione di impatto ambientale;
la semplificazione delle procedure e la fissazione di termini certi per concludere le stesse, anche prevedendo meccanismi in grado di superare eventuali situazioni di inerzia da parte degli Uffici pubblici. In questo modo si evitano i lunghi tempi di attesa cui erano costretti i soggetti che operano nel settore delle terre e rocce da scavo, obbligati, finora, ad attendere la preventiva approvazione del piano di utilizzo delle terre e rocce da parte delle autorità competenti;
• una stretta interazione tra i soggetti che operano nel settore delle terre e rocce da scavo e le strutture deputate ai controlli, prevedendo che, fin dalla fase di predisposizione del piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo, i primi possano interagire con le Agenzie regionali e provinciali di protezione ambientale per le preliminari verifiche istruttorie e tecniche, anticipando lo svolgimento dei controlli previsti per legge;
procedure più veloci per attestare che le terre e rocce da scavo soddisfano i requisiti stabiliti dalle norme europee e nazionali per essere qualificate come sottoprodotti e non come rifiuti;
• il rafforzamento del sistema dei controlli e una disciplina più dettagliata ed efficace per il deposito intermedio delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti;
tempi certi in cui ARPA e APPA svolgano le attività di analisi.

Redazione InSic

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