Amianto: bonifica, rimozione e smaltimento

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L’amianto è una sostanza altamente pericolosa e cancerogena, che è ancora presente in numerosi edifici ed è responsabile di molte morti che potrebbero essere evitate. Dal 1994 in Italia non vengono più prodotti e commercializzati materiali contenenti questo materiale.

La maggior parte dei Materiali Contenenti Amianto (MCA) è attualmente presente nel patrimonio immobiliare. Si tratta di quantitativi spaventosi che richiedono ingenti risorse economiche, tempi compatibili con una rimozione in sicurezza per gli addetti impegnati, trasporti e smaltimenti in discariche apposite o l’avvio a processi di inertizzazione costosi.

In questo articolo esaminiamo gli aspetti principali che riguardano la gestione dell’amianto: bonifica, rimozione e smaltimento.

Che cos’è l’amianto

Con il termine amianto si definiscono una serie di varietà fibrose di minerali presenti in natura ed ampiamente utilizzati in una moltitudine di processi e prodotti industriali, diffusamente nel passato ma ancora oggi in varie parti del pianeta.

Questo materiale ha caratteristiche estremamente interessanti per l’industria. Le fibre possono essere filate e prodotte in fiocco, sono resistenti alle temperature elevate, all’azione di agenti chimici e all’azione meccanica oltre ad essere un ottimo fonoassorbente. Usate per realizzare migliaia di prodotti di uso industriale e civile, le fibre di amianto sono reperibili relativamente a basso costo, fatto che ne ha favorito un’ampissima diffusione.

A fronte di questi aspetti, i minerali di amianto hanno la caratteristica di sfaldarsi e di ridursi in fibre molto sottili che si disperdono nell’aria e possono essere inalate.

Dove si trova l’amianto

L’amianto è stato ampiamente impiegato in passato (anche come isolante termico) nella costruzione di edifici e come componente di materiali da costruzione, macchine, freni e frizioni dei veicoli e dei prodotti di consumo; veniva anche impiegato per la fabbricazione di tessuti ignifughi (per esempio le tute dei vigili del fuoco). Inoltre, fino agli anni ‘60 del 900 è stato presente in alcuni farmaci, come per esempio una polvere contro la sudorazione dei piedi e una pasta per le otturazioni dentarie. In particolare, in Italia l’uso più massiccio si è avuto nel settore edilizio, soprattutto nel periodo 1965-1983 come cemento-amianto (eternit).

Dal 1994 in Italia non vengono più prodotti e commercializzati materiali contenenti amianto.

Quali sono i rischi di esposizione all’amianto

I suoi effetti nocivi sono stati messi in luce da studi epidemiologici e da una serie di accertamenti, i primi dei quali risalgono all’inizio del secolo scorso. Il percorso di accertamento degli effetti dell’amianto sulla salute umana è stato complicato dal fatto che gli effetti si manifestano a distanza di tempo dall’esposizione.

I rischi per la salute sono rappresentati dalla possibilità di contrarre:

  • Asbestosi
  • Mesotelioma pleurico-peritonale
  • Carcinoma polmonare
  • Altre neoplasie
  • Placche pleuriche

Materiali contenenti amianto: classificazione

I MCA sono suddivisi, dalle norme applicabili, in due categorie:

  • Friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale
  • Compatti: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici.

Bonifica Amianto

Le operazioni di rimozione dell’amianto devono essere commissionate a ditte specializzate iscritte alla specifica sezione dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali di cui all’art. 212 comma 8 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152. In particolare devono essere iscritte alle categorie 10 A e/o 10 B ed avere i requisiti tecnici e finanziari di cuial DM 120/2014 (vedi Tabella).

Oltre a questa classificazione le aziende sono ulteriormente suddivise in “classi” in funzione dei requisiti di idoneità tecnica e finanziaria che ne definiscono il tetto dell’importo dei lavori cantierabili.

Le ditte che posseggono la categoria 10 A sono autorizzate alla bonifica dei soli beni contenenti amianto legati ad una matrice cementizia o resinoide quindi per quei materiali che sono in fase di valutazione del rischio sono stati definiti compatti. Mentre i possessori della categoria 10 B possono svolgere la bonifica di tutti i MCA sia compatti sia friabili.

L’elenco delle imprese iscritte all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali con il dettaglio delle attività per cui sono autorizzate è consultabile sul sito dell’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali nell’elenco iscritti.

Amianto: i metodi di bonifica

Con il termine “bonifica” la normativa italiana non prevede necessariamente la rimozione dei materiali; Infatti il DM 06/09/94, decreto applicativo che detta le regole in caso di presenza dell’amianto all’interno degli edifici, stabilisce con il termine “bonifica” tre diversi approcci: incapsulamento, confinamento e rimozione.

Incapsulamento

L’incapsulamento è la messa in sicurezza dei manufatti attraverso l’applicazione di vernici a base vinilica e prodotti analoghi. Il trattamento con prodotti penetranti e ricoprenti ha il compito di tenere inglobate le fibre di amianto ripristinando l’aderenza delle fibre al supporto, costituendo una pellicola protettiva

Confinamento

Il confinamento è la messa in sicurezza più efficace perché l’installazione di una barriera stagna e resistente preserva i materiali da eventuali urti. Solitamente è associata a pre-interventi di incapsulamento per evitare chela dispersione di fibre possa continuare all’interno del confinamento.

Rimozione

La rimozione è l’attività di bonifica più diffusa poiché elimina completamente il problema e on sarà quindi necessario mettere in piedi un programma di controllo e manutenzione. Comporta un maggior impegno economico rispetto alle altre attività di bonifica. Implica rischi elevati per gli operatori addetti alla bonifica. Necessita quindi del Piano di Lavoro che ne limita e gestisce i rischi.

Bonifica: le figure coinvolte

Le principali figure coinvolte nella gestione della bonifica e che devono essere necessariamente presenti all’interno dello staff di un’impresa che opera nel campo delle bonifiche amianto sono:

  • Il responsabile tecnico
  • Il coordinatore delle bonifiche
  • Gli addetti alle attività di bonifica

Smaltimento amianto: la gestione dei rifiuti

La seconda Conferenza Nazionale Amianto (Venezia, 22-24 novembre 2012) ha dato l’avvio ai lavori di definizione di un “Piano Nazionale Amianto”; il documento, finalizzato a fornire le linee di intervento per un’azione coordinata per la gestione delle problematiche legate all’amianto, si sviluppa su tre macro aree:

  • tutela della salute,
  • tutela ambientale,
  • sicurezza del lavoro,
  • tutela previdenziale.

Il MITE, nel fare il punto sullo stato di attuazione e le prospettive del Piano, evidenzia come lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto sia sempre più problematico per la “drammatica carenza di siti di smaltimento sul territorio nazionale”. Il Ministero individua quindi due azioni da perseguire con priorità:

  • la promozione della ricerca e la sperimentazione di metodi alternativi allo smaltimento in discarica;
  • il superamento delle lacune della pianificazione regionale e le difficoltà che a livello territoriale e nazionale ostacolano o rallentano la realizzazione di impianti di smaltimento o recupero di rifiuti.

Smaltimento amianto: la classificazione dei rifiuti

In Italia tutti i rifiuti contenenti amianto (RCA) sono classificati come rifiuti pericolosi. Ad ogni tipologia è stato assegnato un codice. Si tratta del codice (codice CER – Catalogo Europeo dei Rifiuti detto anche EER – Elenco Europeo dei Rifiuti).

I rifiuti contenenti amianto provenienti da attività di bonifica sono indicati con il codice iniziale 17 (rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizioni) e sono raggruppati in due principali tipologie:

  • i materiali isolanti: i MCA in matrice friabile;
  • i materiali da costruzione: i MCA in matrice friabile.

Gli indumenti protettivi, i DPI contaminati perché usati durante le operazione di bonifica devono essere smaltiti assieme ma con un codice CER diverso.

Secondo la normativa italiana il produttore del rifiuto, che diventa responsabile del suo corretto smaltimento in discarica, è l’impresa di bonifica da cui si produce il rifiuto e non il proprietario dell’edificio o del bene bonificato.

Rifiuti contenenti amianto: smaltimento in discarica

In Italia, anche se tutti i Rifiuti Contenenti Amianto (RCA), sono considerati pericolosi, è permesso lo smaltimento di RCA in matrice compatta provenienti da bonifiche in discariche per rifiuti non pericolosi che abbiano una cella mono-dedicata a questi materiali. In tutte le discariche autorizzate devono essere garantite modalità che impediscano il rilascio di fibre in aria, con percorsi per i mezzi di trasporto per il conferimento che non vadano a rompere o lacerare gli imballaggi e con la ricopertura quotidiana dei RCA con terreno di almeno 20 cm di spessore.

Rimozione amianto: incentivi

Il sostegno economico a livello nazionale Privati cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni locali possono usufruire di finanziamenti e altre forme di sostegno economico finalizzate a incentivare la rimozione dei manufatti contenenti questo materiale. Tra questi ricordiamo:

Decreto n. 486/2019 del 13 dicembre 2019

Progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni pubblici contaminati da amianto, da finanziare attraverso gli enti locali.

Bandi ISI INAIL

Questi prevedono la possibilità per le imprese di ottenere un finanziamento in conto capitale a fondo che nella forma attuale può giungere fino al 65% dell’importo di progetto nel limite massimo di 135.000 euro. I progetti di bonifica da MCA sono finanziabili mediante i bandi ISI fin dal 2010, dapprima nell’ambito dei “progetti di investimento”, poi, a partire dal bando 2015, attraverso un asse di finanziamento con risorse economiche dedicate.

Amianto e salute pubblica: la Commissione Europea

Per proteggere le persone dall’esposizione e prevenire i rischi per le generazioni future, la Commissione ha definito un approccio globale alla salute pubblica. Tra le varie finalità di protezione dei lavoratori e di assistenza alle vittime di malattie asbesto correlate, c’è quella di Garantire lo smaltimento sicuro e zero inquinamento.

Per questa finalità la Commissione:

  • rivede il protocollo UE sulla gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione e le linee guida per gli audit dei rifiuti prima dei lavori di demolizione e ristrutturazione degli edifici;
  • avvia uno studio per identificare pratiche di gestione dei rifiuti di amianto e le nuove tecnologie di trattamento.

L’UE ha messo a disposizione ingenti finanziamenti per sostenere gli stati membri nella prevenzione sanitaria, nel trattamento, ristrutturazioni e rimozione sicura attraverso il Recovery and Resilience Facility, il European Social Fund Plus e l’European Regional Development Fund

La normativa in Italia

Per quanto riguarda la normativa in vigore, in Italia le principali leggi di riferimento in materia di amianto sono le seguenti:

  • legge 27 marzo 1992, n. 257 – Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto;
  • DM 06 settembre 1994, “Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art. 6, comma 3, e dell’art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n.257, relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto”
  • decreto legislativo 81/2008 al CAPO III – PROTEZIONE DAI RISCHI CONNESSI ALL’ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO;
  • d.lgs. 17 marzo 1995, n. 114, per quanto concerne l’inquinamento ambientale;
  • d.lgs. 36/2003, attuazione della direttiva 1999/31/ CE relativa alle discariche di rifiuti;
  • art. 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93 sul censimento dell’amianto e interventi di bonifica;
  • D.M. Ambiente 18 marzo 2003, n. 101, in applicazione dell’art. 20 l. 93/2001, definisce i soggetti, gli strumenti e le fasi per la realizzazione della mappatura dei siti contaminati e la realizzazione degli interventi di bonifica di particolare urgenza.
  • Ai fini della mappatura è stata predisposta da INAIL, su apposita convenzione con il MITE, una Banca Dati Amianto.
  • Nonostante l’enorme mole di provvedimenti di legge, alcuni aspetti rimangono non disciplinati o di incerta interpretazione. Da qui il tentativo condotto dalle ultime tre legislature di pubblicare un “testo unico amianto” che riordinasse la materia. Tentativo che ad oggi non ha portato risultati concreti se non un certo numero di proposte di legge agli atti del Parlamento.

Esposizione all’amianto: una proposta dalla Commissione Europea

La Commissione Europea il 22 settembre 2022 ha presentato una proposta di direttiva che suggerisce un approccio globale, finalizzato a proteggere meglio le persone e l’ambiente dall’amianto e garantire un futuro senza amianto. Il 16 novembre 2022 la Commissione UE ha dato il via a un’ampia consultazione delle parti interessate, relativa al controllo e alla realizzazione di un registro per la presenza dell’amianto negli edifici.

European Commission, Proposal for a DIRECTIVE OF THE EUROPEAN PARLIAMENT AND OF THE COUNCIL amending Directive 2009/148/EC on the protection of workers from the risks related to exposure to asbestos at work. Brussels, 22/09/2022.

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