Bonifiche siti inquinati,i dati di Legambiente

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Legambiente torna a parlare di bonifiche snocciolando i dati emersi dal dossier “Bonifiche dei siti inquinati: chimera o realtà?” presentato da Legambiente nei giorni scorsi.


I dati delle bonifiche

Sono 100 mila gli ettari di Siti di interesse nazionale(SIN) che sono contaminati e andrebbero bonificati: intorno al business delle bonifiche oltre ai 30 miliardi di euro fra soldi pubblici e privati, con risultati però inesistenti.
È la dura critica di Legambiente all’Italia, che va a rilento in materia di bonifiche: dal 2001 al 2012 sono stati messi in campo 3,6 miliardi di euro di investimenti. Solo in 11 SIN su39 è stato presentato il 100% dei piani di caratterizzazione previsti e solo in 3 SIN è stato approvato il 100% dei progetti di bonifica previsti e solo 254 sono i progetti di bonifica di suoli o falde che hanno ottenuto il decreto di approvazione, su migliaia di elaborati presentati.
Nel dossier di Legambiente“Bonifiche dei siti inquinati: chimera o realtà?” rientra anche il progetto Sentieri che, in 44 SIN riscontra un eccessodi tumori della pleura nei SIN con l’amianto (Balangero, Casale Monferrato, Broni, Bari-Fibronit e Biancavilla) o dove l’amianto è uno degli inquinanti presenti (Pitelli, Massa Carrara, Priolo e Litorale Vesuviano), oltre agli incrementi di mortalità per tumore o per malattie legate all’apparato respiratorio per le emissioni degli impianti petroliferi, petrolchimici, siderurgici e metallurgici (Gela, Porto Torres, Taranto e nel Sulcis in Sardegna). Emergono anche gli eccessi di malattie neurologiche da esposizione a metalli pesanti e solventi organo alogenati (Trento nord, Grado e Marano e nel basso bacino del fiume Chienti).
Legambiente ha presentato una decina di proposte fra le quali quella una maggiore trasparenza sul Programma nazionale di bonifica, stabilizzare la normativa italiana e approvare una direttiva europea sul suolo, oltre a sostenere l’epidemiologia ambientale per praticare una reale prevenzione.
Legambiente intende fermare i commissariamenti e di potenziare il sistema dei controlli pubblici, di introdurre i delitti ambientali nel codice penale e di applicare anche al mondo industriale il principio del chi inquina paga, promuovendo all’interno delle associazioni di categoria iniziative tese a escludere i soci che ricorrono a pratiche illecite nello smaltimento dei rifiuti, anche derivanti da operazioni di bonifica.

Il commento di Orlando

Il Ministro dell’Ambiente, Orlando risponde sul sito ministeriale riportando l’intervento presentato al Convegno organizzato da Legambiente: Bonifica dei siti inquinati, chimera o realtà?
Orlando dichiara che “Riguardo alla problematica dei siti contaminati non nego di aver riscontrato fin da subito una situazione critica, dentro la quale convivevano percorsi avviati e altri pericolosamente stagnanti, contrassegnati da dilazioni, rimandi, iniziative timide, quando non silenzi e apparente immobilismo”.
Orlando sottolinea di aver messo in campo una strategia articolata, puntando sull’utilizzo di strumenti normativi, amministrativi, finanziari, che ci ha permesso di imprimere una forte accelerazione alle procedure di bonifica dei SIN.
Nel suo intervento anche spazio alla situazione in Campania e, a proposito della Terra dei Fuochi rivela che: “è stato approvato dalla commissione giustizia della Camera un testo di disposizioni elaborato con il fattivo apporto sia del gruppo di esperti nominata da me nel luglio dell’anno scorso ed in sede di discussione in commissione, sono state accolte molte proposte emendative che hanno arricchito e rafforzato il testo parlamentare, con l’importante risultato di avere per la prima volta un elaborato normativo che mette al centro il bene ambiente: sono previsti come novella al codice penale due nuovi reati, di inquinamento ambientale e di disastro ambientale, che colmano una lacuna normativa e denotano la particolare attenzione – in linea con il diritto europeo – per l’ambiente come bene autonomi, rilevante in via primaria e degno della massima tutela dell’ordinamento, fornita dal diritto penale”.
Il Ministro cita poi la situazione dei SIN – Piombino e Taranto-ILVA e di altri SIN (Crotone Laghi Mantova e Polo Chimico, Brescia – Caffaro, Porto Torres, Priolo, Gela, Porto Marghera) oggetto di specifici Focus che hanno accelerato l’approvazione sia di interventi di risanamento che di progetti rivolti all’incentivo dello sviluppo economico e produttivo.
Il Ministro cita anche l’art.41 della Legge 9 agosto 2013 n.98, di conversione del Decreto del Fare(DL 21 giugno 2013 n.69), con cui si è cercato di scoraggiare il ricorso a soluzioni a basso valore tecnologico e ad alto impatto ambientale (scavo e smaltimento in discarica, barrieramento delle acque sotterranee), favorendo il trattamento delle sorgenti di contaminazione e il riutilizzo delle acque emunte, in un’ottica di uso sostenibile delle risorse.

Redazione InSic

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