In vigore dal 18 ottobre 20924 il DECRETO-LEGGE 17 ottobre 2024, n. 153, noto come DECRETO AMBIENTE 2024 che introduce disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale (priorità nell’ordine delle istanze), la promozione dell’economia circolare (maggiore cura e manutenzione del paesaggio e verde pubblico), l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati (semplifica gli interventi nei cosiddetti “siti orfani) e dissesto idrogeologico (prevenzione eventi siccitosi) ed infine, il rafforzamento del ruolo dell’Albo Gestori ambientali.
- Vediamo cosa contiene il Decreto, tutti i temi trattati ed il commento arrivato dal Ministero dell’Ambiente sulle finalità del provvedimento.
Nell'articolo
Il Decreto-Legge AMBIENTE 2024: cosa contiene il D-L 153/2024
Il Decreto AMBIENTE 2024 al momento, consta di 12 articoli ed in quanto “Decreto-Legge” è un provvedimento di urgenza che contiene disposizioni correttive riferite a temi ambientali differenti fra loro.
In particolare, segnaliamo:
- in materia di valutazioni e autorizzazioni ambientali – art.1
(con modifiche al Testo unico Ambiente (TUA – D.Lgs. n.152/2006) – art.8 in particolare) - per la salvaguardia degli approvvigionamenti
(con modifiche al decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135) - per la gestione della crisi idrica
(con modifiche al TUA – art.74 e 77 in particolare) - per l’economia circolare – art.4 e 5
(istituisce il Comitato ministeriale competente e il Piano per la gestione integrata e circolare dei rifiuti e materiali della Liguria) - in materia di bonifica dei siti orfani – art.6
(deroghe alla disciplina del TUA previste all’art.242 del D.lgs. n.152/2006); - difesa del suolo – art.8
(obblighi soggetti contributori della piattaforma ReNDiS per il monitoraggio degli interventi) - contrasto del dissesto idrogeologico – art.9
(norme sulla Programmazione e finanziamento degli interventi affidati ai Commissari di Governo – modifiche al decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito).
Le disposizioni del Decreto LEGGE AMBIENTE 2024
Le disposizioni urgenti del Decreto-Legge mirano a:
- assicurare il rispetto delle scadenze per la realizzazione degli obiettivi di decarbonizzazione, diffusione delle energie rinnovabili e sicurezza energetica previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e dal Piano energia e clima (PNIEC) – Art.1;
- garantire certezza del quadro normativo per il settore della ricerca e della produzione di idrocarburi, coniugando la sicurezza degli approvvigionamenti con la tutela ambientale – Art.2;
- rendere più effettive la tutela del suolo e la lotta al dissesto idrogeologico – Art.9 con il
- rafforzamento dei poteri dei Presidenti di Regione in qualità di Commissari,
- l’introduzione di un meccanismo di revoca delle risorse per gli interventi finanziati col fondo progettazione che non abbiano conseguito un determinato livello di progettualità,
- la programmazione e il monitoraggio degli interventi, che garantiscano l’interoperabilità tra le banche dati esistenti;
- prevenire i fenomeni siccitosi (Art.3), attraverso il
- rafforzamento delle buone pratiche del riuso,
- l’introduzione della definizione di “acque affinate”, che possono contribuire al ravvenamento o accrescimento dei corpi idrici sotterranei;
- promuovere l’economia circolare Art.4, attraverso la previsione di
- una maggiore cura e manutenzione del paesaggio e verde pubblico, la semplificazione nell’individuazione del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti delle piccole imprese, che consenta di trovare la figura professionale senza aggravi economici per le aziende,
- il rafforzamento dell’Albo dei Gestori ambientali, che avrà più ampia rappresentanza delle categorie interessate;
- incentivare le operazioni di recupero dei rifiuti e di riutilizzo dei materiali di prossimità provenienti dalla realizzazione degli interventi relativi al tunnel sub-portuale e alla diga foranea di Genova, anche prevedendo che il Sindaco, quale Commissario straordinario, adotti tempestivamente un piano di gestione che riduca il conferimento in discarica e promuova politiche di sostenibilità;
- consentire il raggiungimento, entro le scadenze previste, degli obiettivi PNRR di bonifica e riqualificazione dei siti orfani – Art.6;
- istituire la struttura di supporto al Commissario straordinario per l’attuazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito di bonifica di interesse nazionale (SIN) di Crotone – Cassano e Cerchiara Art.7;
- assicurare la completezza del quadro tecnico conoscitivo degli interventi in materia di difesa del suolo e di mitigazione del dissesto idrogeologico, mediante il relativo censimento e monitoraggio Art.8;
- introdurre disposizioni per le amministrazioni operanti nei settori dell’ambiente e della sicurezza energetica (SNPA, ISPRA, ISIN) e garantire le funzionalità del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.
Fratin e Gava: le finalità ed un commento ai temi del Decreto Ambiente 2024
A proposito del Decreto, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto in una nota spiega che la finalità del testo è di “portare chiarezza e, laddove possibile, regole più semplici in settori fondamentali per la transizione. È un testo che tiene insieme la primaria esigenza di tutela ambientale con il bisogno di liberare, valorizzandole, grandi energie e buone pratiche esistenti in Italia”.
Il viceministro Vannia Gava sottolinea l’intento di stimolare il mercato delle rinnovabili: “Più rinnovabili, ma via libera anche a tutte le fonti di energia pulita in grado di contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza energetica del Paese. Semplifichiamo le procedure autorizzative facilitando il lavoro delle imprese e mettiamo in sicurezza il territorio da siccità e alluvioni”.
Valutazioni ambientali: cosa cambia?
Il Ministero sottolinea il problema della grande mole di istanze da sottoporre alle Commissioni di valutazione ambientale VIA-VAS e PNRR-PNIEC: il Decreto interviene prevedendo una priorità nell’ordine di trattazione delle istanze, da definirsi con un successivo decreto ministeriale: una “corsia veloce” è attribuita in particolare a progetti di interesse strategico nazionale, privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica, il contributo agli obiettivi PNIEC, l’attuazione di investimenti PNRR e la valorizzazione dell’esistente.
Economia circolare: il maggiore ruolo dell’Albo Gestori
Sono introdotte nuove misure in tema di economia circolare: tra queste, il rafforzamento dell’Albo dei Gestori ambientali, con una più ampia rappresentanza delle categorie interessate, norme per rafforzare la cura e la manutenzione di paesaggio e verde pubblico, una semplificazione nell’individuazione del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti delle piccole imprese, che consenta di trovare la figura professionale senza aggravi economici per le aziende.
È inoltre disciplinata la gestione di rifiuti e materiali derivanti dalla realizzazione della Diga foranea di Genova e dei correlati interventi, prevedendo che il Sindaco, quale Commissario Straordinario, adotti tempestivamente un piano di gestione che riduca il conferimento in discarica e promuova politiche di sostenibilità ed economia circolare.
Coltivazione di idrocarburi: regole più certe
Il provvedimento punta a dare certezze normative nel settore della prospezione e coltivazione di idrocarburi, coniugando la sicurezza degli approvvigionamenti con la tutela ambientale. Nell’ambito della gestione delle acque, al fine di rafforzare le buone pratiche del riuso, è introdotta la definizione di “acque affinate”, che possono contribuire al ravvenamento o accrescimento dei corpi idrici sotterranei.
Bonifiche, siti orfani e lotta al dissesto
Per quanto concerne le bonifiche, il decreto semplifica gli interventi nei cosiddetti “siti orfani”, finanziati da un apposito stanziamento del PNRR, e garantisce una struttura di supporto al Commissario del SIN di Crotone-Cassano e Cerchiara.
Sulla tutela del suolo e la lotta al dissesto idrogeologico, sono individuate misure per la programmazione e il monitoraggio degli interventi, che garantiscano l’interoperabilità tra le banche dati esistenti. Vengono rafforzati i poteri dei Presidenti di Regione in qualità di Commissari, prevedendo anche un meccanismo di revoca delle risorse per gli interventi, finanziati col fondo progettazione, che non abbiano conseguito un determinato livello di progettualità.
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