Annuario dei Dati Ambientali 2018: la fotografia dell’ambiente in Italia

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ISPRA ha presentato ieri, 18 marzo alla Camera dei Deputati l’edizione 2018 dell’Annuario dei Dati Ambientali, frutto di un lavoro di ricerca complesso e articolato che include le fasi della raccolta sistematica dei dati primari, il monitoraggio e controllo, la verifica della solidità scientifica delle informazioni allo sviluppo di indicatori statistici sempre più efficaci nel descrivere le condizioni ambientali del Paese. Un lavoro svolto dall’ISPRA in collaborazione con le Agenzie per la protezione dell’ambiente regionali e delle province autonome nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).

Come si compone l’annuario
Una banca dati con 306 indicatori, tra cui 9 new entries, per un totale di 150.000 dati, organizzati in 460 tabelle e 635 grafici. Biodiversità, Clima, Inquinamento atmosferico, Qualità delle acque interne, Mare e ambiente costiero, Suolo, Rifiuti, Agenti fisici. Comprende
il rapporto “Dati sull’Ambiente”, con una selezione e sintesi delle tematiche e degli indicatori ambientali in linea con gli obiettivi del VII Programma di Azione Ambientale dell’Agenzia Europea per l’Ambiente;
l'”Annuario in cifre”, che restituisce una sintesi dell’Annuario fruibile da un ampio pubblico anche di non esperti e
“Ricapitolando…l’ambiente” che, per alcuni tra i temi ambientali di maggiore interesse, fornisce una sintesi e un confronto con gli altri paesi europei.

I dati in pillole
ISPRA riassume alcuni dati ambientali dall’Annuario: per il rischio idrogeologico in Italia, oltre 6 milioni di abitanti risultano residenti in aree a pericolosità idraulica media (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni), mentre la popolazione a rischio frane, se si considerano le 2 classi a maggiore pericolosità (elevata e molto elevata), è pari a oltre 1,2 milioni di abitanti.
Calano le emissioni inquinanti: il valore limite giornaliero (50 µg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile), di PM10 nel 2017 non è stato rispettato nel 31% delle stazioni. Complessivamente, però, dal 1990 al 2016 le emissioni nazionali di particolato atmosferico PM10 sono in diminuzione del -33,7% e le emissioni complessive di ossidi di zolfo, ossidi di azoto e ammoniaca sono in calo del -66,8%.
Per la qualità delle acque interne, su 7.493 fiumi, il 43% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 75% quello di qualità per lo stato chimico. Su 347 laghi, il 20% raggiunge l’obiettivo di qualità per lo stato ecologico e il 48% quello di qualità per lo stato chimico.
Quanto al rischio da agenti fisici: il 32,1% delle sorgenti di rumore sottoposte al controllo del SNPA, presenta almeno un superamento dei limiti previsti dalla normativa, evidenziando un problema di inquinamento acustico; il 61% dei comuni ha fino approvato la classificazione acustica, indica ISPRA.
L’Italia è il 3° produttore di agenti chimici in Europa; 2.800 sono le imprese chimiche nel nostro Paese ed occupano circa 108.000 addetti altamente qualificati; i pesticidi nelle acque superficiali hanno riportato superamenti dei limiti in 371 punti, pari al 23,9% del totale.
La procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) si conclude positivamente nell’84% dei casi nel 2017; su 44 decreti VIA emanati, 37 sono positivi e solo 7 negativi. Nel 2017 sono stati rilasciati 1.849 certificati EMAS; le organizzazioni più attive sono quelle del settore rifiuti e recupero materiali con 278 registrazioni: 364 le licenze Ecolabel UE per un totale di 9.333 prodotti/servizi certificati.

Redazione InSic

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