Economia circolare e approccio urban mining per la sostenibilità ambientale

4615 0

Riportiamo il commento di Fabio Potenza ricercatore dell’Università di Roma “La Sapienza”, al concetto di economia circolare che rientra nell’approccio di “urban mining”, che individua nelle grandi città rilevanti scorte di materiali (come anche nelle discariche) le quali rappresentando una “miniera” disponibile per il riutilizzo.

Economia circolare ed Urban Mining

Il crescente benessere degli stati occidentali e la crescita esponenziale di quelle orientali come la Cina e l’India, è proporzionale al consumo di energia e materie prime che quotidianamente vengono utilizzate. Le nuove tecnologie negli ultimi dieci anni hanno cambiato in modo radicale il mondo delle comunicazioni, accelerando il commercio, le importazioni e le esportazioni di materie prime. Infatti, il progresso tecnologico e lo sviluppo industriale, hanno portato un incremento dei consumi di materie prime e dei relativi beni di consumo, grazie anche al miglioramento delle condizioni economiche e di vita, che comportano una esponenziale produzione di rifiuti. Inoltre, sono cresciute le problematiche connesse all’integrazione delle attività relative alla gestione dell’intera filiera dei rifiuti, vista la diversità dei prodotti di consumo e la loro complessità tecnologica comportano una conseguente complessità nella gestione (raccolta, trattamento e smaltimento) di un numero sempre maggiore di rifiuti che non sono recuperati e quindi valorizzati.

Economia circolare nelle grandi città

Basti pensare a come lo sviluppo delle città, la richiesta di energia e l’impiego di materiali (come i materiali da costruzione) rappresenti un metabolismo in continua e costante evoluzione dove i flussi di materie prime e scarti circolano in modo continuo e programmato, quasi come un vero e proprio ecosistema vivente.
Quindi uno studio dei flussi ci permette di intervenire in modo mirato verso una programmazione sostenibile di decommissioning e di sviluppo verso efficienti sistemi di gestione integrata del ciclo dei rifiuti per le aree urbane. L’integrazione di sistemi innovativi per il riciclaggio dei materiali risulta di fondamentale importanza per colmare le oscillazioni dei costi delle materie prime impiegate.

Il riciclo dei rifiuti elettronici

Per esempio, un vantaggio competitivo ottenuto dal riciclo dei rifiuti elettronici è la presenza di metalli preziosi e terre rare contenuti al loro interno, che se correttamente recuperate, possono rappresentare una risorsa reale per l’economia europea rappresentando un materiale immediatamente disponibile su mercato, pertanto solo nel 2012 il 35% (3,3 milioni di tonnellate) di rifiuti elettronici sono stati ufficialmente recuperati, mentre ben il 65% (6,2 milioni di tonnellate) è stato gestito in modo illegale oppure identificato come indifferenziato [1]. Quindi, il concetto di economia circolare rientra nell’approccio di “urban mining”, che individua nelle grandi città rilevanti scorte di materiali (come anche nelle discariche) rappresentando una “miniera” disponibile per il riutilizzo [2].

Economia circolare: il riciclo dei microprocessori

Appare quindi di fondamentale importanza una corretta gestione del ciclo dei rifiuti, però successiva alla prevenzione del prodotto a fine vita riducendo a monte i costi di smaltimento finale. Il riciclo dei microprocessori (ICC – integrated circuit chip) risulta un’interessante opzione per ridurre l’impatto ambientale che la loro estrazione comporta (emissioni di CO2 e agenti chimici nocivi per l’ambiente) con il vantaggio di recuperare metalli preziosi e terre rare. Il riciclo di questi componenti rappresenta una risorsa per il territorio e l’economia. Adottare strategie di riciclaggio innovative e a basso impatto ambientale porterà ad un miglioramento delle condizioni ambientali a livello globale. Un passo fondamentale è la caratterizzazione di questi componenti a fine vita per una concreta individuazione delle materie prime secondarie presenti.

Strategie on-line per il riconoscimento degli scarti

In questa prospettiva, lo sviluppo di strategie on-line per il riconoscimento degli scarti, provenienti dai rifiuti elettronici (e-waste), in grado di effettuare un controllo di qualità del materiale trattato oppure rilevamenti/monitoraggi durante le fasi di riciclaggio, rappresenta un vantaggio competitivo, risultando una soluzione efficace ed affidabile con bassi costi di utilizzo.

Note:
[1] Countering Weee Illegal Trade (CWIT), finanziato dall’Unione Europea e realizzato da Interpol, United Nations University (UNU), gli istituti United Nations Interregional Crime and Justice Research e Compliance Risks, l’associazione Weee Forum, l’associazione Cross-Border Research e la società Zanasi Partners.
[2] Paul H. Brunner. Urban Mining, A Contribution to Reindustrializing the City. Journal of Industrial Ecology, Volume 15, Number 3, pp. 339-341.

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell'ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore