Disponibile online il Volume “Proposte e riflessioni per una politica condivisa di tutela della salute e sicurezza nel settore delle energie rinnovabili” che illustra le fasi del percorso di ricerca e offre un’analisi complessiva dei risultati ottenuti, nonché delle principali policy da adottare per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori impiegati nel settore delle energie rinnovabili.
Le ragioni della ricerca
Si spiega nell’introduzione che l’INAIL, in qualità di Centro di collaborazione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), si propone di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo posto dalla stessa Oms nell’ultimo Global plan of action on workers’ health (2008 – 2017) in merito alla tutela dei lavoratori impiegati nel settore della green economy, a testimonianza della crescente importanza di tale tematica in ottica di salute e sicurezza sul lavoro (SSL).
Il lavoro di ricerca di pone nel Piano triennale d’attività della ricerca: piega Sergio iavicoli che a livello internazionale sono stati realizzati numerosi studi che hanno preso in considerazione vari aspetti della tematica dei green jobs. Persiste però una certa ambiguità riguardo l’impatto di tale tipologia di lavori sulle condizioni e standard lavorativi.
Il Lavoro di ricerca INAIL
Il lavoro condotto da Inail si è concentrato esclusivamente sul settore delle energie rinnovabili, dato che si tratta del settore industriale più importante della green economy relativamente al profilo occupazionale e alle prospettive di sviluppo, nonché sul suo legame con l’innovazione tecnologica e sulle conseguenti implicazioni sul piano dei rischi nuovi ed emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Per ciascuna delle fonti di energia rinnovabile (eolico, solare termico, solare fotovoltaico, biomasse, geotermico ed idroelettrico) sono state analizzate le diverse fasi del ciclo produttivo, ovvero: le attività di ricerca e sviluppo, produzione, installazione, manutenzione e smaltimento delle tecnologie. Il percorso di ricerca Inail è stato contraddistinto da 2 fasi:
– Fase 1: La percezione delle possibili implicazioni dei lavori verdi per la salute e sicurezza sul lavoro (maggio 2013 – marzo 2014): si è basata sulla consultazione di alcuni stakeholder appartenenti a diverse categorie con l’obiettivo di esplorare l’atteggiamento dei differenti attori sociali nei confronti della questione della tutela della salute e sicurezza nella green economy, in modo particolare nel settore delle energie rinnovabili.
– Fase 2: Il workshop: Sulla base dei risultati emersi nella fase 1, alcuni stakeholder, di cui una parte aveva
partecipato anche alla prima fase, sono stati chiamati a partecipare attivamente alla individuazione di proposte condivise da cui partire per affrontare la questione dei rischi occupazionali nell’economia verde sul piano del policy making.
Il report, che rappresenta il momento conclusivo e di sintesi del percorso di ricerca Inail, intende raggiungere i seguenti obiettivi:
– contribuire ad aumentare la consapevolezza e l’attenzione dei principali stakeholder nazionali su una tematica emergente per la salute e sicurezza dei lavoratori che ancora non è entrata a pieno titolo tra i problemi rilevanti per l’agenda politica nazionale;
– far emergere la posizione e le priorità degli esperti e dei portatori di interesse rispetto allo sviluppo delle policy relative alla salute e sicurezza dei lavoratori impiegati nel settore delle energie rinnovabili e gettare le basi per individuare delle priorità d’azione concrete e condivise. Si è, dunque, inteso non solo contribuire a far sì che la questione trovi riconoscimento nell’agenda politica ma anche tracciare delle linee di indirizzo plausibili e condivise lungo cui concretamente sviluppare il processo di policy making.
I numeri del settore
Secondo un rapporto pubblicato nel 2015 dall’Irena sono 7,7 milioni le persone impiegate in tutto il mondo nel settore delle energie rinnovabili. In particolare, l’industria del solare fotovoltaico impiega il maggior numero di persone, con 2,5 milioni di posti di lavoro, seguita dai biocombustibili liquidi con 1,8 milioni di posti di lavoro, e dall’energia eolica, che ha superato 1 milione di posti di lavoro. In Europa gli occupati nel settore delle rinnovabili, nel 2013, sono risultati pari a 1,2 milioni, in leggero calo rispetto al 2012 (-6%). Il Vecchio continente negli ultimi anni ha risentito delle difficoltà della filiera industriale del fotovoltaico (ormai dominato dalle imprese asiatiche), ma rimane comunque leader in una delle tecnologie emergenti delle rinnovabili, quella dell’eolico marino (offshore).
A livello nazionale, nel 2013 gli occupati nel settore delle energie rinnovabili sono stati circa 64.000. Il fotovoltaico è quello che genera le maggiori ricadute occupazionali, pari al 39% del totale (circa 24.900 occupati). Seconde per numero di occupazione generata sono le bioenergie; queste ultime impiegano 13.800 addetti circa, il 22% degli occupati. Seguono il settore eolico che conta circa 5.300 addetti, pari all’8% dell’occupazione complessiva e il mini idroelettrico e geotermia che contano rispettivamente 3.200 e 1.100 occupati circa, ovvero il 7% delle ricadute occupazionali complessive.
Tuttavia l’espansione del mercato dei green jobs se da una parte può rappresentare un’opportunità sul piano occupazionale, dall’altra comporta la necessità, sempre più pressante, di affrontare in modo appropriato la questione della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
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