Green Energy: Gpl come carburante alternativo

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Durante il congresso annuale dell’Aegpl , l’Associazione europea del settore Gpl (gas di petrolio liquefatto, ricavato per il 40 per cento dallo scarto dell’estrazione del petrolio e per il resto dall’estrazione del metano), che si svolge a Genova dal 14 al 15 maggio si discute sul ruolo fondamentale che il Gpl ricopre nell’attuazione di una green economy a livello europeo e nazionale. Lo dimostra la recente direttiva europea ‘Clean fuel strategy’ sui carburanti alternativi che definisce il Gpl una risorsa importante per ridurre le emissioni di gas serra soddisfacendo il fabbisogno energetico derivante da risorse alternative al petrolio.

“La posizione dell’Europa sul Gpl – ha affermato Paolo Dal Lago, Presidente di Assogasliquidi, associazione nazionale delle imprese che distribuiscono Gpl e Gnl (gas naturale liquido) aderente a Federchimica – é un’ulteriore conferma di quanto questo prodotto continui a soddisfare il fabbisogno energetico a vantaggio dell’uomo e dell’ambiente. Grazie alle sue origini – il Gpl é un sottoprodotto dei processi di lavorazione del greggio e di estrazione del gas naturale – la disponibilità di questa risorsa é in continua crescita: il sempre maggiore sfruttamento di nuovi pozzi di gas naturale genererà una notevole quantità di Gpl pronta per essere immessa sul mercato”.

Tra i paesi europei, l’Italia é uno dei mercati maggiormente rilevanti per il Gpl sia per volumi consumati (oltre 3,2 milioni di tonnellate l’anno) sia per la presenza di importanti aziende produttrici di apparecchiature ed accessori volti ai suoi svariati utilizzi (domestico, carburante per il trasporto). Nel settore dei trasporti, in Italia sono oltre 2 milioni le auto a Gpl che circolano sul territorio nazionale e che possono contare su oltre 3.500 distributori per il rifornimento.

Ci sono però ancora ambiti in cui il Gpl non é ancora diffuso: “il Gpl – ha spiegato Del Lago – é un ottimo carburante ecologico anche per la nautica, con riflessi positivi su fiumi, laghi e mari. Per questo – ha concluso – ci impegneremo affinché si arrivi al piu’ presto alla definizione di un impianto normativo organico in materia, come é già avvenuto in altri Stati europei”.

Redazione InSic

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