Responsabilità sociale

Rendicontazione di sostenibilità: i principi del Decreto di adeguamento alla Direttiva CSRD

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Il Consiglio dei Ministri dell’11 giugno ha approvato ancora in esame preliminare, lo schema di Decreto legislativo di recepimento della Direttiva (UE2022/2464 la c.d. “Corporate Sustainability Reporting Directive” o CSRD che contiene le nuove regole per la rendicontazione societaria di sostenibilità ed il coordinamento del quadro normativo nazionale in materia di rendicontazione di sostenibilità e di attestazione della conformità della rendicontazione.

Il Decreto era previsto già dalla Legge di Delegazione Europea 2023, LEGGE 21 febbraio 2024, n. 15 (che delega il governo al recepimento di 19 direttive e di adeguamento e 4 regolamenti europei fra cui il Decreto di adeguamento alla revisione europea della Direttiva cancerogeni).

  • Cosa prevede il Decreto legislativo di adeguamento della normativa nazionale ai nuovi principi della rendicontazione di sostenibilità europea? quali principi si seguiranno nel recepimento?

Decreto su Corporate Sustainability Reporting Directive – i principi da seguire

Lo schema di decreto legislativo recepisce la direttiva 2022/2464/UE (c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive o CSRD) che rafforza ed estende gli obblighi in materia di reporting di sostenibilità già imposti alle imprese dalla direttiva 2014/95/UE (c.d. “Non Financial Reporting Directive” o NFRD), concludendo un percorso intrapreso, a livello unionale, con l’Accordo di Parigi del 2015 e proseguito con il Sustainable Action Plan del 2018, nonché con il Green Deal europeo del 2019.

In particolare, la direttiva 2022/2464/UE prevede:

  • estensione degli obblighi di reporting non finanziario alle PMI (diverse dalle microimprese) mentre gli obblighi previsti dalla NFRD hanno per destinatarie solo «le imprese di grandi dimensioni che costituiscono enti di interesse pubblico e che, alla data di chiusura del bilancio, presentano un numero di dipendenti occupati in media pari a 500», gli obblighi di rendicontazione introdotti dalla CSRD gravano, oltre che su tutte le imprese di grandi dimensioni, anche sulle piccole e medie imprese (ad eccezione delle microimprese) che siano enti di interesse pubblico;
  • sostituzione della “rendicontazione non finanziaria” (avente ad oggetto «informazioni ambientali, sociali, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani, alla lotta contro la corruzione attiva e passiva in misura necessaria alla comprensione dell’andamento dell’impresa, dei suoi risultati, della sua situazione e dell’impatto della sua attività» ex art. 1, par. 1, NFRD) con la “rendicontazione di sostenibilità” (consistente in «informazioni necessarie alla comprensione dell’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità, nonché informazioni necessarie alla comprensione del modo in cui le questioni di sostenibilità influiscono sull’andamento dell’impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione»).

Rendicontazione di sostenibilità: le modifiche in vista, gli enti preposti alla vigilanza

Il Parlamento nella legge di Delegazione europea ha indicato al Governo i decreti che fanno parte del quadro normativo da modificare:

  • il decreto legislativo 30 dicembre 2016, n. 254,
  • il decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 136
  • il decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39
  • il testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58,
  • il testo unico delle disposizioni in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385,
  • il codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209,

 Il Decreto che recepirà la Direttiva prevederà che:

  • la Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB) disponga dei poteri di vigilanza, di indagine e sanzionatori necessari ad assicurare il rispetto degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità previsti dalla direttiva (UE) 2022/2464 nei confronti degli emittenti quotati aventi l’Italia come Stato membro d’origine;
    Prevista anche la modifica agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 30 dicembre 2016, n. 254
  • il Ministero dell’economia e delle finanze e la CONSOB disponga dei poteri di vigilanza, di indagine e sanzionatori necessari ad assicurare il rispetto delle previsioni e dei requisiti relativi all’attività di attestazione della conformità della rendicontazione di sostenibilità disciplinati dalla direttiva 2006/43/CE nonché, con riguardo alla previsione di sanzioni amministrative, nel rispetto dei criteri, dei limiti edittali, delle procedure e del regime di pubblicazione disciplinati agli articoli da 24 a 26 del citato decreto legislativo n. 39 del 2010;

Infine, il Decreto da emanare dovrà disciplinare forme di coordinamento e di collaborazione, anche mediante lo scambio di informazioni, tra la CONSOB e le amministrazioni pubbliche dotate di specifica competenza nelle materie della sostenibilità ambientale, sociale e della tutela dei diritti umani, prevedendo anche la facoltà di concludere appositi protocolli di intesa e accordi di collaborazione, al fine di agevolare l’esercizio delle funzioni di vigilanza.

Cos’è la Corporate Sustainability Reporting Directive

La direttiva 2022/2464/UE (c.d. Corporate Sustainability Reporting Directive, abbreviato CSRD) ha lo scopo di promuovere la trasparenza e la divulgazione di informazioni da parte delle imprese riguardo agli impatti ambientali, sociali e legati alla governance (ESG) delle loro attività, attraverso un rafforzamento degli obblighi di reporting da parte delle imprese.

In vigore il 5 gennaio 2023, dovrà essere attuata in Italia entro il 6 luglio 2024 attraverso apposito decreto. Il 18 marzo 2024 si è esaurita la consultazione pubblica aperta dal Ministero dell’Economia.

Inserite nel Green Deal europeo, le nuove regole sulla CSRD garantiranno che gli investitori e le altre parti interessate abbiano accesso alle informazioni di cui hanno bisogno per valutare l’impatto delle aziende sulle persone e sull’ambiente e che gli investitori possano valutare i rischi e le opportunità finanziari derivanti dai cambiamenti climatici e da altre questioni di sostenibilità. Infine, ridurranno i costi di rendicontazione per le imprese nel medio-lungo termine armonizzando le informazioni da fornire.

Le aziende soggette alla CSRD dovranno rendicontare secondo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS). Gli standard sono stati sviluppati dall’EFRAG, l’European Financial Reporting Advisory Group, un organismo indipendente che riunisce diverse parti interessate.

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Antonio Mazzuca

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