Report CDP 2017: così cresce la responsabilità ambientale delle aziende italiane

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Il Ministero dell’Ambiente riporta i risultati del report CDP 2017 che analizza l’impatto ambientale nel panorama italiano, presentato a La Spezia nel corso dell’evento co-organizzato dal Segretariato UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) e dal Ministero dell’Ambiente.
Si evidenzia un atteggiamento crescente di responsabilità ambientale, 14 città hanno attivi programmi di riduzione emissioni. Resta un divario significativo tra il riconoscimento da parte delle aziende dei rischi e delle opportunità che un passaggio a basse emissioni di carbonio porterebbe a livello economico e le azioni e cambiamenti che è necessario apportare affinché ciò avvenga.
Di seguito, i dati riportati dal Ministero dell’Ambiente.

Il report CDP 2017 sull’Italia, è stato presentato il 3 ottobre 2018 a La Spezia durante l’evento “Raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di parigi: una Sfida Globale che passa per un Impegno Locale”” organizzato da UNFCCC e dal Ministero Italiano dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
In Italia 9 aziende su 10, tra quelle che hanno risposto al questionario CDP, hanno fissato obiettivi precisi e concreti per ridurre le proprie emissioni e il 96% sta dimostrando un atteggiamento di crescente responsabilità ambientale.
14 città italiane, tra quelle che hanno risposto al questionario CDP, hanno già attivi piani di riduzione delle emissioni: tra queste grandi città come Milano, Venezia e Napoli.

In Italia, l’impegno verso l’ambiente sta diventando sempre più concreto e un numero sempre maggiore di aziende, governi ed amministrazioni locali e regionali, stanno rispondendo alle sfide globali che coinvolgono il clima, le risorse idriche e la deforestazione. È quanto emerge dal report CDP, che analizza l’impatto ambientale nel panorama italiano, presentato a La Spezia nel corso dell’evento co-organizzato dal Segretariato UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
La ricerca prende in esame i dati di 48 delle più grandi aziende italiane con il maggiore impatto ambientale, oltre ai dati relativi a 25 città e regioni, che rappresentano insieme circa 40 milioni di abitanti.
I dati analizzati dimostrano che in Italia circa 9 aziende su 10, tra quelle che hanno risposto al questionario CDP, hanno fissato obiettivi precisi e concreti per ridurre le proprie emissioni e il 96% di queste sta dimostrando un atteggiamento di crescente responsabilità, portando gli argomenti di sensibilizzazione sul clima già ai tavoli di discussione dei propri Consigli di Amministrazione.

Tuttavia, dal report emerge un divario significativo tra il riconoscimento da parte delle aziende dei rischi e delle opportunità che un passaggio a basse emissioni di carbonio porterebbe a livello economico e le azioni e cambiamenti che è necessario apportare affinché ciò avvenga.
Ad oggi 8 aziende italiane si sono già impegnate formalmente con l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni future aderendo al Science Based Targets initiative. Aderendo a questa iniziativa, le aziende si impegnano a seguire l’obiettivo centrale dell’Accordo di Parigi: ridurre le emissioni sino al livello necessario a mantenere l’innalzamento della temperatura globale inferiore a 2°C. ENEL SpA è la prima azienda italiana ad aver ottenuto l’approvazione ufficiale dei propri obiettivi per lo sviluppo sostenibile.
Sebbene in Italia siano sempre più in crescita i piani aziendali di azioni per il clima, resta ancora molto lavoro da fare per ridurre i rischi legati alla deforestazione e all’approvvigionamento idrico.
Il territorio e le aziende italiane da sempre devono affrontare emergenze idriche di diverso tipo e dimensione. Sempre sulla base dei dati raccolti tramite i questionari CDP, Il 50% delle regioni italiane rispondenti segnala gravi rischi per le proprie riserve idriche e il 50% delle aziende è fortemente esposto a rischi idrologici. Nonostante queste segnalazioni, solo il 40% delle aziende italiane richieste dagli investitori ha accettato di divulgare i propri dati sull’analisi idrica, e il 56% delle aziende non fornito informazioni e risposte sul cambiamento climatico.

Steven Tebbe, Managing Director CDP Europe, ha dichiarato: “Le aziende italiane hanno compiuto grandi progressi nell’accelerazione delle azioni sui cambiamenti climatici. Esse svolgono la loro parte tra la leadership europea, con i propri consigli di amministrazione ormai largamente responsabili della strategia aziendale sul clima e della definizione degli obiettivi. Questo report fa anche emergere che esiste concretamente un percorso per far si che anche gli attori non statali italiani arrivino ad essere in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Le aziende sono consapevoli dei rischi che i cambiamenti climatici comportano, ma devono prefiggersi obiettivi ambiziosi per agire con la velocità e il livello necessari. Ciò significa che è necessario porsi degli obiettivi per la riduzione delle emissioni che abbiano basi scientifiche e impegnarsi a fondo sull’aspetto di eventuali rischi idrologici e di deforestazione. Esiste infatti un forte gap nell’azione, per questo lavoriamo costantemente per incentivare le aziende a prendere parte al cambiamento.”
Francesco La Camera, Direttore Generale per lo Sviluppo Sostenibile, per il Danno Ambientale e per i Rapporti con L’Unione Europea e gli Organismi Internazionali presso il Ministero Italiano dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha commentato: “La nostra collaborazione con CDP rappresenta un esempio di leadership italiana in Europa e conferma il nostro impegno a guidare le aziende italiane e le amministrazioni locali verso una maggiore consapevolezza dell’impatto che hanno sull’ambiente in cui operano. Una maggiore trasparenza e responsabilità tra le organizzazioni più influenti in Italia è la chiave fondamentale per poter garantire un’analisi accurata sui progressi ottenuti sinora e poter lavorare per migliorarci, spingendo le nostre ambizioni sempre più in alto. È importante incrementare la quantità e qualità della divulgazione in materia di sicurezza idrologica e rischio di deforestazione, punti importanti per i nostri sforzi in materia di cambiamento climatico, mentre siamo al lavoro per realizzare l’Accordo di Parigi e SDG.”

Redazione InSic

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