Il testo è stato approvato il 26 marzo e contiene norme a tutela sia dell’ambiente che dei lavoratori.
Il Parlamento ricorda che in base ai dati diffusi dalla Commissione europea si prevede che nei cantieri di demolizione confluiranno circa 5,5 milioni di tonnellate di materiali potenzialmente rischiosi per l’ambiente (in particolare morchie, oli, vernici, PVC e amianto).
Nel 2009 oltre il 90% delle navi dell’UE è stato demolito prevalentemente in India, Pakistan e Bangladesh utilizzando dei metodi nocivi all’ambiente, inquinanti e rischiosi per la salute dei lavoratori. Inoltre, la rottamazione delle navi a livello globale è aumentata di sei volte nel periodo dal 2007 al 2009 ed è diventato un fenomeno globale.
L’obiettivo del prossimo regolamento europeo in materia, in fase di approvazione, è quindi ridurre gli effetti negativi per la salute e per l’ambiente derivati dalle operazioni di demolizione facendo in modo che le navi europee, ed extracomunitarie che entrino nei porti europei, vengono rottamate in Europa o in impianti autorizzati in tutto il mondo, onde evitare che siano portate in paesi in via di sviluppo, soprattutto nel sud est asiatico.
Il Parlamento europeo ha quindi votato per creare diverse forme di incentivi finanziari per demolire le navi in maniera sicura creando un fondo finanziato dall’industria stessa, per rendere lo smaltimento in Europa più competitivo di quello all’estero. Inoltre, ha chiesto la piena applicazione del divieto di esportazione di rifiuti pericolosi anche alle navi che costituiscono un rifiuto, l’esplicito divieto di arenamento, un inventario di materiali pericolosi per tutte le navi che fanno scalo nei porti dell’UE, nonché un Fondo di riciclaggio basato su contributi obbligatori provenienti dal settore dei trasporti marittimi al fine di garantire un riciclaggio ecologicamente corretto. Le navi potrebbero essere esenti dal pagamento del contributo se i loro proprietari dimostreranno di aver depositato una garanzia finanziaria per garantire l’uso di strutture riconosciute dall’UE per il riciclaggio e il trattamento dei relitti.
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