USE&REUSE 2015 dalle aziende tessili un contributo alla tutela ambiente

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Lo smaltimento di rifiuti tessili rappresenta per l’impresa un costo ambientale. L’ideale sarebbe il riciclo, ma come? Se ne è parlato ieri, 26 marzo, presso l’Open Colonna del Palazzo delle Esposizioni, a Roma



Le aziende di sanificazione e sterilizzazione dei prodotti tessili riutilizzabili producono ogni anno 25.000 tonnellate di tessili a fine vita che vengono avviati prevalentemente in discarica. Tale smaltimento di rifiuti rappresenta per l’impresa un costo vivo e per la società un costo ambientale. L’ideale sarebbe riciclare questi dispositivi tessili per ottenere nuovi prodotti da utilizzare per altri fini (ad esempio, nei settori automobilistico, dell’arredamento, della nautica). L’attività del riciclo comporta, infatti, risparmi di energia ed evita sprechi. È necessaria però una politica di sostegno, affinché si realizzi un’economia circolare su nuovi processi industriali di trasformazione, nuove occupazioni e nuove tecnologie.
Questi gli spunti e le riflessioni emerse dal Convegno Use&Reuse svoltosi il 26 marzo, presso l’Open Colonna del Palazzo delle Esposizioni, a Roma.

Ad aprire i lavori della giornata la D.ssa Patrizia Ferri (Segretario Generale Assosistema-Confindustria) che ha presentato la situazione del comparto e la proposta di avviare un processo di completamento della filiera in grado di generare nuova ricchezza e offrire lavoro, conciliando quindi crescita economica e salvaguardia dell’ambiente. Una proposta di politica industriale, dunque, di grande valore etico oltre che economico. L’Associazione si è impegnata anche a fornire informazioni scientifiche sulla fase di riutilizzo del prodotto tessile nel settore e di verificare tra qualche anno i miglioramenti che le azienda hanno messo in campo per continuare a minimizzare il proprio impatto ambientale. D’altro canto, a fronte di un impegno chiaro delle aziende, si sollecitano le Istituzioni deputate a fornire risposte concrete su questo fronte.

Il Dott. Andrea Moretto (Esperto Ambiente Italia) ha fornito alcuni dati sul tema oggetto di dibattito, ricordando che la ricerca sul fine vita dei prodotti tessili ha messo in luce come la filiera tessile abbia consistenti margini di miglioramento dal punto di vista della raccolta differenziata e dall’avvio al riciclo di materiali tessili. In base al rapporto Waste End. Economia circolare, nuova frontiera del made in Italy (marzo 2015, Fondazione Symbola e Kinexia) per la filiera tessile si potrebbe passare da un recupero di materia del 12% (attuale) ad un 65% (scenario 2020).

Attualmente, nel settore tessile, non esistono norme che sostengono l’utilizzo dei prodotti eco-sostenibili. Vi sono però diverse proposte di legge volte a promuovere azioni di riduzione dei rifiuti da smaltire in discarica. La prima è un disegno di legge d’iniziativa popolare Legge Rifiuti Zero: per una vera società sostenibileed è stata presentata alla platea dal primo firmatario, il Dott. Massimo Piras. La seconda è la proposta di legge Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali, approvata alla Camera il 13 novembre 2014 e attualmente in corso di esame al Senato.

I lavori della giornata sono poi proseguiti con un’interessante tavola rotonda all’interno della quale sono intervenuti, tra gli altri, il Ministro dell’Ambiente,Gian Luca Galletti e il Presidente di Assosistema, Maurizio Genesini. Quest’ultimo in particolare ha spiegato come parallelamente all’impegno delle imprese, sia necessario un sistema Paese che recepisca i vantaggi che possono venire dal riuso dei prodotti tessili. Manca, in sostanza, una politica industriale a sostegno del riciclo e del riuso che supporti le aziende del settore nella creazione di un economia circolare con evidenti vantaggi economici, sociali e ambientali a beneficio di tutta la collettività.

A questa riflessione ha fatto seguito l’intervento del Ministro Galletti il quale ha ribadito che “il riuso e la rigenerazione non sono solo una buona pratica, ma una sfida imprenditoriale enorme per il nostro Paese”, che potrà continuare ad essere competitivo solo se riusciremo a “costruire un grande piano industriale per il Paese, un Green Act”. Il Ministro ha quindi garantito il massimo appoggio in termini di semplificazioni e rilascio autorizzazioni per tutte quelle pratiche che vadano nel senso del “riuso” ed ha auspicato la possibilità che il Green Act veda la luce “tra qualche settimana”.

Redazione InSic

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