Alla riunione annuale partecipano le delegazioni di 195 Paesi che dovrebbero gettare le prime basi per un’intesa sulle riduzioni dei gas serra da negoziare l’anno prossimo a Lima e che dovrebbe essere firmata nel 2015 a Parigi.
L’obiettivo dell’Onu è quello di contenere il livello del riscaldamento globale entro i due gradi Celsius rispetto ai livelli precedenti alla rivoluzione industriale. Un obiettivo non facile, raggiungibile solo con il contenimento delle emissioni di combustibili fossili, spina dorsale della produzione di energia di tutto il mondo. Le resistenze più forti vengono proprio da Paesi come la Polonia, che ospita la Conferenza ma è cauta sulla riduzione dell’uso del carbone da cui dipende per il 95% della sua energia elettrica.
A settembre un gruppo di esperti intergovernativi delle Nazioni Unite ha previsto che la temperatura della superficie terrestre potrebbe salire, nel corso del secolo, anche di 4,8 gradi, con conseguenze drammatiche come inondazioni, siccità e innalzamento delle acque marine. “Ci riuniamo sotto il peso di realtà che fanno riflettere”, ha dichiarato Christiana Figueres, segretario esecutivo dell’Unfcc (United Nation Framework Convention on Climate Chatges) all’apertura dei colloqui, “la prima è il nuovo record di concentrazione di anidride carbonica (CO2), che ha superato i 400 ppm. La seconda, è il devastante impatto che il tifone Haiyan ha avuto sulle Filippine”. Per la Figueres, la lotta ai cambiamenti climatici sarà “in salita” per le nuove generazioni” e solo un accordo che intervenga in modo veloce ed efficace potrà scongiurare altri disastri come quello accaduto nelle Filippine.
Nel 2013 è stato registrato un livello record dei mari che rende le popolazioni costiere ancora piu’ vulnerabili a fenomeni meteorologici come il super tifone che ha investito le Filippine. Lo sostiene la versione provvisoria del rapporto annuale sul clima della World Meteorological Organization (Wmo), l’agenzia meteorologica dell’Onu, che sottolinea come questo si avvii ad essere uno degli anni più caldi da quando sono iniziate le rilevazioni.
I livelli globali dei mari hanno toccato un nuovo record nel marzo scorso, riferisce il rapporto, ricordando che l’attuale tasso di innalzamento di 3,2 millimetri all’anno segna un trend doppio rispetto a quello del secolo scorso che era di 1,6 millimetri.
Nelle Filippine, appena devastate dal passaggio di Haiyan, il tasso di innalzamento annuale del livello dei mari è stato di 12 millimetri, quattro volte superiore alla media globale. “Le Filippine sono in balia della devastazione scatenata dal tifone Haiyan, il piu’ potente che abbia mai colpito il Paese e uno dei più intensi mai registrati nel mondo”, ha osservato il responsabile dell’agenzia Onu Michael Jarraud.
Se non ci sono ancora prove certe su una relazione tra questi fenomeni meteorologici estremi e il riscaldamento globale, di certo l’innalzamento del livello dei mari rappresenta un ulteriore fattore di rischio per le popolazioni costiere. Con temperature medie di 0,48 gradi superiori rispetto alla media del periodo 1961-1990, i primi sette mesi del 2013 si collocano alla pari con i primi sette mesi del 2003 come settimo periodo più caldo da quando sono iniziate le rilevazioni, nel 1850.
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