Non poteva mancare un richiamo particolare all’Italia, fanalino di coda dell’UE per la raccolta e il riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici: 4 Kg a testa recuperati all’anno contro i 18,3 Kg immessi nel Paese.
A costituire un problema sono anche i vestiti: ogni anno nell’UE finiscono nella spazzatura 5,8 milioni di vestiti, dei quali solo un quarto viene riciclato da imprese o va in beneficenza. In Gran Bretagna, ad esempio, il 31% dei vestiti finisce nella spazzatura, cioè circa 350mila tonnellate di abiti usati, per un valore di 180 milioni di euro, ogni anno. In media almeno la metà dei vestiti gettati via può essere riusato, mentre il 20-25% può essere impiegato per il lavaggio dei vestiti e un 20-30% come materia prima secondario da altre industrie.
Il riuso dell’abbigliamento è il riciclo più amico dell’ambiente: per ogni tonnellata di cotone delle t-shirt reimpiegato, si risparmiano 12 tonnellate di CO2 equivalente. E se si riciclano le bottiglie in plastica, si ottengono fibre di poliestere utili alla lavorazione dei tessuti.
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