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CGE, Direttive-Aria Ambiente: no al risarcimento individuale, sì al rispetto degli obblighi per gli Stati

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Nella causa C-61/21 la Corte di Giustizia europea sentenzia che le direttive europee che stabiliscono norme per la qualità dell’aria ambiente non sono preordinate a conferire ai singoli dei diritti la cui violazione possa dare loro diritto a un risarcimento. Però i singoli devono poter ottenere dalle autorità nazionali che esse adottino le misure richieste ai sensi di tali direttive.

Inquinamento e danni alla persona: il caso giudiziario

Il caso origina da un ricorso di un privato residente nella regione di Parigi, che ha tirato in causa lo Stato francese che non avrebbe provveduto affinché i livelli di NO2 e PM10 nell’aria ambiente non superassero i valori limite applicabili uniformemente in tutta l’Unione europea. Lamentava un danno derivante dal deterioramento del suo stato di salute fin dal 2003, che sarebbe causato dal degrado della qualità dell’aria ambiente nell’agglomerato di Parigi e chiedeva un risarcimento di 21 milioni di euro.

Il ricorso in appello – causa C-61/21

Il ricorso del sig. JP è stato respinto e, la Cour administrative d’appel de Versailles (Corte d’appello amministrativa di Versailles, Francia), investita della questione, ha domandato alla Corte se, e a quali condizioni, i singoli possano chiedere un risarcimento allo Stato per i danni alla salute derivanti dal superamento dei valori limite di concentrazione di NO2 e PM10 stabiliti dalle norme di diritto dell’Unione.

La sentenza della Corte di Giustizia nella causa C-61/21

La Corte, riunita in Grande Sezione, nella sentenza ritiene che gli obblighi derivanti dalle direttive in questione  non siano preordinati a conferire diritti individuali ai singoli che possano attribuire loro un diritto al risarcimento nei confronti di uno Stato membro. Non attribuiscono quindi a singoli o a categorie di singoli, dei diritti individuali la cui violazione possa far sorgere la responsabilità di uno Stato membro per danni causati ai loro danni, ragiona la Corte.

Direttive aria-ambiente: gli obblighi degli Stati e la protezione dei singoli

In un passaggio della Sentenza la Corte argomenta che le direttive aria-ambiente dell’Unione prevedono però obblighi chiari e precisi in merito al risultato che gli Stati membri devono garantire in un’ottica di protezione della salute umana e dell’ambiente nel suo complesso. I singoli devono perciò poter ottenere dalle autorità nazionali, agendo eventualmente dinanzi ai giudici competenti, che esse adottino le misure richieste ai sensi delle direttive europee, come un piano per la qualità dell’aria.

Qualità dell’aria: quali responsabilità ha lo Stato?

La responsabilità dello Stato può dunque sorgere sulla base del diritto interno, a condizioni meno restrittive. I giudici di uno Stato membro possono eventualmente pronunciare ingiunzioni accompagnate da penalità volte a garantire il rispetto, da parte di tale Stato, degli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione.

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Redazione InSic

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