Ciclo di gestione dei rifiuti: Galletti indica le soluzioni del DL Sblocca-Italia

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Nella relazione presentata dal ministro dell’Ambiente, Galletti il 16 ottobre scorso alla Commissione Ecomafie alla Camera, il ministro non ha parlato solo di bonifiche e non ha sollecitato solo l’approvazione del DDL sugli ecoreati, ma ha anche parlato dello stato della normativa dei rifiuti, con riferimento anche alle nuove contestazioni europee.


Le norme nazionali che disciplinano la gestione dei rifiuti, ricorda il ministro, impongono adempimenti più gravosi rispetto a quelli previsti dalla disciplina comunitaria recepita, oltretutto senza risultati pratici effettivi sul piano del contrasto delle attività di smaltimento illecito. Inoltre, prosegue il ministro “Esistono molte difficoltà operative legate alla mancanza di un sistema adeguato e integrato di impianti di gestione di rifiuti urbani e ai ritardi di alcune regioni nella raccolta differenziata”.
Le situazioni di emergenza espongono pertanto il nostro Paese a ripetute contestazioni da parte della Commissione Europea. Il ministro fa dunque riferimento alla sentenza della Corte di Giustizia che condanna l’Italia per non aver adottato alla data del 1° giugno 2012 tutte le misure necessarie per evitare il conferimento in discarica di rifiuti non trattati, e per non aver creato nella Regione Lazio una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili.
E a proposito dello Sblocca-Italia, il ministro sottolinea in un altro passaggio, che l’articolo 35 della decreto si pone come il tentativo di offrire uno spunto alla riorganizzazione del sistema vigente, introducendo nuove logiche sistematiche, prevedendo una ricognizione degli impianti di recupero e di incenerimento dei rifiuti urbani esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e adeguato di gestione di tali rifiuti e per conseguire l’autosufficienza a livello nazionale. Gli impianti, sono individuati con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e senza pregiudizio per gli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio.
Vengono quindi individuati come infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale gli impianti di recupero e di incenerimento dei rifiuti urbani esistenti o da realizzare per conseguire l’obiettivo di attuare un sistema integrato e adeguato di gestione dei rifiuti e per conseguire l’autosufficienza a livello nazionale.

Redazione InSic

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