Clima: no del Parlamento europeo al blocco quote di emissione

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Oggi 16 aprile, i deputati europei hanno votato contro il congelamento della messa in vendita di una parte delle quote di emissioni di CO2, prevista per aumentare il prezzo dei “permessi d’inquinare”. La maggioranza ha ritenuto che interferire con la fornitura di crediti minerebbe la fiducia nel sistema di scambio delle emissioni (ETS), progettato per tagliare le emissioni di gas serra. In una votazione separata, i deputati hanno accettato di escludere temporaneamente i voli intercontinentali dal regime.

La proposta di congelare i crediti, denominata “backloading”, è stata respinta di stretta misura, con 334deputati hanno votato a favore, contro 315 e 63 astenuti. Il testo sarà ora rinviato alla commissione ambiente del Parlamento europeo.
I deputati che si sono opposti al provvedimento propongono una profonda riforma del sistema ETS e temono che interferire con la fornitura di crediti potrebbe minare la fiducia nel sistema. Alcuni credono anche che un aumento del prezzo del carbonio potrebbe erodere la competitività dell’industria europea ed essere caricato sulle bollette energetiche delle famiglie.
D’altro canto, chi sostiene la proposta ritiene che l’aumento del prezzo del carbonio aiuterà la transizione dell’UE verso un’economia verde, promuovendo investimenti e innovazione, aggiungendo che un prezzo più alto potrebbe anche facilitare la connessione del mercato europeo del carbonio con quelli di altre regioni.
“Sono profondamente dispiaciuto del voto di oggi. E ‘l’inizio del rimpatrio della politica climatica”, ha detto il relatore Matthias Groote (S&D, DE). “Questo tipo di politica fa il gioco degli scettici del clima. La bocciatura della proposta di backloading indebolisce il sistema UE di scambio delle emissioni e mette i nostri obiettivi climatici a rischio”, ha aggiunto.

Una seconda relazione, preparata da Peter Liese (PPE, DE) e adotatta con XXX, riguarda un accordo con il Consiglio per sospendere per un anno l’applicazione del sistema ETS ai voli intercontinentali, al fine di facilitare il percorso verso un accordo globale in seno all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO).
“Le emissioni dell’aviazione sono più o meno raddoppiate dal 1990 e sono in costante aumento”, ha detto il relatore Peter Liese (PPE, DE). “Le obiezioni di paesi terzi per essere inclusi nel sistema ETS non sono fondate. Vogliamo solo fermare il tempo per realizzare un accordo quadro di riferimento per una convenzione a livello mondiale all’interno dell’ICAO. Non siamo disposti a mantenere questa deroga per più di un anno”. Il relatore ha poi invitato l’Unione europea a sfidare il segretario di Stato americano John Kerry, durante i negoziati, aggiungendo: “Dopo la proposta di legge Kerry-Lieberman, se gli Stati Uniti non fanno uno sforzo in direzione di un accordo in ICAO, Kerry perderà credibilità.”

Che cos’è il Sitema ETS?
Il sistema ETS, un mercato del carbonio creato nel 2005, stabilisce un massimale complessivo di emissioni permesse, che è gradualmente ridotto nel lungo termine. Entro il 2020, le emissioni dei settori coperti dal sistema ETS saranno del 21% inferiori a quelli del 2005.
Al di sotto questo tetto, le aziende ricevono o acquistano crediti messi all’asta dagli Stati membri. Un credito corrisponde a una tonnellata di emissioni di CO2. Le aziende possono anche vendere crediti non utilizzati. Limitare la fornitura di crediti garantisce loro valore, per cui il sistema ricompensa le aziende che investono per limitare le emissioni.

Redazione InSic

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