Il decreto 27 novembre 2013, in allegato, riporta la “Metodologia di identificazione e designazione dei corpi idrici fortemente modificati e artificiali per le acque fluviali e lacustri”: i contenuti dell’allegato sono stati introdotti nel Codice Ambiente attraverso l’inserimento del punto B.4.1, (rubricato “Metodologia di identificazione e designazione dei corpi idrici fortemente modificati e artificiali per le acque fluviali e lacustri”) all’interno dell’Allegato 3 parte III del D.Lgs. 152/2006.
I criteri tecnici riportati nel nuovo decreto ministeriale possono essere comunque modificati con atto regolamentare qualora ve ne sia necessità anche su motivata richiesta da parte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano e, comunque, per sopravvenute esigenze o per nuove acquisizioni scientifiche o tecnologiche.
Il DM 27 novembre 2013 mantiene le disposizioni per la designazione dei corpi idrici fortemente modificati e artificiali di cui all’articolo 77, comma 5, della parte terza del Codice Ambiente.
Nell’Allegato al DM 27 novembre 2013 si riporta l’articolazione della procedura per il riconoscimento dei corpi idrici fortemente modificati (CIFM) e artificiali (CIA) e dettaglia i due Livelli di procedura, quella della Identificazione preliminare dei corpi idrici (punto B.4.1.3) e la Designazione dei Corpi idrici (punto B.4.1.4)
L’Identificazione si compone di diverse fasi: innanzitutto si verifica la rispondenza ai criteri dell’art. 74 co 2 lett. F) poi si passa alla verifica delle modificazioni nelle caratteristiche idromorfologiche del corpo idrico, valutando quelle più significative; in seguito si valuta se il corpo idrico raggiunge o meno il buono stato ecologico e se i corpo idrico stesso viene sostanzialmente mutato nelle sue caratteristiche idromorfologiche a causa di alterazioni fisiche dovute all’attività antropica.
Sotto l’allegato al DM 27 Novembre 2013, che contiene la Metodologia per l’Identificazione e la Designazione dei corpi idrici
Allegati
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