Costa: le linee programmatiche del Ministero dell’Ambiente

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Il neo Ministro dell’Ambiente Costa ha recentemente confermato il varo di una legge per consentire il recupero della plastica in mare seguendo la linea indicata dalle direttive comunitarie recentemente emanate in materia (“Plastic Free“), intesa come primo step di un pacchetto di norme sull’economia circolare, cui seguiranno disposizioni anche sul riuso della plastica.
Spiega poi il Ministro che verranno coinvolti i pescatori (il 50% del loro pescato sarebbe plastica) e aggiunge: “Attualmente non lo possono nemmeno portare a terra, quindi interverremo sulla legge, la 152/2006, il codice dell’ambiente, per consentire loro di portare la plastica a terra. In questo modo potranno svolgere un servizio sociale, con il sostegno del Ministero dell’Ambiente. Potranno pulire il mare senza rischiare conseguenze giuridiche e alimentando i consorzi del riciclo”
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Plastic Free Challange from Ministero dell'Ambiente on Vimeo.


I sei obiettivi di Costa
Ma quali sono le linee programmatiche del nuovo titolare del dicastero?
Le ha riportate il Ministro stesso durante l’audizione al Senato poi riportata fedelmente sul sito del Ministero di cui riprendiamo i punti essenziali.
Sono poi 6 le sfide principali indicate dal Ministro Costa
1. Proseguire e rendere più ambiziosa la lotta ai cambiamenti climatici, attraverso la leva di uno sviluppo diverso, basato su una riduzione – fino alla eliminazione – dei fattori inquinanti, specialmente nel settore della mobilità;
2. Salvaguardare la natura, contrastare la perdita di biodiversità, valorizzare l’acqua come bene comune;
3. Impedire il consumo del suolo e prevenire il rischio idrogeologico;
4. Assicurare la sicurezza del territorio attraverso la prevenzione e il contrasto dei danni ambientali e la lotta alle tante terre dei fuochi presenti nel nostro Paese;
5. Governare la transizione verso l’economia circolare e rifiuti zero;
6. Diminuire, fino ad azzerarle, le infrazioni inflitte al nostro Paese dall’Unione Europea.

Lotta ai cambiamenti climatici e alle emissioni inquinanti
Per quanto riguarda il primo obiettivo, spicca il coinvolgimento delle Pubbliche Amministrazioni a tutti i livelli nella promozione del cambiamento “verde” e rendere operativo il Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica oltre al puntare sulla mobilità sostenibile per la progressiva riduzione dell’utilizzo di autoveicoli con motori alimentati a diesel e benzina, al fine di ridurre il numero di veicoli inquinanti e contribuire concretamente al conseguimento e miglioramento degli obiettivi contenuti nell’accordo di Parigi.
Il Ministro annuncia anche che si cercherà di porre rimedio al mancato rispetto dei limiti imposti dalle norme comunitarie in materia di qualità dell’aria, relativamente al materiale particolato PM10 e al biossido di azoto NO2 e saranno predisposti ulteriori accordi sia con le Regioni più attive sul tema qualità dell’aria (Umbria e Toscana), sia con quelle maggiormente problematiche (Lazio, Sicilia e Campania) e sarà rafforzata la collaborazione con gli altri Ministeri responsabili di settori che producono emissioni (trasporti, agricoltura e sviluppo economico), al fine di coordinare le politiche rispettivamente intraprese con un’ottica più integrata con le esigenze della tutela della qualità dell’aria.

Biodiversità: riforma della Legge Aree protette
Nell’ambito del secondo obiettivo spicca la riforma della legge 394/1991, cd. Legge quadro sulle aree protette, per rafforzare il concetto centrale della “conservazione della natura” nell’ambito di un modello innovativo che valorizzi anche le realtà territoriali per un forte sviluppo ecosostenibile.

Dissesto idrogeologico: regole certe e durature
Quanto al contrasto allo spreco del suolo (il Ministro ha annunciato una legge imminente sul consumo del suolo) e al dissesto idrogeologico, il ministro intende introdurre regole certe e durature in vista di una politica di sostegno che promuova la rigenerazione urbana e pensa ad introdurre il bilancio ecologico comunale.
Torna poi al Ministero Ambiente l’attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, prima di competenza della struttura di missione dislocata presso la Presidenza del Consiglio (l’ufficialità arriverà con il decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 2 luglio 2018): previsto lo sblocco dei fondi rotativi per la tutela idrologica del territorio e l’ammodernamento della infrastruttura hardware e software del Geoportale Nazionale per la prevenzione dei rischi.
Infine un riferimento anche al completamento della cartografia geologica d’Italia e della micro-zonazione sismica, come anche la proposta di legge quadro sulle isole minori, ecosistemi fragili che necessitano di alti livelli di salvaguardia ambientale e presso cui si concentrano molte delle aree marine protette del nostro Paese.

Sicurezza del Territorio e reati ambientali: inasprimento sanzionatorio
Quanto al generico obiettivo della sicurezza del territorio, il Ministero punta a rafforzare le misure già previste nell’ordinamento per prevenire e reprimere i reati ambientali attraverso una parziale riforma della legge 68/2015 che, secondo il dettato del ministro, dovrebbe:
inasprire la risposta sanzionatoria per i reati ambientali contravvenzionali già previsti dalla legge. Penso in particolare agli articoli 256 e 259 del Codice dell’Ambiente;
• prevedere il sequestro e la confisca dei beni frutto di reati ambientali, come già previsto dall’ordinamento per i beni acquisiti dalla criminalità organizzata tramite attività illecite – una sorta di confisca allargata;
applicare il Daspo, ovvero un ordine di allontanamento, fino a 2 anni, nei confronti di chi si rende responsabile di trasporto abusivo, abbandono, sversamento e combustione illecita di rifiuti nei pressi di istituti scolastici, luoghi di cultura, parchi pubblici, mercati, siti turistici, ferrovie, aeroporti e stabilimenti balneari o nelle campagne;
• introdurre la possibilità di arresto in flagranza differita per gli illeciti ambientali più gravi;
• inasprire le previsioni relative al delitto di combustione illecita di rifiuti e roghi tossici;
• riorganizzare il sistema e le competenze di polizia ambientale, al fine di rafforzare le attività di indagine riguardanti la protezione boschiva, la protezione del paesaggio, il settore riguardante i rifiuti, la protezione degli animali di affezione, selvatici o esotici e la repressione e la prevenzione dei reati ambientali;
• prevedere il sequestro dei beni per chi inquina e ritiene di non pagare.
• Prevista anche una riforma della governance sulla Terra dei fuochi prevista dal decreto-legge 136 del 2013, portando la competenza in capo al Ministero dell’Ambiente (sempre con DM del 2 luglio) e una revisione dei meccanismi di governo e degli strumenti di messa in sicurezza e bonifica ambientale, soprattutto per le discariche cd. “orfane”, sbloccando i fondi fermi al Ministero e a Palazzo Chigi secondo criteri di rigorosa trasparenza.

Economia circolare: premi per chi punta al riciclo
In materia di economia circolare, in vista azioni per l’obiettivo di rifiuti zero e della revisione del ciclo dei rifiuti e delle misure anti-inquinamento. Per favorirla il ministro cita la progettazione di beni e fiscalità premianti per chi produce beni riciclabili e riutilizzabili, realizzazione di centri di riparazione e riuso dei beni utilizzati, rivedere il ciclo dei rifiuti e il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, incentivazione alla filiera corta di gestione, con il recupero di materia del compost per ridurre i fertilizzanti chimici e l’irrigazione; aggiornamento delle linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei rifiuti e per la prevenzione dei rischi e rafforzamento attività di vigilanza e monitoraggio sulla gestione dei rifiuti su base regionale, con coinvolgimento diretto delle prefetture; interscambio informativo tra ISPRA e il Sistema Nazionale a rete per la protezione dell’ambiente con il Sistema delle Polizie Ambientali Nazionali.

Amianto: verso una cabina di regia unica
Compare poi anche l’obiettivo di riforma della normativa sull’amianto creando una cabina di regia unica presso il Ministero dell’Ambiente e specifiche agevolazioni per le attività di bonifica e individuazione dei siti di trattamento in accordo con le Regioni oltre al rafforzamento delle azioni a supporto di soggetti pubblici e privati per incentivare gli interventi di Bonifica Amianto – Fondo Progettazione e Credito d’Imposta.
Al via anche i servizi “INFO AMIANTO”, sistema web-based per la gestione dei procedimenti amministrativi relativi ad aree contaminate da amianto e “ASBESTO 2.0” (Amianto in Superficie e Bonifica degli Edifici Scolastici mediante uso di tecnologie di Telerilevamento Ottico).

Infrazioni: una task force specifica
Quanto al cronico problema delle infrazioni europee in materia ambientale, ultimo dei sei obiettivi programmatici del ministero, (ora giunte a quota 13 ambientali su 59 complessive), Costa ha intenzione di istituire una specifica task force, coordinata dall’Ufficio di Gabinetto con il contributo dell’ufficio legislativo e di un referente per ciascuna direzione generale e di un rappresentante delle Regioni coinvolti dalla procedura di infrazione, per seguire ogni procedura e stabilire una road map con tempi certi per la sua soluzione, anche attraverso l’esercizio del potere sostitutivo.

Chi è Sergio Costa
Nato a Napoli il 22 aprile 1959, proprio nel giorno in cui si festeggia e si celebra la Terra, si è laureato in Scienze Agrarie presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Nel 2006 ha conseguito un Master in diritto e gestione dell’ambiente inoltre, nel 1995 è titolato S.F.P. – Scuola di perfezionamento per le Forze di Polizia del Ministero dell’Interno con un Master di Alta Specializzazione in “Teoria del Coordinamento” ed ha frequentato il Corso di Formazione Dirigenziale del Corpo Forestale dello Stato.
E’ entrato nel 1987 nei ruoli del Corpo Forestale dello Stato, poi dal 2005 al 2008 comandante della polizia provinciale di Napoli. Nel 2008 rientra nei ruoli del Corpo Forestale dello Stato, e nel 2009 è Comandante Regionale Corpo Forestale dello Stato Basilicata. Dal 2012 è Comandante provinciale del Corpo Forestale di Napoli. Dal 2014 Comandante regionale Corpo Forestale della Campania; dal 2017 Generale di Brigata Carabinieri Comandante Regione Carabinieri Forestale Campania. In prima linea nella battaglia sulla Terra dei Fuochi, sono sue le inchieste portanti che hanno disvelato la tragedia Campana.

Redazione InSic

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