Discarica di Colfelice, arriva la bocciatura del Tar Lazio

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Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha rinviato al 18 aprile una nuova Camera di consiglio, per la richiesta di sospensiva del decreto Clini e dell’ordinanza del commissario Sottile (che imponeva il trattamento di una parte dei rifiuti romani anche al Tmb di Colfelice) avanzata dai Comuni di Colfelice e San Giovanni Incarico.
Il Tar ha stabilito che entro 20 giorni il ministero dell’Ambiente dovrà presentare una relazione su diversi punti, per ”un accertamento in ordine alla capacità reale di trattamento meccanico biologico dell’impianto Saf allo scopo di verificare se detta capacità coincida o meno con quella autorizzata e in ordine alla situazione attuale degli impianti di identica funzione di Roma Capitale”.
Il ministro dell’Ambiente Clini ha affermato che “L’ordinanza del Tar è a dir poco sorprendente”. Clini infatti riporta che “Si chiede al Ministero di accertare ciò che da mesi è stato già accertato, che è stato oggetto di un analogo ricorso al Tar e di una decisione di secondo grado del Consiglio di Stato che ha sancito la perfetta legalità del piano del Ministero dell’Ambiente per il pieno utilizzo degli impianti di TMB nel Lazio”.
“In pratica, dietro il paravento dei formalismi giuridici – rileva il Clini – siamo in pieno “bis in idem”. E’ noto infatti che una precedente ordinanza del Tar, che aveva sospeso un decreto del Ministro in merito alla piena utilizzazione impianti del Lazio, è stata annullata dal Consiglio di Stato che ha acquisito le stesse informazioni giù trasmesse al Tar. Informazioni fornite dal Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri che ha certificato la capacità degli impianti in relazione alle loro caratteristiche e alle autorizzazioni ricevute e che sono esattamente le informazioni che oggi il Tar chiede al Ministero. Una sorta di “ritorna alla casella di partenza” che l’emergenza rifiuti esistente nel Lazio non può sostenere, pena gravissime conseguenze”.
“Inoltre – sottolinea il Ministro – la decisione interlocutoria del Tar su una materia già decisa potrebbe rafforzare le ragioni della Commissione Europea che ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia per la gestione dei rifiuti del Lazio, vanificando gli sforzi per evitare Fra i motivi addotti dalla Commissione, a fronte del piano del Governo per risolvere l’emergenza rifiuti c’è infatti proprio l’incertezza determinata dai ricorsi, presentati per bloccare l’esercizio degli impianti autorizzati, che vengono accolti dalla giustizia amministrativa. In queste condizioni infatti non c’è nessuna certezza sulla possibilità di dare applicazione a disposizioni previste dalle leggi”.
Il Ministro intende procedere sulla base del programma stabilito con AMA e con gli esercenti di tutti gli impianti esistenti nel Lazio al fine di riportare la legalità nella gestione dei rifiuti della regione e bloccare la procedura presso la Corte di Giustizia

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Redazione InSic

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