Nel testo si ricorda che la Commissione ha deciso di rinviare l’Italia dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea, chiedendo sanzioni per la mancata attuazione, da parte delle autorità italiane, della precedente sentenza della Corte di aprile 2007 relativa alla violazione della direttiva sulle discariche di rifiuti (1999/31/CE).
La Commissione ha individuato circa 255 discariche, 16 delle quali contenevano rifiuti pericolosi, ancora da bonificare. Inoltre la Commissione ha rilevato l’assenza di un monitoraggio efficace che potesse prevenire l’apertura di ulteriori discariche illegali.
Secondo la Commissione è davanti agli occhi di tutti il fallimento endemico, in atto da decenni, nel far fronte ai problemi della gestione dei rifiuti in Italia. Tale fallimento ha avuto un effetto estremamente negativo e dannoso sulla salute della popolazione che vive in prossimità dei principali impianti di rifiuti e sull’ambiente naturale che ha subito l’inquinamento tossico, soprattutto delle falde acquifere.
Lo stesso sistema politico italiano, secondo la Commissione, presenta profonde falle strutturali, il che sembrerebbe spiegare in parte l’inefficiente gestione dei rifiuti, in generale, e la mancanza di un processo decisionale coerente quanto all’efficace attuazione della politica in materia di rifiuti, laddove esista una siffatta politica. La Commissione riscontra un’evidente mancanza di chiarezza per quanto riguarda la responsabilità delle decisioni (per esempio sulla costruzione di impianti di discarica) tra le strutture politiche a livello regionale e provinciale.
Tale fallimento sistemico, a sua volta, ha portato all’adozione di leggi d’emergenza (dato che la situazione è andata sempre di più fuori controllo) e alla nomina di ex prefetti a commissari straordinari con l’impossibile mandato di imporre soluzioni che, come oggi appare chiaro, non hanno superato la verifica di conformità a molte disposizioni del diritto dell’Unione europea.
In tali circostanze, secondo la relazione del Parlamento UE, il fatto che le decisioni siano imposte alle comunità locali senza un’adeguata valutazione o consultazione ha peggiorato di gran lunga una situazione già grave.
Il Ministro Clini ha subito commentato sul sito istituzionale, le conclusioni della Commissione confermando la necessità e l’efficacia delle misure intraprese e ritenendo che il documento della Commissione descriva una situazione che è stata superata dal decreto ministeriale del 3 gennaio. Il decreto infatti è finalizzato ad attuare pienamente la legislazione italiana e le direttive europee senza il ricorso a deroghe o a poteri straordinari, così come suggeriscono anche i parlamentari europei nella loro relazione. Il decreto è basato sul principio della responsabilità delle amministrazioni che devono assicurare ordinariamente il rispetto delle leggi in linea con gli obiettivi, stabiliti dal “Patto per Roma”, di aumentare progressivamente la raccolta differenziata e il recupero dei rifiuti, riducendo drasticamente il conferimento in discarica. Inoltre il decreto prevede che, in base alla legge, venga esercitato potere sostituivo nei confronti delle amministrazioni che non attueranno quanto stabilito per il completo e pieno rispetto delle leggi e delle direttive europee in materia di gestione dei rifiuti. Va ricordato anche che il decreto non prevede l’apertura di nuove discariche.
Clini rincara inoltre, criticando l’impostazione scelta più di recente dal TAR del Lazio, che ha invece bloccato il programma degli interventi finalizzato al recupero e alla riduzione del conferimento in discarica, con motivazioni che non hanno alcun riferimento alle leggi in vigore e alle direttive europee. Un decisione, si legge nel comunicato ministeriale, che secondo Clini rischia di autorizzare di fatto la continuazione del conferimento nella discarica di Malagrotta di rifiuti non trattati ed espone l’Italia e Roma al rischio di provvedimenti europei dal tono ben diverso da questa relazione della Commissione per le Petizioni.
A questo proposito il ministro ha incaricato di nuovo il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di accertare l’effettiva capacità di trattamento e recupero dei rifiuti negli impianti di Roma, mentre confermo di non avere in previsione alcuna deroga o proroga circa l’ulteriore utilizzo della discarica di Malagrotta”.
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