Sotto accusa la discarica di Malagrotta a Roma e altre discariche nella regione Lazio: secondo l’Europa l’Italia assume una interpretazione troppo restrittiva del concetto di trattamento dei rifiuti, al punto che queste discariche sono riempite con rifiuti che non hanno subito il trattamento prescritto dalla legislazione UE ed operano in violazione della legislazione europea sui rifiuti, costituendo una grave minaccia per la salute umana e per l’ambiente.
Per questo l’Italia è stata deferita davanti alla Corte di Giustizia dell’UE
La Commissione spiega che la direttiva sulle discariche di rifiuti stabilisce che i rifiuti da collocare in discarica devono essere trattati in precedenza, ossia devono subire alcuni “processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, che modificano le caratteristiche dei rifiuti allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero”.
Un’inchiesta europea ha rivelato che alcuni dei rifiuti urbani prodotti nel Lazio non sono trattati in impianti di trattamento meccanico-biologico (MBT) prima della collocazione in discarica, perché il Lazio non dispone di una capacità sufficiente in questo settore. Di conseguenza, una parte dei rifiuti urbani collocati nella discarica di Malagrotta e in altre discariche del Lazio non subisce il trattamento appropriato, che dovrebbe includere un’adeguata cernita dei rifiuti in flussi di rifiuti e la stabilizzazione della loro parte organica. Secondo le ultime informazioni fornite dalle autorità italiane, circa 735 000 tonnellate di rifiuti non subiscono il suddetto trattamento nella provincia di Roma ogni anno oltre a 120 000 tonnellate nella vicina provincia di Latina.
Secondo la Commissione il nostro Paese ritiene che i rifiuti collocati nelle discariche nelle province di Latina e Roma possano essere considerati «trattati», in quanto sono stati frantumati prima di essere interrati. Tuttavia, secondo la Commissione, il fatto di frantumare o sminuzzare rifiuti indifferenziati prima di interrarli non è sufficiente al fine di prevenire o ridurre, per quanto possibile, gli effetti negativi sull’ambiente e qualunque rischio che ne derivi per la salute umana (come richiesto sia dalla direttiva sulle discariche sia dalla direttiva quadro sui rifiuti), il trattamento deve comprendere anche una corretta selezione dei diversi flussi di rifiuti.
Non è quindi bastata la rassicurazione fornita alle autorità europee dal ministero dell’Ambiente: per la Commissione gli inadempimenti relativi al trattamento dei rifiuti in Lazio continueranno probabilmente fino al 2015.
Rispetto a quest’ultima affermazione, il ministro Clini ha affermato che “Tra qualche mese, tra luglio e ottobre, avremo risolto le inadempienze e il ciclo sarà chiuso in modo completo”. Clini si è recato a Bruxelles per sostenere le ragioni del governo, assicurando che il piano concordato mercoledì con tutte le aziende che si occupano di rifiuti nel Lazio, eviterà la condanna”. Inoltre, ha ricrdato che il 10 aprile è l’ultimo giorno per il conferimento di rifiuti non trattati nella discarica di Malagrotta, mentre continua la progressiva riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti trattati. Gli impianti di trattamento meccanico biologico faranno produzione di combustibile, di Fos (produzione organica stabilizzata). Quanto al residuo che arriva in discarica: “in quattro mesi verrà progressivamente ridotto mentre saranno aumentate le percentuali di combustibile derivato dai rifiuti e dalla frazione organica stabilizzata. Entro 15 giorni entra in funzione un altro impianto di tritovagliatura che avrà la caratteristica di separare la frazione secca dall’umido. Il secco verrà trasformato in combustibile mentre l’umido verrà portata negli impianti per la produzione di compost. Quindi niente andrà in discarica” afferma il Ministro.
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