Emilia Romagna: approvato il Piano regionale dei rifiuti

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La Giunta della Regione Emilia-Romagna ha adottato il Piano regionale di gestione dei rifiuti. Nella mattinata del 27 febbraio 2014 il sottosegretario Alfredo Bertelli ha illustrato in Commissione Ambiente tutte le novità introdotte con l’adozione del Piano.

Riduzione tra il 20 e il 25% della produzione pro-capite dei rifiuti urbani, raccolta differenziata ad almeno il 70% entro 6 anni, riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico per almeno il 65%, autosufficienza per lo smaltimento nell’ambito regionale con l’ottimizzazione degli impianti esistenti, recupero energetico delle frazioni di rifiuto per le quali non è possibile alcun recupero, minimizzazione dello smaltimento a partire dal conferimento in discarica. Sono questi i principali obiettivi del Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr) che, ponendosi come orizzonte temporale il 2020, è stato adottato dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna.

Il Piano prevede tre filoni di intervento: prevenzione, recupero di materia, recupero energetico e smaltimento.
– Prevenzione: gli obiettivi sono una riduzione della produzione di rifiuti urbani pro capite compresa tra il 15 ed il 20%, nonché la diminuzione della pericolosità dei rifiuti speciali.
– Recupero di materia: si punta al raggiungimento di almeno il 70% di raccolta differenziata entro il 2020. Sempre nello stesso periodo si tenderà a un incremento della qualità della raccolta differenziata che porti al riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico per almeno il 65% in termini di peso rispetto al quantitativo totale delle stesse frazioni presenti nel rifiuto urbano. Inoltre si punterà a un incremento del recupero della frazione organica per la produzione di compost di qualità.
– Recupero energetico e smaltimento: prevede l’autosufficienza per lo smaltimento dei rifiuti urbani e speciali prodotti nell’ambito regionale, mediante l’utilizzo ottimale degli impianti esistenti. Poi il recupero energetico delle frazioni di rifiuto per le quali non sia possibile alcun recupero di materia; la minimizzazione dello smaltimento a partire dal conferimento in discarica; l’equa distribuzione territoriale dei carichi ambientali derivanti dalla gestione dei rifiuti.

Inoltre, il Piano prevede che, a fronte di una popolazione in crescita tendenziale del 5,4%, la produzione pro capite (kg/ab) abbia un decremento stimato compreso tra il 20 e il 25% e la raccolta differenziata salga dal 53 al 70%. Tali previsioni necessitano di un modello integrato dell’intero ciclo di gestione, non affidato solo ai risultati attesi dalla messa in atto di politiche di recupero e smaltimento ma anche all’obiettivo di ridurre i rifiuti alla fonte.

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Redazione InSic

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