Ilva: la Commissione apre una procedura di infrazione europea

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Riportiamo di seguito il comunicato integrale del comunicato stampa della Commissione europea che annuncia l’apertura di una procedura da parte della Commissione contro il nostro Paese, a causa della mancata riduzione dei livelli di emissione

La Commissione europea ha deciso di avviare un’azione contro l’Italia per ridurre l’impatto ambientale dell’acciaieria ILVA di Taranto (in seguito “l’ILVA”), il più grande stabilimento siderurgico europeo.
In seguito a diverse denunce provenienti da cittadini e ONG, la Commissione ha accertato che l’Italia non garantisce che l’ILVA rispetti le prescrizioni dell’UE relative alle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente.
L’Italia è inoltre inadempiente anche rispetto alla direttiva sulla responsabilità ambientale, che sancisce il principio “chi inquina paga”. Su raccomandazione del Commissario per l’ambiente Janez Potocnik la Commissione invia pertanto all’Italia una lettera di costituzione in mora, concedendole due mesi per rispondere.

La maggior parte dei problemi deriva dalla mancata riduzione degli elevati livelli di emissioni non controllate generate durante il processo di produzione dell’acciaio. Ai sensi della direttiva sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento (“direttiva IPPC”) le attività industriali ad alto potenziale inquinante devono essere munite di autorizzazione.
Le prove di laboratorio evidenziano un forte inquinamento dell’aria, del suolo, delle acque di superficie e delle falde acquifere, sia sul sito dell’ILVA, sia nelle zone abitate adiacenti della città di Taranto. In particolare, l’inquinamento del quartiere cittadino di Tamburi è riconducibile alle attività dell’acciaieria.
Oltre a queste violazioni della direttiva IPPC e al conseguente inquinamento, risulta che le autorità italiane non hanno garantito che l’operatore dello stabilimento dell’ILVA di Taranto adottasse le misure correttive necessarie e sostenesse i costi di tali misure per rimediare ai danni già causati.

La Commissione, pur ritenendo un segnale positivo i recenti impegni assunti dalle autorità italiane per rimediare alla situazione, chiede tuttavia all’Italia di rispettare gli obblighi cui è tenuta ai sensi della direttiva IPPC e della direttiva sulla responsabilità ambientale. La Commissione è pronta ad aiutare le autorità italiane nei loro sforzi per risolvere queste questioni gravi.

Redazione InSic

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