Durante l’ultimo Consiglio dei ministri del 25 maggio 2023, il Governo ha approvato un disegno di legge che prevede la ratifica del “Protocollo di Göteborg” del 30 novembre 1999 allegato alla Convenzione di Ginevra del 1979 sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza, per la riduzione dell’acidificazione, dell’eutrofizzazione e dell’ozono troposferico; la ratifica riguarda poi anche le modifiche al testo e agli allegati da II a IX del Protocollo del 1999 e l’aggiunta dei nuovi allegati X e XI, adottate a Ginevra il 4 maggio 2012.
Cosa prevede il Protocollo di Göteborg e le sue modifiche successive? Cosa comporta la ratifica italiana degli accordi internazionali in materia di qualità dell’aria?
Nell'articolo
Cos’è il Protocollo di Göteborg?
Il Protocollo di Göteborg del 1999 è solo uno degli otto protocolli esistenti in materia di inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza previsti dalla Convenzione di Ginevra sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza firmata a Ginevra nel 1979, nell’ambito della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni unite (UNECE) ed è entrata in vigore nel 1983.
Fa dunque parte di un sistema di accordi internazionali che permette ai governi di collaborare con l’obiettivo di proteggere la salute umana e l’ambiente dall’inquinamento atmosferico che può danneggiare diversi paesi.
Inquinamento atmosferico: le riduzioni delle emissioni previste dal Protocollo di Göteborg
Il protocollo del 1999 per la riduzione dell’acidificazione, dell’eutrofizzazione e dell’ozono troposferico (Protocollo di Göteborg) fissa limiti nazionali di emissione dal 2010 al 2020 per 4 inquinanti:
- anidride solforosa (SO2),
- NOx,
- COV da prodotti quali vernici o aerosol
- NH3.
Stabilisce inoltre valori limite rigorosi per fonti di emissioni specifiche (ad esempio impianti di combustione, produzione di elettricità, pulitura a secco, automobili e camion) e richiede che siano utilizzate le BAT per mantenere basse le emissioni.
Le modifiche al Protocollo di Göteborg e gli effetti sul clima
Il protocollo è stato modificato
- nel 2012 per includere impegni nazionali sulla riduzione delle emissioni da raggiungere entro il 2020 e oltre [tali emendamenti sono stati ratificati dall’Unione nella decisione (UE) 2017/1757 del Consiglio].
- negli allegati tecnici con serie aggiornate dei valori limite di esposizione sia per le principali fonti fisse che per le fonti mobili.
Il protocollo rivisto è il primo accordo vincolante che include impegni per la riduzione delle emissioni di particolato fine, include anche specificatamente l’inquinante climatico di breve durata (fuliggine) come componente di una materia particolare ai fini della riduzione dell’inquinamento atmosferico, favorendo nel contempo i benefici collaterali del clima.
Inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza: i Protocolli internazionali di riferimento
Il Protocollo di Göteborg, come abbiamo detto, è solo uno degli otto protocolli esistenti in materia di inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza previsti dalla Convenzione di Ginevra.
Gli altri 7 sono:
- Il protocollo del 1984 relativo al finanziamento a lungo termine del programma concertato per la sorveglianza e la valutazione del trasporto a grande distanza degli inquinanti atmosferici in Europa (Protocollo EMEP).
- Il protocollo del 1985 relativo alla riduzione delle emissioni di zolfo o dei loro flussi transfrontalieri (Protocollo di Helsinki) di almeno il 30 % rispetto ai livelli del 1980;
- Il protocollo del 1988 relativo alla lotta contro le emissioni di ossidi di azoto (NOx) o ai loro flussi transfrontalieri (protocollo di Sofia);
- Il protocollo del 1991 sul controllo delle emissioni di COV o dei loro flussi transfrontalieri;
- Il protocollo del 1994 relativo a una nuova riduzione delle emissioni di zolfo (Protocollo di Oslo): questo protocollo si basa sul protocollo di Helsinki del 1985 e fissa limiti di emissione fino al 2010 e oltre.
- Il protocollo del 1998 sui metalli pesanti (Protocollo di Aarhus): si concentra su tre metalli, il cadmio, il piombo e il mercurio.
- Il protocollo del 1998 sugli inquinanti organici persistenti, il cui obiettivo finale è quello di eliminare eventuali scarichi, emissioni e perdite di tali inquinanti (vedi il nostro approfondimento sulla Convenzione di Stoccolma e sul Regolamento europeo per i PoP).
Maggiori informazioni sulla pagina dedicata dell’Unione europea
Ratifica europea del protocollo di Göteborg
L’Unione è parte del Protocollo del 1999 di Göteborg a seguito della adesione da parte della Comunità europea con decisione 2003/507/CE del Consiglio.
Le parti del protocollo di Göteborg hanno avviato negoziati nel 2007 al fine di migliorare ulteriormente la protezione della salute umana e dell’ambiente, anche attraverso l’istituzione di nuovi obblighi di riduzione delle emissioni per alcuni inquinanti atmosferici selezionati, da conseguire entro il 2020, e l’aggiornamento dei valori limite di emissione di inquinanti atmosferici volti a ridurre le emissioni alla fonte.
Ratifica italiana del Protocollo di Göteborg: cosa cambia?
Il Governo nell’ultimo consiglio dei ministri, ha affermato che con il Disegno di Legge di ratifica si introducono le disposizioni internazionali volte a migliorare, a lungo termine, la salute umana e l’ambiente attraverso più rigorosi impegni nazionali di riduzione delle emissioni.
In particolare, le misure di riduzione riguardano le emissioni di
- particolato PM2,5;
- black carbon (il nero di carbonio o nerofumo, prodotto dalla combustione di prodotti petroliferi pesanti), alla base di gravi malattie cardiopolmonari ed elemento cancerogeno.
- composti organici volatili (COV) derivanti da prodotti per uso domestico, architettonico o privato.
Il decreto di ratifica introduce disposizioni per la raccolta e lo scambio di informazioni sulle concentrazioni nell’ambiente delle sostanze e sulle proiezioni delle emissioni, che devono essere rese note al pubblico.
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