Convenzione Stoccolma

Inquinanti organici persistenti: la Convenzione di Stoccolma – cos’è, chi riguarda e Aggiornamenti

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In Gazzetta ufficiale è stata pubblicata la LEGGE 12 luglio 2022, n. 93 di Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (POP – Persistent Organic Pollutants) del 22 maggio 2001, in vigore dal 19 luglio 2022. Aderendo alla Convenzione di Stoccolma, l’Italia come l’UE e gli altri Stati che ne fanno parte, si sono impegnati a ridurre al minimo le emissioni in atmosfera dei POPs, intenzionali e non intenzionali, e i loro rilasci nelle acque e nei suoli.

Cosa sono gli inquinanti organici persistenti? Quali sono le regole fissate dalla Convenzione di Stoccolma il recepimento europeo ed italiano e le ultime modifiche alla Convenzione (maggio 2023)? 

Cosa sono gli Inquinanti organici preesistenti?

Gli inquinanti organici persistenti sono sostanze chimiche utilizzate negli antiparassitari e nei processi industriali. Essi rimangono attivi per molti anni, si disperdono facilmente, si bioaccumulano, e costituiscono un rischio per la salute umana e per l’ambiente.
La Convenzione di Stoccolma inizialmente riguardava 12 POP. Da allora sono state aggiunte nuove sostanze chimiche e attualmente ne sono elencate 22 nell’allegato A, che ne proibisce la produzione o l’uso, salvo in caso di deroghe generiche o specifiche. L’allegato B limita fortemente la produzione e l’uso del DDT, un antiparassitario utilizzato in molti paesi in via di sviluppo.

Che cos’è la Convenzione di Stoccolma?

La Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (GU L 209 del 31.7.2006) è stata aperta alla firma a Stoccolma il 23 maggio 2001. In maggio 2017 era stata ratificata da 181 parti ed è in vigore dal 17 maggio 2004.
Mira a proteggere la salute umana e l’ambiente dagli effetti nocivi degli inquinanti organici persistenti (POP). Esso limita, e arriva a eliminare, la loro produzione intenzionale o non intenzionale, l’uso, il commercio, le emissioni e la conservazione.

Convenzione di Stoccolma: cosa prevede?

La Convenzione prevede:

  • il divieto della produzione, dell’utilizzo e della commercializzazione (inclusa importazione ed esportazione) degli inquinanti organici persistenti (POPs, dall’inglese Persistent Organic Pollutants), prodotti intenzionalmente, elencati agli allegati A e B della Convenzione stessa;
  • la continua riduzione e, se possibile, la definitiva eliminazione delle emissioni delle sostanze organiche che si generano spontaneamente, elencate nell’allegato C;
  • l’adozione di misure per la riduzione o l’eliminazione di emissioni di POPs provenienti dalle scorte e dai rifiuti.

Le ultime modifiche alla Convenzione di Stoccolma (maggio 2023)

In vista dell’Undicesima conferenza delle parti della convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, il Consiglio europeo con DECISIONE (UE) 2023/1006 del 25 aprile 2023 ha deciso di:

  • a) sostenere l’inclusione del Dechlorane plus nell’allegato A, con le deroghe specifiche raccomandate dal POPRC;
  • b) sostenere l’inclusione del metossicloro nell’allegato A, senza deroghe specifiche;
  • c) sostenere l’inclusione dell’UV-328 nell’allegato A, con le deroghe specifiche raccomandate dal POPRC (il comitato di esame degli inquinanti organici persistenti).

Convenzione di Stoccolma il recepimento europeo ed italiano

Con Decisione 2006/507/CE del Consiglio, del 14 ottobre 2004 la Convenzione è stata approvata dall’Unione europea.
Con Regolamento (UE) 2019/1021 il Parlamento europeo e il Consiglio hanno disciplinato la gestione degli inquinanti organici persistenti attuando una rifusione del precedente regolamento (CE) n. 850/2004 (che è dunque abrogato), in vigore a 20 giorni dalla pubblicazione, avvenuta sulla GUUE L 169 del 25 giugno 2019).

Regolamento 2019/1021 sugli inquinanti organici e persistenti 

Il nuovo Regolamento ha l’obiettivo di tutelare la salute umana e l’ambiente dai persistent organic pollutants-“POP” vietando, eliminando gradualmente il prima possibile o limitando la fabbricazione, l’immissione in commercio e l’uso di sostanze soggette
• sia alla Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti
•che al Protocollo sugli inquinanti organici persistenti della convenzione del 1979 sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza riducendo al minimo, in vista dell’eliminazione, ove possibile e in tempi brevi, il rilascio di tali sostanze ed istituendo disposizioni concernenti i rifiuti costituiti da tali sostanze o che le contengono o che ne sono contaminati.

Per approfondire sul Regolamento leggi il nostro approfondimento

Convenzione di Stoccolma: la Legge di ratifica italiana

La Legge individua il Ministero della transizione ecologica quale autorità nazionale competente per l’attuazione delle disposizioni stabilite dalla Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti e punto di contatto nazionale per lo scambio delle informazioni (ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 3, della Convenzione stessa). Nel futuro Piano di attuazione verranno stabilite le modalità per assicurare il coordinamento delle attività di raccolta dei dati di monitoraggio, ai fini della piena ed efficace attuazione della Convenzione.

Inoltre, le Parti della Convenzione si sono impegnate a

  • ridurre al minimo le emissioni in atmosfera dei POPs, intenzionali e non intenzionali ed i loro rilasci nei suoli, mediante una serie di azioni che vanno dal divieto di produzione ed uso, al divieto di esportazione e importazione, con particolare riferimento alle sostanze elencate negli allegati A e B della Convenzione.
  • monitorare e ridurre progressivamente le emissioni non intenzionali dei POPs che si generano nei processi di combustione di attività industriali e civili, tra cui Diossine, Furani e Bifenili policlorurati. Naftaleni, Bifenili policlorurati, Esaclorobenzene, Esaclorobutadiene e Pentaclorobenzene.

Inquinanti organici persistenti: verso un Piano di monitoraggio nazionale – il ruolo del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (settembre 2022)

Entro due anni dalla data di entrata in vigore della legge di ratifica, il Ministero della transizione ecologica adotterà, di concerto con i Ministeri dello sviluppo economico, delle politiche agricole, della salute e delle infrastrutture, un Piano d’azione nazionale per la riduzione delle emissioni di POPs. Lo riporta il Ministero della Transizione ecologica nel settembre 2022, commentando la ratifica.

Per l’adozione del predetto Piano il Ministero della transizione si avvarrà del supporto tecnico-scientifico dell’ISPRA. Ricordiamo che il Ministero è autorità nazionale competente e punto di contatto per lo scambio delle informazioni con gli altri Paesi e il Segretariato della Convenzione.

Fra i compiti del Ministero c’è la promozione di iniziative per favorire la sensibilizzazione e la diffusione delle informazioni sui POPs, sviluppando metodologie per la stima delle quantità annuali di POPs emesse o rilasciate annualmente nell’ambiente.

Redazione InSic

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