La lezione del Vajont: Orlando annuncia le misure contro il dissesto idrogeologico

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In occasione del 50esimo anniversario del disastro del Vajont, il Ministro dell’Ambiente Orlando ha tenuto ieri, in aula al Senato il discorso di commemorazione a nome del governo.

Nella Dichiarazione, pubblicata sul sito del ministero, Orlando ricorda come la difesa del suolo e della sicurezza idrogeologica si pone con maggiore acutezza rispetto al 1963. È una vera e propria emergenza nazionale: 5581 comuni italiani ricadono in aree classificate a potenziale rischio più alto.
Orlando quindi annuncia che il Governo promuoverà un disegno di legge per il contenimento del consumo e per il riuso del suolo che aspetta ora il parere della Conferenza unificata Stato-Regioni.
Inoltre, il ministro ricorda che a Settembre un ordine del giorno unitario sui rischi da dissesto idrogeologico ha impegnato il Governo a prevedere nell’ambito della legge di stabilità risorse aggiuntive da destinare alla prevenzione e alla manutenzione del territorio, ma anche ad assumere iniziative perché l’utilizzo di tali risorse sia escluso dal saldo finanziario rilevante per il rispetto del patto di stabilità e, infine ad istituire un Fondo nazionale per la difesa del suolo.

E il Ministro aggiunge che “Anche in Commissione ambiente della Camera dei Deputati qualche giorno fa è stata approvata all’unanimità una risoluzione (primo firmatario l’on. Realacci), affinché la commemorazione della tragedia del Vajont possa tradursi in una serie di concrete iniziative tese a risolvere le criticità del sistema di prevenzione e tutela del territorio. La prevenzione è la sfida principale. È quella su cui dobbiamo concentrarci, anche in termini di sensibilizzazione, perché la consapevolezza su questo tema oggi non è molto superiore a quella di cinquantanni fa”.

Inoltre, il Ministro diffonde le stime sul fabbisogno dei Piani di assetto per il rischio idrogeologico, che ammonta a circa 40 miliardi di euro, di cui 11 miliardi attengono alle misure più urgenti: “Al Ministro Saccomanni, al quale abbiamo già chiesto nella Legge di stabilità 500 milioni annui per la mitigazione del rischio, ho rappresentato l’esigenza di risolvere anche il problema del superamento dei limiti del Patto di stabilità interno per gli interventi di messa in sicurezza del territorio. Una condizione di impossibilità di spesa che si aggiunge beffardamente alla scarsità delle risorse. Per quest’opera di riassetto del territorio, è tuttavia indispensabile che in sede europea si riconosca la possibilità di utilizzare i fondi strutturali per la messa in campo di azioni di contrasto dei fenomeni di dissesto idrogeologico. Su questo, oltre al impegno del Governo, dev’esserci il supporto dell’intero Parlamento” ha riferito il Ministro, aggiungendo che “Bisogna avere la consapevolezza che i mancati interventi di prevenzione ambientale, rischiano di generare un costo molto più alto poi per riparare i “disastri”. È quello che ci dicono tutte le stime. Quello che non dicono, invece, sono gli altri costi incalcolabili, ché riguardano la vita e la salute delle persone. Non si tratta di una battaglia di ecologismo ideologico, dunque. Il deterioramento del territorio, il degrado ambientale, le conseguenze dei cambiamenti climatici, la cattiva gestione dell’acqua e dei rifiuti, produrranno spese insostenibili se non avremo preso misure adeguate in tempo”.

In conclusione Orlando ha sottolineato come la memoria del Vajont oggi ci ricorda che non si possono ripetere gli errori del passato, che il cammino di sviluppo dell’uomo non può minacciare la natura o continuare a violarla, ma deve indirizzarsi verso un sentiero di sostenibilità sociale e ambientale.
Perché come scrisse quella donna straordinaria, Tina Merlin, all’indomani della catastrofe: “Non si può soltanto piangere, è tempo di imparare qualcosa”.

Il disastro del Vajont
Vajont è il nome di un torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo, in provincia di Belluno (Italia).A seguito della costruzione della diga del Vajont, si determinò la frana del monte Toc nel lago artificiale, la sera del 9 ottobre 1963: si elevò un immane ondata, che seminò ovunque morte e desolazione. La stima più attendibile è, a tutt’oggi, di 1910 vittime.

Maggiori informazioni alla pagina web dedicata al disastro del Vajont, del 1963

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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