La materia vanta una storia lunga e articolata, iniziata nei primi anni ’80 e caratterizzata sempre dalla frenetica ricerca di un equilibrio, peraltro mai trovato, tra le esigenze della produzione e quelle di tutela dell’ambiente e della salute, con la conseguenza che i numerosi interventi del legislatore, spesso in stridente contrasto con la normativa comunitaria, hanno portato ad un complesso di norme, confuso e di difficile lettura, dando all’interprete la sensazione, se non in alcuni casi la certezza, che certi frettolosi “aggiustamenti” non avevano altro scopo che quello di risolvere le urgenze di determinate categorie di produttori di rifiuti.
La storia di cui stiamo per parlare nell’articolo di Enrico Cappella – Consulente DGSA ed esperto rifiuti pericolosi, in allegato, cercando di tratteggiarne i principali passaggi, è legata molto anche alle vicende normative comunitarie, visto che in primis la nostra Carta Costituzionale all’art. 117 statuisce che “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”.
L’articolo completo per il portale InSic, a firma di E.Cappella, è disponibile in allegato.
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