Lazio, acque all’arsenico: nuova procedura di infrazione UE

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La Commissione sollecita l’Italia a garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia salubre e pulita, in particolare nel Lazio dove si è riscontrata la contaminazione di arsenico e fluoro

Con comunicato ufficiale della Commissione europea, del 10 luglio, la Commissione UE apre una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la sua incapacità di garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme europee, in particolare nel Lazio, dove i valori limite per arsenico e fluoro non sarebbero stati rispettati in 37 zone di approvvigionamento
In base alla direttiva europea in materia di acque potabili (direttiva 98/83/CE del Consiglio, del 3 novembre 1998, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano – GU L 330 del 5.12.1998) gli Stati membri sono tenuti a controllare e testare l’acqua destinata al consumo umano in base a 48 parametri microbiologici e chimici e indicatori; possibili due deroghe e eccezionalmente una terza. Il periodo di deroga è finalizzato a consentire di trovare soluzioni durature.

All’Italia sono state concesse ben tre deroghe al rispetto dei valori limite della direttiva europea sull’acqua potabile (direttiva 98/83/CE) e la Commissione, negli ultimi anni, ha chiesto al nostro Paese di assicurare che fosse disponibile l’approvvigionamento di acqua salubre destinata al consumo da parte dei neonati e dei bambini fino all’età di tre anni, nonché di redigere un piano di azioni correttive in merito ai progressi compiuti. Tuttavia, riscontra la Commissione, dopo più di un anno dalla scadenza della terza deroga l’Italia ha continuato a violare la direttiva. Si apre quindi con l’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia, la prima fase formale della procedura di infrazione.

Redazione InSic

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