Nasce il MiTE: ecco di cosa si occuperà e come interagirà con la Presidenza del Consiglio

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Con DECRETO-LEGGE 1 marzo 2021, n. 22 approvato nel Consiglio dei Ministri n.4/2021 il Governo Draghi ha riordinato le attribuzioni dei ministeri e ha istituito il MiTE, Ministero della transizione ecologica, che assume le competenze del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché quelle in materia di politica energetica dal Ministero dello sviluppo economico.
Contemporaneamente, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri si istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione.

Di cosa si occuperà il Ministero della transizione ecologica (MiTE)?

Il Ministero della transizione ecologica si occuperà de:

  • la definizione degli obiettivi e delle linee di politica energetica e mineraria nazionale;
  • l’autorizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili di competenza statale anche ubicati in mare;
  • l’attuazione dei processi di liberalizzazione dei mercati energetici e la promozione della concorrenza nei mercati dell’energia e tutela dell’economicità e della sicurezza del sistema;
  • l’individuazione e lo sviluppo delle reti nazionali di trasporto dell’energia elettrica e del gas naturale e la definizione degli indirizzi per la loro gestione;
  • le politiche di ricerca, incentivazione e gli interventi nei settori dell’energia e delle miniere; la ricerca e coltivazione di idrocarburi e risorse geotermiche; la vigilanza su enti strumentali e il collegamento con le società e gli istituti operanti nei settori dell’energia; la gestione delle scorte energetiche nonché la predisposizione e attuazione dei piani di emergenza energetica;
  • l’impiego pacifico dell’energia nucleare, la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti e la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito; le agro-energie;
  • la rilevazione, l’elaborazione, l’analisi e la diffusione di dati statistici in materia energetica e mineraria, finalizzati alla programmazione energetica e mineraria; l’elaborazione di piani e misure in materia di combustibili alternativi e delle relative reti e strutture di distribuzione per la ricarica dei veicoli elettrici;
  • la qualità dell’aria; le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e per la finanza climatica e sostenibile e il risparmio ambientale anche attraverso tecnologie per la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra; la pianificazione in materia di emissioni nel settore dei trasporti; la gestione, il riuso e il riciclo dei rifiuti e l’economia circolare.

Di cosa si occuperà il CITE?

Il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), avrà il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione.
Il Comitato approva, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, il Piano per la transizione ecologica, al fine di coordinare le politiche in materia di mobilità sostenibile, contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo del suolo, risorse idriche e relative infrastrutture, qualità dell’aria ed economia circolare.
Il Piano, sul quale è acquisito il parere della Conferenza unificata, individua le azioni, le misure, le fonti di finanziamento, il relativo cronoprogramma, nonché le amministrazioni competenti all’attuazione delle singole misure.
Il Comitato è presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, o, in sua vece, dal ministro della Transizione ecologica, ed è composto dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, dai ministri della Transizione ecologica, dell`Economia e delle finanze, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile,

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Redazione InSic

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