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Piano Nazionale di pronto intervento per inquinamento di Mare e Coste: cos’è, come si applica e cosa prevede

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Con DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI dell’11 ottobre 2022 si adotta il Piano nazionale di pronto intervento per la difesa del mare e delle coste dagli inquinamenti di idrocarburi o di altre sostanze pericolose e nocive dettagliate nell’allegato A. Viene quindi abrogato il precedente Piano contenuto nel DPCM 4 novembre 2010.

Ma cosa prevede il Piano nazionale? di quali emergenze tratta e quando va applicato? Passiamo in rassegna i punti chiave del Documento.

Piano nazionale di pronto intervento per la difesa del mare e delle coste: cosa contiene?

Il piano regola il coinvolgimento di Amministrazione ed Enti che concorrono nella gestione dell’emergenza in ambito nazionale, territoriale e periferico per l’attuazione del Piano (punto 3) distinguendo fra gestione nazionale e ambito territoriale e periferico.

Scenari e Modelli di Intervento a tutela del Mare e delle Coste

Lo scenario di evento (punto 4), sia per inquinamenti da idrocarburi che da HNS, è definito sulla base della tipologia di incidente, dell’inquinamento, anche potenziale, e della sua gravità (si veda il punto 4).

Il modello di intervento (al punto 5) definisce le azioni che i diversi organi in ambito periferico, territoriale e nazionale devono compiere per fronteggiare l’emergenza sia per l’inquinamento del mare e della costa da idrocarburi, sia per quello relativo ad HNS. Si distingue fra tre livelli di gravità

  • Livello 1 – Inquinamento lieve o di media gravità;
  • Livello 2 -Inquinamento grave, Emergenza Locale;
  • Livello 3 -Inquinamento gravissimo, Emergenza Nazionale.

Comunicazione, Informazione e Formazione per la risposta alle emergenze in mare

Nei successivi paragrafi regola i luoghi di rifugio per le navi che necessitano di assistenza , mentre al capitolo 9 si fa riferimento al tema della Comunicazione ed Informazione alla popolazione sul rischio, sui contenuti del Piano di protezione civile e, più in generale, sui comportamenti che i cittadini sono tenuti ad adottare prima, durante e dopo l’evento, ma anche in emergenza su:

  • evoluzione dello scenario incidentale;
  • operazioni di soccorso e assistenza messe in campo;
  • eventuali operazioni di messa in sicurezza;
  • attivazione di componenti e strutture operative del Sistema di protezione civile;
  • provvedimenti adottati e, più in generale, su tutti quegli elementi di interesse ed utilità per il cittadino.

Quanto alla Formazione e Addestramento (punto 10) si fa espresso riferimento al volontariato di protezione civile adeguatamente formato, addestrato ed attrezzato, in supporto alle istituzioni preposte al coordinamento delle attività sulle coste interessate dall’inquinamento da idrocarburi. Non manca un richiamo alle esercitazioni (punto 11) di protezione civile che hanno lo scopo di verificare quanto riportato nel Piano in merito al modello di intervento secondo gli scenari precedentemente stabiliti, anche allo scopo di favorire la diffusione della conoscenza delle procedure da attuare in caso di emergenza a tutti i soggetti coinvolti.

Lo scopo del Pano di Intervento per Mare e Coste

Lo scopo del Piano nazionale di pronto intervento per la difesa di mare e Coste è definire:

  • l’organizzazione della risposta operativa del Servizio nazionale della protezione civile;
  • le misure per l’attuazione delle operazioni di valutazione, di contenimento, di riduzione ed eliminazione dell’inquinamento marino o costiero, con ripercussioni sulla popolazione e l’ambiente;
  • lo schema per la redazione dei Piani Provinciali di protezione civile per la gestione dell’inquinamento della costa da idrocarburi o di altre sostanze pericolose e nocive (allegato 1).
  1. Piano di Difesa del mare e delle coste: come attivarlo?

    Il Piano riguarda i casi di inquinamento o pericolo di inquinamento da idrocarburi o di HNS, marini o costieri, qualunque siano le fonti e gli scenari che li hanno originati, quando sia stato deliberato dal Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza di rilievo nazionale ai sensi dell’art. 24 del Codice.

  2. Piano di tutela del Mare e delle Coste: dove si applica?

    Il Piano si applica all’interno delle acque di giurisdizione italiana (tra la costa ed il limite esterno delle Zone di Protezione Ecologica – ZPE, così come definite dalla Legge n. 61/2006 ), nella Zona Economica Esclusiva – ZEE, in alto mare e sulle coste italiane al fine di adottare le misure necessarie a prevenire, attenuare o eliminare i gravi ed imminenti rischi che possono derivare al litorale o ad interessi connessi dall’inquinamento delle acque di mare da idrocarburi in seguito ad un sinistro marittimo a o fatti connessi a tale sinistro, che appaiano suscettibili di avere gravi e dannose conseguenze.

  3. Piano Mare e Coste: quando attivarlo?

    Qualora l’inquinamento o il pericolo di inquinamento non sia fronteggiabile con i mezzi e le risorse del MiTE, il Ministro del MiTE richiede l’adozione dello stato di emergenza di rilievo nazionale al Presidente del Consiglio dei Ministri, che a seguito di una valutazione speditiva svolta dal DPC e acquisitane l’intesa della/e Regione/i interessata/e, propone la deliberazione del conseguente stato di emergenza al Consiglio dei Ministri.

Revisione del Piano nazionale di difesa del Mare e delle Coste

Il Piano è soggetto ad un aggiornamento ed una revisione periodica che tenga conto di modifiche non sostanziali e dell’evoluzione normativa, nonché degli esiti delle esercitazioni o della conduzione di un’emergenza. Previsto quindi:

  • un aggiornamento costante per i dati di rapida evoluzione, in particolare per gli allegati;
  • revisione periodica con cadenza massima quinquennale per la variazione degli aspetti più rilevanti del Piano quali gli scenari di rischio, il modello di intervento, l’assetto politico e ammnistrativo, l’organizzazione della struttura di protezione civile e le modalità di informazione alla popolazione.

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