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Il Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti: come funziona e le fasi di attuazione

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Il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti è lo strumento di indirizzo per gli enti locali nella pianificazione della gestione dei rifiuti inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) anche con l’obiettivo di orientare le politiche pubbliche nella gestione e ottimizzazione del ciclo del rifuto.

Sul Programma è stata avviata la consultazione pubblica per la Valutazione Ambientale Strategica e diffusa una Proposta di Programma, come riporta il Ministero della transizione energetica.

In questo approfondimento vediamo cos’è e a cosa serve il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR), come verrà attuato, quanto durerà e quali sono i suoi collegamenti con il PNRR ed i prossimi passi verso la sua completa implementazione.

Cos’è il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti

Il Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR) costituisce uno strumento di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti. Tale strumento è previsto e definito dall’articolo 198- bis del Testo Unico ambientale – decreto legislativo 3 aprile 2005, n. 152, introdotto dal decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116.

Cosa contiene il Programma nazionale di gestione rifiuti?

In base all’art. 198 bis del Testo Unico Ambiente, come da ultimo modificato con il Decreto PNRR2 (DL 36/22)

  3. Il Programma nazionale contiene: 
    a) i dati inerenti  alla  produzione,  su  scala  nazionale,  dei
rifiuti per tipo, quantita', e fonte; 
    b) la ricognizione  impiantistica  nazionale,  per  tipologia  di
impianti e per regione; 
    c) l'adozione di criteri generali per la redazione  di  piani  di
settore concernenti specifiche tipologie di rifiuti,  incluse  quelle
derivanti dal riciclo e dal recupero dei rifiuti stessi,  finalizzati
alla riduzione, il riciclaggio, il recupero  e  l'ottimizzazione  dei
flussi stessi; 
    d) l'indicazione dei criteri  generali  per  l'individuazione  di
macroaree,  definite   tramite   accordi   tra   Regioni   ai   sensi
dell'articolo 117, ottavo comma, della Costituzione,  che  consentano
la razionalizzazione degli impianti dal punto di vista localizzativo,
ambientale ed economico, sulla base  del  principio  di  prossimita',
anche relativamente agli impianti di recupero, in  coordinamento  con
quanto previsto all'articolo 195, comma 1, lettera f); 
    e) lo stato di attuazione in relazione  al  raggiungimento  degli
obiettivi derivanti dal diritto dell'Unione europea in relazione alla
gestione dei rifiuti  e  l'individuazione  delle  politiche  e  degli
obiettivi intermedi cui le Regioni devono tendere ai fini  del  pieno
raggiungimento dei medesimi; 
    f)  l'individuazione  dei  flussi  omogenei  di  produzione   dei
rifiuti, che presentano le  maggiori  difficolta'  di  smaltimento  o
particolari possibilita' di recupero sia per  le  sostanze  impiegate
nei prodotti base  sia  per  la  quantita'  complessiva  dei  rifiuti
medesimi, i relativi fabbisogni impiantistici  da  soddisfare,  anche
per macroaree, tenendo conto della pianificazione  regionale,  e  con
finalita' di progressivo riequilibrio socioeconomico fra le aree  del
territorio nazionale; 
    g) l'individuazione di flussi omogenei di  rifiuti  funzionali  e
strategici per l'economia  circolare  e  di  misure  che  ne  possano
promuovere ulteriormente il loro riciclo; 
    h) la definizione  di  un  Piano  nazionale  di  comunicazione  e
conoscenza ambientale in tema di rifiuti e di economica circolare; 
    i) il piano di gestione delle macerie e dei  materiali  derivanti
dal crollo e dalla demolizione di edifici ed infrastrutture a seguito
di un evento sismico, definito d'intesa con la Conferenza  permanente
per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e  le  Province  autonome  di
Trento e Bolzano, sulla base dell'istruttoria presentata da  ciascuna
Regione e Provincia autonoma. 
  4. Il Programma nazionale puo', inoltre, contenere: 
    a)  l'indicazione  delle   misure   atte   ad   incoraggiare   la
razionalizzazione della raccolta, della cernita e del riciclaggio dei
rifiuti; 
    b) la definizione di meccanismi vincolanti  di  solidarieta'  tra
Regioni finalizzata alla gestione di eventuali emergenze. 

Programma nazionale per la gestione dei rifiuti e attuazione del PNRR

Il PNGR è stato inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) come una delle riforme principali della missione sull’economia circolare (M2C1). Si tratta di una riforma che deve accompagnare e sostenere i due investimenti del PNRR per l’economia circolare, uno da 1,5 miliardi e l’altro da 600 miliardi, i cui avvisi si stanno chiudendo in questi giorni.

Qual è l’obiettivo del PNGR?

L’obiettivo del Programma è colmare il gap impiantistico, aumentare il tasso di raccolta differenziata e di riciclaggio al fine di sviluppare nuove catene di approvvigionamento di materie prime seconde dal ciclo dei rifiuti, in sostituzione di quelle tradizionali e contribuire alla transizione energetica.

Inoltre, mira a orientare le politiche pubbliche ed incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare.

Quanto dura il PNGR?

Il Programma ha un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028). e. Le Regioni e le Province autonome saranno poi tenute ad approvare o adeguare i rispettivi piani regionali di gestione dei rifiuti entro 18 mesi dalla pubblicazione del PNGR definitivo. Il Programma si pone come uno dei pilastri della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, altra riforma inserita del PNRR.

Come funziona il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti

Il PNGR fissa i macro-obiettivi, le macro-azioni, i target, definisce i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi nella elaborazione dei Piani di gestione dei rifiuti.

Offre poi una ricognizione nazionale dell’impiantistica e dà gli indirizzi per colmare i gap impiantistici fra le regioni. I target si concentrano sull’aumento del tasso di raccolta differenziata, sulla riduzione del numero delle discariche irregolari, sulla riduzione del tasso di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani al di sotto del 10% al 2035.

A cosa può servire il PNGR?

Il Programma indica la necessità di adottare a livello regionale pianificazioni basate su una attenta quantificazione dei flussi dei rifiuti e individua nella metodologia LCA (Life Cycle Assessment) uno strumento fondamentale per la comparazione degli scenari di gestione, tenendo conto di tutti gli impatti ambientali.

Quali sono le fasi per l’attuazione del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti

  • Nel mese di dicembre 2021 la Direzione generale per l’economia circolare presso il Ministero della transizione ecologica, in qualità di autorità procedente/proponente, ha presentato l’istanza per l’avvio della fase di scoping del Programma, conclusasi con l’elaborazione del parere sul rapporto preliminare, emanato il 14 gennaio 2022.
  • Il 16 marzo 2022, la Direzione generale per l’economia circolare presso il Ministero della transizione ecologica, ha trasmesso la documentazione per la consultazione pubblica, ai sensi dell’art. 13 comma 5 del d.lgs 152/2006.
  • Ai sensi dell’art. 14, la consultazione avrà una durata di 45 giorni a partire dal 16 marzo 2022 (data di pubblicazione dell’avviso al pubblico). Le osservazioni alla documentazione pubblicata dovranno essere inviate all’Autorità competente per la Valutazione ambientale strategica all’indirizzo VA@PEC.mite.gov.it.

Programma nazionale per la gestione dei rifiuti: il documento

La proposta di Programma, il Rapporto ambientale e la Sintesi non tecnica del Rapporto ambientale sono disponibili alla pagina dedicata del portale delle Valutazioni ambientali VAS-VIA-AIA del MiTE.

Programma nazionale di gestione rifiuti – approfondimento su Ambiente & Sicurezza sul Lavoro

Per approfondire sul contenuto del Programma nazionale suggeriamo l’articolo tratto dalla rivista Ambiente&Sicurezza sul lavoro edita da EPC editore

Il Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti: il testo e il contesto
Ambiente&Sucurezza sul Lavoro n.5/2022

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