Qualità dell’Aria, i dati italiani
Il Rapporto sulla qualità dell’aria 2012 AEA ha messo in evidenza un dato incontrovertibile: in nessun paese la qualità dell’aria è cattiva come in Italia. Le debolezze ambientali rilevate nel contesto comunitario sono ancora più manifeste nel nostro Paese, specie in alcune città del nord, per via dei superamenti sistematici dei livelli normativi di agenti correlati alla congestione da traffico viario quali: particolato, biossido di azoto e ozono.Come è noto, in Italia sono stati realizzati numerosi studi epidemiologici allo scopo di stimare l’associazione tra inquinanti atmosferici e salute.
La qualità dell’aria nella provincia di Siracusa
L’articolo, che riportiamo in allegato, dal titolo “La qualità dell’aria nella provincia di Siracusa: contributi scientifici per il miglioramento del monitoraggio, del controllo e della salvaguardia ambientale” realizzato dal comparto Ricerca Ambientale della Lilt (Lega italiana contro i tumori) sez. di Siracusa, evidenzia i risultati ottenuti dagli studi, e analizza la normativa nazionale ed europea di riferimento. Lo studio, inoltre, focalizza l’attenzione sull’inquinamento atmosferico nella Provincia aretusea con riferimento alle sostanze inquinanti di derivazione sia antropica che naturale, originati da fenomeni ambientali, partendo dalla distinzione degli inquinanti in primari e/o secondari (ad es. ozono).Nell’ambito della ricerca sono stati messi in risalto taluni aspetti inerenti alla produzione industriale e non solo, pervenendo a specifiche conclusioni del tipo: “qualsivoglia lavoro non può prescindere dal considerare l’ambiente, la ricerca industriale e, soprattutto, la prevenzione oncologica, il tutto visto in un’ottica basata rigorosamente sull’impiego dell’ICT”.
Nell’articolo sono presenti proposte migliorative per il controllo della qualità dell’aria; a tal proposito, con riferimento agli indicatori proposti e analizzati, si sostiene che per avere un quadro completo della situazione atmosferica in un determinato ambiente geografico, l’elaborazione di indicatori relativi a ciascun inquinante monitorato, seppur esaustiva ed analitica, non fornisce una valutazione immediata; pertanto, sarebbe opportuna l’implementazione, con successiva adozione, di un Indicatore della Qualità dell’Aria (IQA) che abbia la peculiarità di essere unico, e che descriva in maniera sintetica, lo stato dell’inquinamento atmosferico in un determinato momento temporale.
L’adozione di un indicatore IQA porterebbe, altresì, alla l’implementazione di un sistema di comunicazione immediato che allerti la collettività nel caso in cui ci si trovasse in una situazione atmosferica di tipo “critica”. L’utilizzo dell’indice, inoltre, potrebbe avere uno scopo prettamente previsionale (indicatore IPQA) nei casi in cui, a seguito dell’elaborazione di stime e trend statistici, si preveda il verificarsi di determinate situazioni di emergenza, attraverso il coinvolgimento della popolazione interessata tramite strumenti mediatici massivi (es. televisioni, radio, stampa, siti web, pannelli segnaletici dislocati strategicamente all’interno del territorio oggetto di studio).
Accanto a tale proposta, sono state anche identificati altri espedienti di natura migliorativa al fine di rendere più efficiente ed efficace il controllo qualità di natura ambientale nella sua connotazione atmosferica; di seguito si riportano eventuali azioni e/o interventi:
• Informatizzazione dei processi di monitoraggio, elaborazione e smistamento dei dati ambientali rilevati, con conseguente calcolo in real-time di indici statistici univariati e multivariati.
• Implementazione di un’attenta e valida, da un punto di vista scientifico, metodologia di controllo (calcolo degli indici IQA, IPQA, ecc…).
• Utilizzo di sistemi informativi di rilevazione/elaborazione basati sull’impiego di strumenti tipici dell’attività di controllo qualità, ad esempio:
a) Carte di controllo per attributi;
b) Carte di controllo per variabili;
c) Carta di Shewart.
• Attività di controllo e monitoraggio esercitata attraverso indici statistici sulla variabilità multidimensionale delle cd. involuzioni fenomeniche di natura ambientale.
Proposte in senso lato:
• Maggior rigidità nelle ispezioni relative alle prescrizioni di sicurezza.
• Attività di audit ambientale armonizzato ai fini di confronti standard tra le realtà produttive osservate .
• Utilizzo di un indicatore unico sulla sicurezza, studiato sulla base dei GAP percentuali osservati tra prescrizione normativa e reale utilizzo.
• Adempimento al 100% delle attività sanitarie prescritte dalla normativa atte alla prevenzione di malattie e patologie di varia natura (Reg 81/2008 sulla sicurezza).
Considerando gli aspetti legati al rischio antropogenico ed alle probabili correlazioni positive tra lavoro industriale e manifestazioni tumorali, è doveroso rimarcare l’importanza delle attività connesse alla prevenzione del cancro ed alla ricerca medica. Nel suo ruolo pluriennale volto alla lotta contro i tumori, la LILT, come organismo predisposto alla tutela della salute, risponde alle esigenze presenti sul territorio inerenti al campo della prevenzione oncologica e della ricerca epidemiologica correlata, grazie anche all’incentivazione di campagne promozionali volte alla diffusione di stili di vita atti a combattere le patologie di natura tumorale.
La relazione endemica – come ha asserito il Dott. Busà (Responsabile Scientifico della Lilt – sez. di Siracusa) -di natura antropica con il territorio impone nuove sfide che devono esser garantite in termini di controlli più rigorosi da parte della classe politica vigente, da tutti gli organi istituzionali e dai policy maker interessati, poiché compito di ogni attore operante in qualsivoglia attività produttiva e/o di consumo, è quello di porre al centro di ogni cosa l’uomo con la relativa tutela del suo bene più prezioso: la salute.
In allegato l’articolo completo
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