Emissioni in aria ambiente in città

Qualità dell’aria: nel Decreto Salva-INFRAZIONI (DL 131/2024) le misure per l’attuazione della Direttiva 2008/50. Tre cause aperte con l’UE

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In Gazzetta la Legge di conversione del DECRETO SALVA INFRAZIONI 2024DECRETO-LEGGE 16 settembre 2024, n. 131, )qui il testo definitivo) che riporta diverse Procedure ambientali da risolvere, come abbiamo visto.

Per la tutela dell’ambiente spicca l’art.14 che dovrebbe risolvere ben tre cause aperte con l’Unione europea sul “cattivo recepimento” della Direttiva 2008/50 in materia di qualità dell’aria.

Di cosa trattano e come intende procedere il governo?

Miglioramento della qualità dell’aria: tre cause aperte contro l’Italia

Tra le procedure interessate dal Decreto le misure finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria, in riferimento alle procedure di infrazione tutt’ora pendenti, ovvero le infrazioni n. 2014/2147, n. 2015/2043 e n. 2020/2299. Si tratta sempre di cattiva applicazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria, ma su punti diversi:

  • la causa 2014/2147 riguarda il superamento dei valori limite di PM10 in Italia
  • la causa 2015/2043: riguarda l’obbligo di rispettare i livelli di biossido di azotoNO2;
  • la causa 2020/2299 riguarda invece i valori limite per il PM2,5.

Nonostante questo, ancora ad inizio agosto 2024 le tre cause figuravano ancora nella lista delle procedure di infrazioni ambientali aperte contro il nostro Paese.

Qualità dell’aria le procedure aperte

Queste sono le tre procedure attualmente aperte contro il nostro paese

  • La prima infrazione (2014/2147), si concretizza nel 2020 nella sentenza di condanna da parte della Corte europea di giustizia (causa 644/18); secondo la Commissione, dal 2008 l’Italia ha superato, in maniera sistematica e continuata, nelle zone interessate, i valori limite giornaliero e annuale applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 e non ha adottato misure appropriate per garantire il rispetto dei valori limite fissati per le particelle PM10 nell’insieme delle zone interessate. Le Regioni coinvolte in questa sentenza sono: Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto.
  • Per la seconda infrazione (2015/2043) la Commissione aveva aperto un contenzioso facendo ricorso alla Corte europea di giustizia (causa 573/19) per il superamento sistematico e continuato dei valori limite del biossido di azoto e per non aver adottato misure appropriate per garantirne il rispetto dei valori limite. Le regioni coinvolte sono Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana.
  • l’ultima procedura di infrazione (2020/2299) relativamente al PM2,5. Fin dal 2015, infatti, il valore limite per il PM2,5 non è stato rispettato in diverse città della valle del Po, tra cui Venezia, Padova e alcune zone nei pressi di Milano. Inoltre, le misure previste dall’Italia, secondo i rilievi mossi dalle Istituzioni europee, non sono sufficienti a mantenere il periodo di superamento il più breve possibile[22].

Ricordiamo che nel novembre 2023, il governo, per sanare le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 10 novembre 2020 (causa C-644/18) e del 12 maggio 2022 in causa C-573/1) ha emanato (e convertito) il DECRETO-LEGGE 12 settembre 2023, n. 121, dettando limitazioni della circolazione stradale con nuovi limiti alle emissioni da veicoli inquinanti.

DECRETO INFRAZIONI (DL 131/2024): il piano del Governo per salvare la qualità dell’aria in Italia

L’articolo 14 del DL 131/2024 in attesa di conversione mira ad accelerare il processo di adeguamento alle sentenze della Corte di Giustizia UE 10 novembre 2020, nella causa C-644/18, e 12 maggio 2022, nella causa C-573/19, con l’avvio di due distinte iniziative volte al miglioramento della qualità dell’aria ed alla riduzione dell’inquinamento atmosferico:

  • l’istituzione di un programma di finanziamento da 500 milioni di euro, da destinare alla realizzazione di interventi di sostegno alla mobilità sostenibile nelle grandi aree urbane sottoposte alle procedure di infrazione in materia di qualità dell’aria (commi 1-3).
  • la costituzione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, con la partecipazione dei Ministeri interessati, che dovrà definire nel breve periodo un piano nazionale di ulteriori interventi per il miglioramento della qualità dell’aria (commi 4-10).

Lotta all’inquinamento atmosferico: 500 milioni a disposizione, un decreto individuerà i destinatari

Il Decreto 131/2024 prevede l’emanazione entro 60 giorni, di un decreto che riporti uno specifico programma della durata massima di 54 mesi, finalizzato a promuovere la mobilità sostenibile. la dotazione del fondo destinato al programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico (PNCIA), di cui all’articolo 1, comma 498, della legge n. 234 del 2021, prevede ora 500 milioni di euro, ripartiti nelle seguenti annualità:

  • 50 milioni di euro per l’anno 2024,
  • 5 milioni di euro per l’anno 2025,
  • 55 milioni di euro per l’anno 2026,
  • 100 milioni di euro per l’anno 2027,
  • 140 milioni di euro per l’anno 2028 e
  • 150 milioni di euro per l’anno 2029.

Gli interventi oggetto di finanziamento sono individuati, anche al fine di incrementarne l’efficacia in termini di miglioramento della qualità dell’aria, tenendo conto di quelli previsti e finanziati, in tutto o in parte, per le medesime finalità con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza-PNRR (comma 1).

Cabina di regia: dovrà redigere il Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria

La cabina di regia avrà il compito di elaborare, entro il 31 dicembre 2024, un Piano di azione nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria (di seguito Piano), comprensivo di cronoprogramma (comma 4).

Il Piano, da approvare con delibera del Consiglio dei ministri, sentita la Conferenza unificata:

  • individuerà le competenze delle Amministrazioni centrali, regionali e territoriali cui è demandata l’attuazione delle citate misure;
  • avrà una durata di ventiquattro mesi, termine che può essere prorogato fino ad un massimo di ulteriori ventiquattro mesi (commi 6 e 7).

Il Ministero ambiente procederà al monitoraggio dell’attuazione del Piano e delle relative misure, avvalendosi del supporto delle Amministrazioni individuate nella delibera di approvazione del Piano e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

Qualità dell’aria: la normativa italiana

Le direttive europee in materia di qualità dell’aria, ossia la Direttiva 2008/50/CE e la Direttiva 2004/107/CE che chiedono agli Stati membri di assicurare, entro date specifiche e mediante misure ed interventi di risanamento, il rispetto di determinati valori limite per una serie di inquinanti, sono state recepite con Decreto legislativo 13 agosto 2010 n. 155.

Il Decreto conferisce alle Regioni il compito di svolgere le attività di valutazione e di pianificazione volte a conoscere il contesto nazionale e ad identificare le misure più efficaci per il rispetto dei valori di qualità dell’aria e ad assicurarne l’attuazione. Sul sito del MASE è disponibile la Pagina coi Piani regionali sulla qualità dell’aria.

La valutazione della qualità dell’aria

Ai sensi dell’articolo 20 del Decreto 155 è istituito un Coordinamento tra i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, del Ministero della salute, di ogni regione e provincia autonoma, dell’Unione delle province italiane (UPI), dell’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), dell’ISPRA, dell’ENEA e del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e di altre autorità competenti per la valutazione della qualità dell’aria.

Tale organo deve elaborare indirizzi e di linee guida in relazione ad aspetti di comune interesse e svolge un esame congiunto di temi connessi all’applicazione del presente decreto, anche al fine di garantire un’attuazione coordinata e omogenea delle nuove norme e di prevenire le situazioni di inadempimento e le relative conseguenze. Il Coordinamento assicura inoltre un esame congiunto e l’elaborazione di indirizzi e linee guida in relazione ad aspetti di comune interesse inerenti la normativa vigente in materia di emissioni in atmosfera.

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Antonio Mazzuca

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in "Gestione integrata di salute e sicurezza nell'evoluzione del mondo del lavoro" INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19). Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore. Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro. Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter). Contatti: Linkedin Mail: a.mazzuca@insic.it