Rapporto Dissesto idrogeologico: ISPRA aggiorna lo scenario nazionale

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Dopo la presentazione, il 17 luglio scorso del Rapporto sul Consumo di Suolo, ISPRA il 24 luglio torna alla Camera per presentare stavolta il Rapporto sul Dissesto idrogeologico in Italia ( edizione 2018) che riporta lo scenario aggiornato sulla pericolosità per frane e alluvioni sull’intero territorio nazionale e gli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali.
“Questo report rappresenta un contributo importante per la conoscenza dei fenomeni di dissesto, per le politiche di mitigazione del rischio nel Paese e per interventi strutturali sul territorio – ha dichiarato il Presidente ISPRA Stefano Laporta – La diffusione delle informazioni ambientali sono un obiettivo strategico per ISPRA e SNPA. Informare i cittadini è un dovere ma anche un’operazione dai risvolti importanti dal punto di vista sociale ed economico”.
Vediamo i dati ISPRA.

Quanti vivono in zone a rischio?
In base ai dati diffusi da ISPRA nel 91% dei Comuni italiani, oltre 3 milioni di nuclei familiari sono in zone a rischio: sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (PAI – Piani di Assetto Idrogeologico) e più di 6 in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni). I valori più elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.

Le Mappe aggiornate del Dissesto
Aumenta la superficie potenzialmente soggetta a frane (+2,9% rispetto al 2015) e quella potenzialmente allagabile nello scenario medio (+4%); tali incrementi sono legati a un miglioramento del quadro conoscitivo effettuato dalle Autorità di Bacino Distrettuali con studi di maggior dettaglio e mappatura di nuovi fenomeni franosi o di eventi alluvionali recenti. Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2). Quasi il 4% degli edifici italiani (oltre 550 mila) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% (oltre 1 milione) in zone alluvionabili nello scenario medio.

Patrimonio culturale a rischio
I dati dell’ISPRA individuano nelle aree franabili quasi 38 mila beni culturali, dei quali oltre 11 mila ubicati in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mentre sfiorano i 40 mila i monumenti a rischio inondazione nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi; di questi più di 31 mila si trovano in zone potenzialmente allagabili anche nello scenario a media probabilità. Per la salvaguardia dei Beni Culturali, è importante stimare il rischio anche per lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili.

I comuni maggiormente a rischio
I comuni a rischio idrogeologico: in nove Regioni (Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) abbiamo il 100% dei comuni è a rischio. L’Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90% e il 100%.

Rimandiamo alla lettura completa del Rapporto per i dati dettagliati

Redazione InSic

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