Riduzione inquinamento: quali possibili soluzioni?

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Cosa si intende per “Inquinamento”?
L’inquinamento modifica un mezzo come l’aria, l’acqua o il suolo in un modo che può renderlo dannoso per le persone o natura.
I diversi tipi di sostanze inquinanti includono sostanze chimiche, polvere, rumore e radiazioni che hanno molte fonti diverse. Alcune di queste fonti sono diffuse, come i trasporti o l’agricoltura, mentre altri sono collegati a un luogo specifico, come una fabbrica o una centrale elettrica (Def. tratta da Rapporto Segnali 2020).Circa il 90 % degli abitanti delle città è esposto a concentrazioni di inquinanti superiori ai livelli di qualità dell’aria ritenuti dannosi per la salute, spiega l’AEA. Per esempio, si stima che il particolato sottile (PM2.5)riduca l’aspettativa di vita nell’UE di più di 8 mesi.
ma l’inquinamento atmosferico nuoce anche all’ambiente oltre che alla salute umana.

In questo articolo cerchiamo di far luce sul concetto di inquinamento ambientale, indicando poi le principali tipologie di inquinamento riconosciute, le fonti inquinanti, le cause determinanti, gli effetti su salute e ambiente ed i dati tratti dalle statistiche e dagli studi dell’Organizzazione mondiale della Salute (OMS), dell’Agenzia europea dell’Ambiente (AEA) e sulle strategie introdotte per ridurre l’inquinamento: gli strumenti anche internazionali, e la normativa di riferimento adottata a livello europeo e di recente rilanciata nel Green New Deal europeo e nel Green Deal Italiano.

Indice dei contenuti

  1. Cosa si intende per inquinamento?
  2. I tipi di inquinamento ambientale
  3. Inquinamento atmosferico: in cosa consiste?
  4. Inquinamento ambientale in cifre
  5. Cause dell’inquinamento atmosferico
  6. Come ridurre l’inquinamento atmosferico?

Cosa si intende per inquinamento?

L’inquinamento consiste nella introduzione di elementi fisici – le sostanze inquinanti – che provocano i diversitipi di inquinamento costituendo minaccia per la natura, per tutti gli esseri viventi e per gli esseri umani. Le sostanze inquinanti, infatti, alterano l’ambiente, e, quindi, l’aria, l’acqua e il suolo, e pongono a rischio la salute dell’intero pianeta.

Secondo una celebre definizione proposta dal ministero dell’Ambiente, l’Inquinamento è “Qualsiasi alterazione delle caratteristiche chimico fisiche e biologiche dell’aria, determinata sia da variazioni di concentrazione dei suoi normali costituenti sia e soprattutto, dalla presenza di sostanze estranee alla sua composizione normale in grado di determinare effetti di molestia e/o danno all’uomo”

I tipi di inquinamento ambientale

  • Inquinamento termico
  • Inquinamento acustico
  • Inquinamento elettromagnetico
  • Inquinamento atmosferico
  • Inquinamento idrico
  • Inquinamento marino
  • Inquinamento del suolo
  • Inquinamento marino da plastica

Ci concentriamo in particolare sull’inquinamento atmosferico

Inquinamento atmosferico: in cosa consiste?

La qualità dell’aria è collegata alle attività umane, al clima terrestre e agli ecosistemi a livello globale.Molti dei fattori che determinano l’inquinamento atmosferico (ovvero la combustione di combustibili fossili) sono anche fonti di emissioni di CO2 e altri inquinanti climatici di breve durata, come l’ozono e il carbonio nero, che contribuiscono notevolmente al cambiamento climatico e influiscono sulla salute umana.

Inquinamento atmosferico: le fonti inquinanti

L’inquinamento atmosferico ha diverse fonti, sia antropiche sia di origine naturale:

  • utilizzo di combustibili fossili nella produzione di elettricità, nei trasporti, nell’industria e nelle abitazioni;
  • processi industriali e utilizzo di solventi, per esempio nell’industria chimica e mineraria;
  • agricoltura;
  • trattamento dei rifiuti;
  • eruzioni vulcaniche, polveri aerodiffuse, spuma del mare ed emissioni di composti organici volatili provenienti dalle piante sono esempi di fonti di emissione naturali.

Inquinamento atmosferico: i danni per l’ambiente

L’inquinamento atmosferico danneggia anche il nostro ambiente.

  • L’acidificazioneè stata ridotta sostanzialmente tra il 1990 e il 2010 nelle zone ecosistemiche sensibili dell’Europa interessate da depositi acidi di composti in eccesso di azoto e zolfo.
  • Rispetto all’eutrofizzazione, un problema ambientale causato dall’introduzione di una quantità eccessiva di nutrienti negli ecosistemi, si registrano scarsi progressi. La superficie di ecosistemi sensibili interessata da un eccesso di azoto atmosferico è diminuita soltanto in modo lieve tra il 1990 e il 2010.
  • I danni alle colture sono causati dall’esposizione ad alte concentrazioni di ozono. La maggior parte delle colture agricole è esposta a livelli di ozono che superano l’obiettivo di lungo termine dell’UE previsto per la protezione della vegetazione. Ciò comprende principalmente una quota significativa delle aree agricole, in particolare nell’Europa meridionale, centrale e orientale.

Inquinamento ambientale in cifre

Inquinamento ambientale nel mondo: i dati di OMS

L’inquinamento atmosferico uccide circa sette milioni di persone in tutto il mondo ogni anno.I dati dell’OMS mostrano che 9 persone su 10 respirano aria che supera i limiti delle linee guida dell’OMS contenenti alti livelli diinquinanti, con i paesi a basso e medio reddito che soffrono delle esposizioni più elevate. OMS ha riconosciuto la graveminaccia per la salute e per il clima. derivanti dall’inquinamento atmosferico ed ha riconosciuto che gli effetti combinati dell’inquinamento atmosferico ambientale (esterno) e domestico causano circa sette milioni di morti premature ogni anno, in gran parte a causa dell’aumento della mortalità per ictus, malattie cardiache, malattia polmonare ostruttiva cronica, cancro ai polmoni e infezioni respiratorie acute.

In base ai dati diffusi da OMS sulla qualità dell’aria e sullo stato dell’inquinamento nel mondo:

  • 4,2 milioni morti ogni annosi verificano a seguito dell’esposizione all’inquinamento atmosferico ambientale (esterno)
  • 3,8 milioni morti ogni anno a causa dell’esposizione domestica al fumo di fornelli sporchi e combustibili
  • 91% della popolazione mondiale vive in luoghi in cui la qualità dell’aria supera i limiti delle linee guida dell’OMS.

I principali Documenti e Azioni di OMS in materia di qualità dell’aria sono:

Inquinamento ambientale in Europa: i dati dell’Agenzia europea per la qualità dell’Aria (AEA)

In base al recentissimo Rapporto 2020 dell’AEA sulla qualità dell’aria in Europa, «Air quality in Europe – 2020 report», (Novembre 2020) nel 2018 sei Stati membri hanno superato il valore limite dell’Unione europea (UE) per il particolato fine (PM2,5): Bulgaria, Cechia, Croazia, Italia, Polonia e Romania. Solo quattro paesi europei – Estonia, Finlandia, Irlanda e Islanda – presentavano concentrazioni di particolato fine inferiori ai valori guida più restrittivi dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Il rapport dell’AEA rileva che permane un divario tra i limiti legali per la qualità dell’aria dell’UE e gli orientamenti dell’OMS, una questione che la Commissione Europea intende affrontare con una revisione delle norme dell’UE nell’ambito del piano d’azione per l’inquinamento zero.

Rapporto AEA: effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico

Nel 2018 l’esposizione al particolato fine ha causato circa 417000decessi prematuri in 41paesi europei. Circa 379000di tali decessi si sono verificati nell’UE-28; 54000 e 19000 sono stati attribuiti al biossido di azoto (NO2) e all’ozono troposferico (O3) rispettivamente (i tre dati costituiscono stime distinte e non vanno sommati per evitare un doppio conteggio).
Grazie alla migliore qualità dell’aria, nel 2018 i decessi prematuri provocati dall’inquinamento da particolato fine sono stati circa 60000in meno rispetto al 2009. Per quanto riguarda il biossido di azoto, la riduzione è ancora maggiore: nell’ultimo decennio i decessi prematuri sono diminuiti di circa il 54%. Per approfondire sugli effetti per la salute derivanti dall’Inquinamento, si veda il monitoraggio continuo svolto dall’AEA, correlato con il Rapporto annuale sulla qualità dell’aria)

Il proseguimento dell’attuazione delle politiche ambientali e climatiche in tutta Europa è un fattore fondamentale alla base dei miglioramenti.

Rapporto AEA: effetti delle politiche comunitarie sulla qualità dell’aria

Il rapporto dell’AEA mostra che le politiche dell’UE, nazionali e locali e le riduzioni delle emissioni in settori chiave hanno migliorato la qualità dell’aria in tutta Europa. Dal 2000 le emissioni dei principali inquinanti atmosferici, compresi gli ossidi di azoto (NOx), provenienti dai trasporti, sono diminuite in misura significativa, malgrado la crescente domanda di mobilità e il conseguente aumento delle emissioni di gas a effetto serra del settore. Anche le emissioni inquinanti determinate dall’approvvigionamento energetico hanno evidenziato un marcato calo, mentre i progressi nella diminuzione delle emissioni derivanti da edilizia e agricoltura sono stati lenti.

I dati dell’EU Climate Action Progress Report

Nell’UE-27 leemissioni di gas a effetto serrasono diminuite del 3,7 % su base annua, mentre il PIL è cresciuto dell’1,5 %. Le emissioni sono diminuite del 24 % rispetto ai livelli del 1990.
Lo riportal’EU Climate Action Progress Report,la relazione annuale UE approvata il 30 novembre scorso, che riporta i risultati raggiunti dall’Unione nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra nel 2019. La relazione conferma ancora una volta che occorre moltiplicare gli sforzi in tutti i settori dell’economia per raggiungere l’obiettivo comune della neutralità climatica entro il 2050: questo l’ultimo report aggiornato dalle istituzioni europee coi dati della lotta ai cambiamenti climatici e alle emissioni di gas serra (leggi il nostro apprrofondimento, coi dati di sintesi del Report).

Cause dell’inquinamento atmosferico

Qual è la causa principale dell’inquinamento atmosferico?

L’inquinamentoatmosfericoè determinato dalla diffusione in atmosfera di gas e polveri sottilissime. Le principali fonti di inquinamento sono le attività industriali, gli impianti per la produzione di energia, gli impianti di riscaldamento e il traffico.Il trasporto è responsabile di circa il 45% delle emissioni europee di ossidi di azoto (NOx) e una percentuale significativa delle emissioni totali di altri inquinanti chiave. Il traffico stradale è la fonte più diffusa di rumore ambientale, con più di 100 milionidi persone colpite da livelli nocivi in ??Europa.

Le sostanze capaci di alterare la qualità dell’aria sono classificate in base alla loro composizione chimica (composti alogeni o che contengono zolfo, azoto o carbonio ), allo stato fisico (che può essere gassoso, liquido o solido) e si suddividono, secondo la reazione dell’atmosfera, in sostanze primarie o secondarie.

Inquinanti primari

I principali inquinanti primari di tipo gassoso o particolato:

  • composti dello zolfo: biossido di zolfo (SO2), il solfuro di carbonile (COS), il solfuro di carbonio (CS2), il solfuro di idrogeno (H2S), il dimetilsolfato (CH3)2SO4. Sono il risultato della decomposizione biologica, della combustione derivata da combustibili fossi e di materia organica, dello spray marino e delle eruzioni vulcaniche.
  • composti dell’azoto: N2O, NO, NO2, NH3, HNO3, HONO, N2O5 ed i sali di NO3, NO2, NH4. L’N2O, in particolare, è presente in misura maggiore nell’atmosfera ed è prodotto principalmente dall’azione dei batteri nel suolo e, in secondo luogo, dalle reazioni chimiche che si sviluppano nella parte alta dell’atmosfera. A differenza del NO e NO2 (monossido e biossido di azoto) non è considerato inquinante poiché chimicamente risulta inattivo in presenza di temperature ordinarie.
  • composti di carbonio: CO e CO2 rispettivamente monossido di carbonio e biossido o anidride carbonica. Il monossido di carbonio è altamente tossico e impedisce il regolare trasporto di ossigeno ai tessuti mentre l’anidride carbonica è un prodotto dei processi di combustione causati dalle attività umane. Il biossido è un gas presente nell’atmosfera che contribuisce al fenomeno naturale dell’effetto serra il cui aumento, causato dall’intervento dell’uomo sulla natura, altera l’equilibrio termico del pianeta e determina quel mutamento del clima e dell’ambiente conosciuto con il nome di riscaldamento globale.
  • IPA: ovvero idrocarburi policiclici aromatici. Si tratta di sostanze derivate dalla combustione di legna, nafta e gasolio. Il più pericoloso, considerato cancerogeno, è il Benzo (a) Pirene.
  • composti alogenati: HCl, HF, HBr, HCFC
  • radicali: OH, radicale ossidrile, HO2, radicale ideoperossido, NO3, radicale nitrato.
  • particolato: è un aerosol composto da polveri fini nocive classificate in base alla dimensione. Oltre al già citato PM10 esistono anche le PM2,5 e le polvere ultrafini. Le prime hanno un diametro inferiore a 2,5 µm mentre il diametro delle seconde è inferiore a 0,1 µm.

Inquinanti secondari di tipo gassoso

Passiamo agli inquinanti secondari di tipo gassoso, in altre parole i gas che intervengono nei processi di reazione alla base dell’inquinamento fotochimico o smog fotochimico. I principali sono:

  • NO2 formato da NO primario
  • O3 formato per via fotochimica

Il particolato secondario, invece, è il risultato di reazioni chimiche e chimico-fisiche che includono inquinanti gassosi sia primari che secondari. I più conosciuti sono:

  • la trasformazione di SO2 in solfati SO4
  • la trasformazione di NO2 in nitrati NO3
  • la trasformazione di composti organici in particelle organiche

Tra i più noti contaminanti gassosi troviamo:

  • monossido di carbonio
  • anidride carbonica
  • alogeni alchilici leggeri
  • cloroflurocarburi
  • metalli pesanti
  • piombo
  • ossidi di azoto
  • diossido di zolfo
  • ozono
  • componenti organici volatili.

Come ridurre l’inquinamento atmosferico?

Le soluzioni di OMS

OMS fornisce supporto tecnico a livello nazionale sulle migliori pratiche per ridurre l’inquinamento atmosferico e attuare strategie di mitigazione.L’OMS utilizza una serie di strumenti per valutare l’efficacia e la fattibilità degli sforzi di riduzione.Gli esempi includono lo strumento di mappatura delle parti interessate, analisi costi-benefici ed efficacia dei costi e valutazioni dell’impatto sulla salute.
AirQ+ è il software tool realizzato da Europa e OMS per la valutazione del rischio da inquinamento dell’aria. Quantifica gli effetti dell’esposizione all’inquinamento atmosferico in termini di salute pubblica ed esegue calcoli che consentono di quantificare gli effetti sulla salute dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, comprese le stime della riduzione dell’aspettativa di vita.
Fra le campagne internazionali più importanti, BreatheLife è la principale iniziativa guidata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dalla Climate & Clean Air Coalition (CCAC) per mobilitare città e individui per proteggere la nostra salute e il nostro pianeta dagli effetti dell’inquinamento atmosferico.

Le soluzioni europee

L’Europa si è posta l’ambizioso obiettivo di “inquinamento-zero” nel Green Deal europeo, parte della strategia della Commissione europea per attuare l’agenda degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il suo obiettivo principale è proteggere i cittadini e gli ecosistemi attraverso un migliore monitoraggio, comunicazione, prevenzione e riparazione dell’inquinamento. L’ambizione dell’inquinamento-zero può aiutare l’UE a separare ulteriormente la prosperità dai livelli nocivi di inquinamento, rafforzando nel contempo la resilienza e l’autonomia strategica dell’UE.
Ciò può anche supportare un recupero post-COVID-19 sostenibile, ad esempio: contribuendo a integrare l’ambizione di inquinamento zero negli sforzi di recupero; promuovere un’informazione adeguata e tempestiva sui benefici sanitari ed economici dell’agire sull’inquinamento; ed esplorare l’ulteriore sviluppo di pratiche commerciali che riducono l’inquinamento, creano opportunità di lavoro e riducono le disuguaglianze sociali, poiché l’inquinamento colpisce in modo sproporzionato le persone più vulnerabili.
Nell’ambito della più ampia ambizione di inquinamento zero, la Commissione europea ha già annunciato azioni per ridurre l’inquinamento in diverse iniziative del Green Deal, in particolare il Piano d’azione per l’economia circolare, la Strategia per la biodiversità e la Strategia Farm to Fork. Prevista per il 2021, la strategia per la sostenibilità dei prodotti chimici e il piano d’azione per l’inquinamento zero contribuiranno a promuovere prodotti e tecnologie più puliti in tutti i settori economici pertinenti, dando priorità alla prevenzione dell’inquinamento rispetto alla bonifica. A seguito di una consultazione pubblica aperta, il piano d’azione contro l’inquinamento zero è previsto per la prima metà del 2021.

Lotta all’inquinamento ambientale: strategie normative per ridurre i livelli di inquinamento

Principalmente a livello europeo sono stati introdotti negli anni, diverse regolamentazioni comunitarie per abbassare i livelli di inquinamento nazionali, attraverso politiche attive e adeguamenti ai livelli concordati a livello internazionale.

Con la Direttiva 2003/87/Ce l’Unione europea (UE) istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (Emission Trading System, “ETS”), al fine di ridurre in modo economicamente efficiente tali emissioni nel territorio Comunitario, sulla scorta di talune premesse, riportate nelle premesse a tale atto, e di seguito elencate:

  • con il Libro verde sullo scambio dei diritti di emissione di gas a effetto serra all’interno dell’Unione europea ha promosso la realizzazione di un dibattito in Europa sull’opportunità e sulle modalità di funzionamento di un meccanismo che consenta lo scambio delle quote di emissioni di gas a effetto serra all’interno dell’Unione europea;
  • con il sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente, il cambiamento climatico viene elevato a tema prioritario da inserire nelle politiche ambientali comunitarie; con esso, per il 2005, viene appunto previsto l’istituzione di un sistema per lo scambio di emissioni esteso a tutta la Comunità. è rilevante richiamare che, tale programma, prevede, ai sensi del Protocollo di Kyoto sopra richiamato, la riduzione, tra il 2008 e il 2012, dell’8 % delle emissioni di gas a effetto serra rispetto al livello del 1990 sul territorio della UE, ed anche, a lungo termine, dovranno essere ridotte le stesse del 70 % circa rispetto al livello del 1990;
  • con la decisione 2002/358/CE la comunità Europea aveva stabilito formalmente di adempiere agli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto sopra richiamati;
  • con decisione 94/69/CE del Consiglio, del 15 dicembre 1993, la Comunità recepiva la Convenzione quadro delle Nazioni sui cambiamenti climatici, concernente la conclusione della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con la quale la UE assumeva l’obiettivo di stabilizzare le concentrazioni di gas a effetto serro nell’atmosfera a un livello che prevenga qualsiasi pericolosa interferenza antropica sul sistema climatico (informazioni tratte da Vademecum per l’Ambiente, S. Sassone).

La Direttiva sulla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa

La nuova direttiva comunitaria sulla qualità dell’aria, ladirettiva relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa è una delle principali misure adottate per affrontare l’inquinamento atmosferico in base alla strategia tematica sull’inquinamento atmosferico. Questa è la prima direttiva dell’Unione europea a includere limiti per le concentrazioni ambiente di PM2,5(particolato fine). Essa riunisce inoltre varie normative esistenti in materia di qualità dell’aria in un’unica direttiva.

Il sistema ETS

La predisposizione del sistema ETS (Emission Trading System, “ETS”) è nato per consentire alla comunità a raggiungere gli impegni di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra assunti nell’ambito del protocollo di Kyoto, e rappresenta il pilastro fondamentale su cui la Comunità Europea basa la propria attività di contrasto ai cambiamenti climatici nonché lo strumento principale per la riduzione efficiente delle emissioni di gas a effetto serra: il territorio della Ue rappresenta, dati alla mano, il primo mercato mondiale della CO2, e continua a essere il più esteso.
La partecipazione all’Emission Trading System Ue è obbligatoria per i settori che producono tre categorie di gas serra:
1. CO2 derivante da:
a) produzione di energia elettrica e di calore;
b) settori industriali ad alta intensità energetica, comprese raffinerie di petrolio, acciaierie e produzione di ferro, metalli, alluminio, cemento, calce, vetro, ceramica, pasta di legno, carta, cartone, acidi e prodotti chimici organici su larga scala;
c) aviazione civile;

2. Ossido di azoto (N20) derivante dalla produzione di acido nitrico, adipico e gliossilico e gliossale;

3. Perfluorocarburi (PFC) derivanti dalla produzione di alluminio. In alcuni settori vengono inclusi soltanto gli impianti al di sopra di una certa dimensione, mentre altri, di ridotte dimensioni, possono essere esclusi qualora le amministrazioni mettano in atto misure fiscali o di altro genere che ne riducano le emissioni di un quantitativo equivalente.

Come funziona il Sistema ETS?
Gli impianti che esercitano talune attività, con la Direttiva n. 87 sono obbligatoriamente soggetti al sistema di scambio di quote. Con essa:

  • gli Stati devono elaborare un piano nazionale utile a fissare le quote totali di emissioni che intende assegnare in periodi determinati e le modalità di tale assegnazione;
  • per gli impianti da essa regolati:
  • la necessità per operare di possedere un permesso all’emissione in atmosfera di gas serra;
  • sussiste l’obbligo di rendere alla fine dell’anno un numero di quote (o diritti) d’emissione pari alle emissioni di gas serra rilasciate durante l’anno.

Il sistema Ets Ue opera secondo il principio della limitazione e dello scambio delle emissioni.
A livello di ciascun singolo stato membro, viene fissato un limite verso l’alto alla quantità totale di alcuni gas serra che possono essere emessi dagli impianti che rientrano nel sistema, e, progressivamente, tale limite viene ridotto, per consentire una diminuzione complessiva delle emissioni totali, ovvero l’inquinamento.

Il Sistema dei Permessi ad inquinare

I “permessi ad inquinare” rappresentano lostrumento economico-ambientale, gli “inquinatori”, ovvero le imprese che emettono gas serra a seguito dello svolgimento delle loro attività produttive:

  • ricevono o acquistano quote di emissione che, se necessario, possono scambiare;
  • possono acquistare, eventualmente, quantità limitate di crediti internazionali da progetti di riduzione delle emissioni di tutto il mondo.

In questo modo, assegnando un valore economico alle quote poste a disposizione delle imprese, viene a crearsi un mercato.
Qualora vengano superati i limiti, ovvero se, alla fine di ogni anno le società non restituiscono un numero di quote sufficiente a coprire le loro emissioni, vengono sanzionate sotto il profilo amministrativo.
Tale sistema induce ad un comportamento virtuoso: infatti sarà interesse degli inquinatori quello di sviluppare processi produttivi tali da ridurre le proprie emissioni in atmosfera di gas climalteranti, e quindi conservare le quote inutilizzate per coprire un eventuale fabbisogno che si può manifestare nel corso di un esercizio successivo, oppure, per quanto sopra premesso, venderle ad altra impresa che ne abbia necessità.
Sotto il profilo numerico, ad oggi sono coinvolti 31 Paesi, con riferimento ai paesi membri della comunità cui si aggiungono Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
Al fine di giungere ad un livello di emissioni tollerabili, si prevedono quattro fasi cronologicamente ordinare, dal 2005 fino al 2030: in particolare, la fase 4, la cui partenza è prevista per il 2021, prevede obiettivi rivisitati con la Direttiva 2018/410/Ue per poter conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’Ue per il 2030, in linea con il quadro delle politiche per il clima e l’energia per il 2030 e come parte del contributo dell’Unione all’Accordo di Parigi del 2015.

La normativa italiana: Direttiva 2003/87/Ce e nascita del sistema ETS
La Direttiva n. 87 del 2003 è stata recepita nel nostro ordinamento con il D.Lgs. 216/2006 il quale è stato successivamente abrogato dal D.Lgs. 4 aprile 2013, n. 30.
Tutte le informazioni sul funzionamento del Sistema ETS in italia sono disponibili sul sito del Ministero dell’Ambiente.
Tale atto reca le vigenti disposizioni per la partecipazione al sistema per lo scambio di quote di emissioni di gas ad effetto serra nella Comunità istituito ai sensi della Direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 2003, e le emissioni di gas serra.
Con il D.Lgs. 2 luglio 2015, n. 111 (DL Clima), invece, vengono parzialmente riformate le regole del mercato delle suddette quote, con particolare riferimento a quelle originate da impianti di ridotte dimensioni esclusi dal sistema delle “emission trading”. Vengono inoltre modificati, tra gli altri, i seguenti aspetti:

  • sistema sanzionatorio, ed in particolare vengono innalzate le sanzioni minime applicabili ai gestori di impianti;
  • alcune definizioni (vd. operatore aereo amministrato dall’Italia);
  • le regole di utilizzo dei crediti CERs/ERUs.

Nel 2020 il Decreto legislativo del 9 giugno 2020, n. 47 – Attuazione della direttiva (UE) 2018/410 del parlamento europeo e del consiglio del 14 marzo 2018, modifica la direttiva 2003/87/ce per sostenere una riduzione delle emissioni più efficace sotto il profilo dei costi e promuovere investimenti a favore di basse emissioni di carbonio, nonché adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/2392 relativo alle attività di trasporto aereo e della decisione (UE) 2015/1814 del parlamento europeo e del consiglio del 6 ottobre 2015 relativa all’istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato.
Il provvedimento abroga – in parte – il precedente decreto legislativo 13 marzo 2013, n. 30 e recepisce le novità previste per la IV fase del sistema EU ETS.
Il provvedimento rinnova radicalmente, con il consenso delle Parti coinvolte, la struttura organizzativa del Comitato ETS e assegna al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Direzione generale per il Clima, l’Energia e l’Aria, il compito di svolgere annualmente oltre 1200 procedimenti istruttori, attraverso il supporto di esperti dedicati e con l’ausilio del sistema telematico denominato “Portale ETS“, che consente ai gestori di impianti fissi e agli operatori rientranti nel regime ETS di interloquire direttamente con la pubblica amministrazione attraverso la scrivania telematica a loro dedicata.

La Direttiva 2018/410/UE

LaDirettiva 2018/410/UE, che stabilisce il funzionamento dell’Emissions Trading System europeo (EU-ETS) nella fase IV del sistema (2021-2030). Il Quadro per il clima e l’energia 2030 prevede l’obiettivo vincolante di ridurre entro il 2030 le emissioni nel territorio dell’Unione Europea di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990, mentre i settori interessati dal sistema ETS dovranno ridurre le emissioni del 43%, rispetto al 2005, comportando una necessaria riforma dell’EU-ETS per poter adempiere agli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi (maggiori informazioni sulle novità del provvedimento nel sito del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare e su InSic per quanto riguarda il settore del trasporto aereo).

Green New dealitaliano

In linea con il Green Deal europeo annunciato dalla prossima Commissione europea (2019-2024), il Governo italiano ha lanciato unGreen New Dealitaliano già nella nota al DEF del 2019, che preveda in primo luogo un piano pluriennale di investimenti pubblici e privati nonché una serie di politiche di supporto basate sulle esigenze territoriali del Paese. I piani di investimenti pubblici intendono “porre al centro la protezione dell’ambiente anche attraverso il miglioramento dei parametri e dei livelli di inquinamento ambientali, il progressivo ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici ed il miglioramento della qualità dell’aria”.

Il DL CLima

Con ilDL Clima, Decreto-Legge14 ottobre 2019, n. 111,il Governo ha apportato misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalladirettiva 2008/50/CEsulla qualità dell’aria e per consentire il raggiungimento degli obiettivi relativi alle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, misure aventi carattere di urgenza per la composizione delleprocedure di infrazionein tema ambientale: l’Unione europea ha infatti aperto nei confronti dell’Italia leprocedure d’infrazione nn. 2014/2147 e 2015/2043, anche alla luce degli impegni assunti dal Governo italiano e dalle Regioni e dalle Province autonome con il Protocollo “Aria Pulita” firmato il 4 giugno 2019 a Torino, a margine del “Clean Air Dialogue” con la Commissione europea.

Redazione InSic

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