Il tema della gestione del rifiuto sanitario è ampio e complesso.
Lo è diventato ancor di più quando, durante il covid, alcune regioni hanno deciso di classificare come rifiuti pericolosi le mascherine, fazzoletti o guanti potenzialmente infetti e “prodotti” all’interno delle aziende, qualsiasi sia la natura del business condotto.
Vediamo quindi in questo articolo come si gestiscono i rifiuti sanitari.
Nell'articolo
Qual è la legge sui rifiuti sanitari?
Partiamo però dall’inizio.
La gestione dei rifiuti sanitari è normata dal D.Lgs 152/2006 e dal DPR 254/2003, che contengono al loro interno anche le precise disposizioni da seguire per la corretta gestione dei rifiuti.
L’attenzione verso le modalità di raccolta, stoccaggio, trasporto e smaltimento vogliono preservare la tutela dell’ambiente e la salute pubblica attraverso regole stringenti che coinvolgono ogni fase della vita del rifiuto speciale, fin dal primissimo deposito temporaneo in essere già dal produttore.
Come si dividono i rifiuti sanitari?
Semplificando la gestione in due distinte macrocategorie, possiamo evidenziare che la differenza sostanziale è tra l’individuazione del rifiuto sanitario non pericoloso, o pericoloso ma non a rischio infettivo, e il rifiuto sanitario a rischio infettivo.
Il produttore del rifiuto sanitario (che può essere una struttura sanitaria ma anche una diversa tipologia di attività) deve conferirlo in un luogo appositamente individuato, definito deposito temporaneo, del quale la normativa fornisce stringenti indicazioni sia sugli imballaggi in essi contenuti che sulle modalità di raccolta, ma anche indicazioni temporali relative alla permanenza del rifiuto e alla gestione degli spazi.
Come è evidente, anche il trasporto di questi rifiuti è accuratamente normato per evitare qualsiasi contaminazione o fuoriuscita pericolosa.
Parlando di trasporto non possiamo dimenticare di citare l’ADR ovvero il regolamento per il trasporto delle merci pericolose su asfalto.
È possibile lo stoccaggio e il trasporto di questi rifiuti solo con appositi imballaggi omologati ONU recanti marchi ed etichette che ne descrivano il contenuto in modo appropriato.
Quanti sono i rifiuti sanitari?
Si stima che, solo in Italia, ogni giorno siano circa mille le tonnellate di rifiuti sanitari pericolosi prodotti.
Risulta chiaro che una approssimativa gestione anche solo di una piccola parte di questi è in grado di causare importanti conseguente innanzitutto sugli addetti ai lavori ma, a cascata, anche sull’ambiente e la società.
Dove vengono smaltiti i rifiuti ospedalieri?
All’interno di un deposito temporaneo vengono provvisoriamente stoccati tutti i rifiuti sanitari.
Il deposito temporaneo, tutta la movimentazione interna, la raccolta ed il trasporto dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo devono essere effettuati utilizzando appositi imballaggi con la scritta “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo” e il simbolo del rischio biologico.
Se i rifiuti sono taglienti o pungenti, basti pensare a tutti gli aghi che vengono quotidianamente utilizzati, si deve utilizzare un apposito imballaggio rigido resistente alla perforazione, recante la scritta “Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti”.
Chi si occupa dello smaltimento dei rifiuti sanitari?
Il personale delle strutture sanitarie deve frequentare appositi corsi formativi che includano nel programma la gestione del rifiuto sanitario.
Inoltre, deve essere a conoscenza dell’importanza dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e deve rispettare e conoscere tutte le procedure scritte per facilitare la gestione.
L’amministrazione della struttura deve al contempo selezionare con cura i fornitori di imballi, etichette e contrassegni più competenti nel campo per evitare tutte le conseguenze di una gestione improvvisata.
I sacchi idonei per la raccolta temporanea dei rifiuti sanitari non sono solo gialli: devono essere robusti, resistere a forature, strappi e scoppi e devono riportare in grassetto scritte che avvisino della pericolosità e avvertano di gestire con cura.
In casi come quelli dei rifiuti speciali e pericolosi, il cui stoccaggio e trasporto è regolato da specifiche normative, è sempre bene affidarsi a un fornitore esperto nel settore come Serpac Srl, azienda specializzata nello sviluppo, produzione e vendita di imballaggi ed etichette per il trasporto di merci pericolose.
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