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Rumore ambientale: criteri di determinazione ed effetti nocivi, l’adeguamento alla disciplina europea

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Con DECRETO 14 gennaio 2022 il MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA aggiorna la disciplina nazionale in materia di rumore ambientale, contenuta nel decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194 alle più recenti modifiche emerse in ambito comunitario.

Le novità riguardano gli effetti nocivi del danno ambientale ed i metodi comuni di determinazione del rumore oggetto di due recenti direttive europee che hanno modificato la direttiva “madre in materia di rumore ambientale.

Facciamo il punto sulla normativa di riferimento e riportiamo le novità introdotte

Il Decreto 14 gennaio 2021

Il Decreto 14 gennaio 2021 dà attuazione alla direttiva (UE) 2020/367 della Commissione del 4 marzo 2020 sui metodi di determinazione degli effetti nocivi del rumore ambientale e alla direttiva delegata (UE) 2021/1226 della Commissione del 21 dicembre 2020, sui metodi comuni di determinazione del rumore.

Rumore ambientale: la normativa europea

In materia di rumore ambientale la Direttiva di riferimento è la direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale.
Fu recepita dal decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194 che prevede il proprio aggiornamento continuo negli allegati che recepiscono gli allegati della Direttiva Madre, via decreto ministeriale (art.9 comma 1).

Nel corso del tempo, la Direttiva Madre ha subito le modifiche ai propri allegati III e II ad opera delle Dir. 2020/367 e Dir. 2021/1226: era dunque necessario aggiornare il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194 nei suoi allegati che richiamano quelli della Direttiva 2002/94 modificati nel tempo.

Rumore ambientale: le modifiche 2022

Il Decreto 14 gennaio 2022

  • modifica l’allegato 2 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194 «Metodi di determinazione dei descrittori acustici» alla luce delle modifiche introdotte dall’allegato alla direttiva delegata (UE) 2021/1226 della Commissione del 21 dicembre 2020.
  • Sostituisce l’allegato 3 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 194«Metodi di determinazione degli effetti nocivi» previsti dall’allegato alla direttiva (UE) 2020/367 e successiva rettifica pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea L 110 dell’8 aprile 2020.

Metodo di determinazione del rumore: la Dir. 2002/49 aggiornata

La DIRETTIVA DELEGATA (UE) 2021/1226 DELLA COMMISSIONE ha modificato in diversi punti l’allegato II della Direttiva 2002/49: si tratta di chiarimenti delle formule usate per calcolare la propagazione del rumore, oltre ad adeguamenti delle tabelle alle conoscenze più recenti e migliorie della descrizione dei passaggi dei calcoli.
Gli adeguamenti interessano i calcoli del rumore prodotto dal traffico veicolare e ferroviario, dall’attività industriale e dagli aeromobili. Gli Stati membri dovevano impiegare questi metodi a partire dal 31 dicembre 2021.

Effetti nocivi del Rumore: cosa dice la Dir. 2002/49 aggiornata?

Ai fini della determinazione degli effetti nocivi la DIRETTIVA 2002/49/CE all’Allegato III tiene ore in considerazione, a seguito delle modifiche introdotte dalla Dir. 367/2020:

  • la cardiopatia ischemica (ischaemic heart disease, IHD), corrispondente ai codici da BA40 a BA6Z della classificazione internazionale ICD-11 dell’Organizzazione mondiale della sanità;
  • il fastidio forte (high annoyance, HA);
  • i disturbi gravi del sonno (high sleep disturbance, HSD).

Quali sono gli effetti nocivi del rumore ambientale: quali novità?

Si spiega nella Direttiva 367/2000, che le informazioni di alta qualità e statisticamente significative
utilizzabili erano quelle reperibili negli orientamenti sul rumore ambientale per la regione europea pubblicati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Ma le conoscenze attualmente disponibili circa gli effetti nocivi del rumore industriale sono limitate e non è quindi possibile proporre un metodo comune per determinarne gli effetti.

La Commissione chiarisce, nei considerando della Direttiva 367/2020, che l’allegato III della Direttiva Madre non recepisce le “specificità nazionali” e per la determinazione degli effetti del rumore non ha elementi sufficienti per definire un metodo comune per la determinazione degli effetti nocivi del rumore ambientale.

Sono però stati individuati nessi tra rumore ambientale e specifici effetti nocivi: ictus, ipertensione, diabete e altri disturbi metabolici, declino cognitivo dei bambini, declino della salute e del benessere mentale, disabilità uditiva, acufene, complicazioni alla nascita.

Rumore da traffico veicolare e cardiopatia ischemica: quali collegamenti?

Nella Direttiva 367/2000 si specifica che risulta ormai assodato il nesso tra rumore del traffico ferroviario e degli aeromobili, da un lato, e cardiopatia ischemica. Tuttavia, è troppo presto per quantificare l’aumento del rischio di tale patologia riconducibile alle due sorgenti in questione.

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico

Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in “Gestione integrata di salute e sicurezza nell’evoluzione del mondo del lavoro” INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19).
Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore.
Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.

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Antonio Mazzuca

Coordinamento editoriale Portale InSic.it -redattore giuridico Laurea in Giurisprudenza in Diritto europeo (LUISS Guido Carli 2006) e Master in "Gestione integrata di salute e sicurezza nell'evoluzione del mondo del lavoro" INAIL-Sapienza (I° Ed. 2018-19). Formatore certificato in salute e sicurezza sul lavoro dal 2017 per Istituto Informa e RLS per EPC Editore. Esperto in sicurezza sul lavoro e amministratore del Gruppo Linkedin Ambiente&Sicurezza sul Lavoro. Content editor e Social media per InSic.it su Linkedin e X (ex Twitter). Contatti: Linkedin Mail: a.mazzuca@insic.it