Satelliti per proteggerci dal rischio idrocarburi

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Il Ministero dell’Ambiente annuncia l’utilizzo di satelliti che vigileranno sulla qualità del mare in Italia ed in particolare sulle aree occupate dalle piattaforme per l’estrazione degli idrocarburi lungo le coste


Questo il contenuto dei contratti che il Ministero dell’Ambiente ha stipulato con Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e E-geos per la ricezione ed elaborazione di dati (immagini radar) dei quattro satelliti italiani della COSMO-SkyMed e la loro elaborazione in Near Real Time (entro 30 minuti dall’acquisizione) per accertare la presenza di idrocarburi sulla superficie del mare.
“Il mare è una risorsa preziosissima per l’Italia – afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Gallettie il nostro impegno è tutelarlo utilizzando tutte le tecnologie disponibili. L’attività dei satelliti ci consentirà un monitoraggio quotidiano, allerta tempestivi e quindi interventi anti-inquinamento più veloci e più efficaci in caso di dispersione di idrocarburi. Una garanzia in più anche per le popolazioni della costa che vedono con diffidenza le attività di ricerca nel nostro mare”.
Le rilevazioni satellitari delle aree dove sono situate le piattaforme petrolifere copriranno, in relazione ai possibili passaggi dei satelliti, dai 23 a i 25 giorni al mese. Per i restanti giorni non coperti dal satellite è in fase di attivazione la copertura aerea del Corpo delle capitanerie di porto. In più, lungo l’intero perimetro costiero nazionale sta per partire un sistema di pattugliamenti a mezzo di motovedette delle stesse Capitanerie di Porto e della Guardia di Finanza.
L’attività di monitoraggio satellitare, che rappresenta un ulteriore salto tecnologico nella difesa del mare, sarà finanziata con i fondi delle royalties versate dai concessionari delle piattaforme e che sono destinate proprio all’implementazione della tutela dall’inquinamento.

Redazione InSic

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