TARES, così cambiano le tariffe

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Il decreto legge 8 aprile 2013, n. 35 “Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti locali. sui pagamenti della PA”, approvato con il Consiglio dei ministri del 6 aprile contiene alcune disposizioni anche in materia di TARES.

Il Governo riferisce che i Comuni avranno la facoltà di intervenire sul numero delle rate e sulla scadenza delle stesse come previsto dal “Salva Italia” (DL 201/2011). A tutela del contribuente è previsto che la deliberazione sia adottata e pubblicata dal Comune almeno trenta giorni prima della data di versamento. Viene altresì rinviato all’ultima rata relativa al 2013 il pagamento della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro già previsto dal Salva Italia.
Quanto alla staffetta Tarsu-Tares il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà indica che per l’ultima rata sarà probabilmente necessario un conguaglio, “perché non si poteva trovare la copertura per l’aumento che comporta”, anche se ha osservato che “da qui a dicembre non significa che il Parlamento e il nuovo governo non possano trovare la copertura”.

Secondo la ricostruzione fornita dall’Osservatorio sulla fiscalità locale a cura della Uil Servizio Politiche Territoriali, la Tares si inizierà a pagare a maggio in tre rate (maggio, settembre e dicembre), e secondo quanto stabilito dal Governo peserà più dell’Imu sulla prima casa. Nel 2013 Tares e Imu peseranno per 33,1 miliardi di euro (916 euro medi pro capite). Il gettito complessivo dell’incasso dei Comuni e dello Stato crescerà del 23,8%, passando da 7,6 miliardi del 2012, all’incasso di 9,4 miliardi di quest’anno.
Il provvedimento ha suscitato vivaci risposte politiche, delle associazioni di settore e del mondo dei consumatori: il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle ha pronta una mozione per l’abolizione della Tares e l’adozione della “tariffa puntuale” con l’introduzione del principio virtuoso per cui chi più ricicla meno paga, soprattutto nei tantissimi Comuni che hanno adottato il sistema di raccolta differenziata porta a porta con tariffa puntuale, arrivando a riduzione dei rifiuti, percentuali di differenziata superiori al 70% avviando percorsi verso Rifiuti Zero, con vantaggi economici per gli utenti e le imprese.
Subito sono arrivate le prime considerazioni da parte delle associazioni di settore.
Il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani sostiene che la Tares si configura come “una nuova patrimoniale che si aggiunge all’Imu, calcolata com’è sui metri quadrati; l’aggravio sarebbe intollerabile, oltre che iniquo e farebbe segnare un aumento per i contribuenti del 140% rispetto alla tassa rifiuti già in essere. Un mostro giuridico oltre che fiscale, insomma, che va cancellato al più presto” ed aggiunge “la Tares è infatti un tributo strampalato per diversi, separati, e pur concorrenti, motivi. È per una parte una tassa, e per un’altra un’imposta. Si somma al tributo provinciale ambientale, che insiste con alta percentuale sulla stessa base imponibile fino a raggiungere, in Italia, la somma di 273 milioni di euro. La specifica maggiorazione prevista nel provvedimento sulla Tares viene giustificata con il fatto che il suo introito dovrebbe essere utilizzato per finanziare servizi indivisibili, ma servizi goduti peraltro, paradossalmente, anche da chi non paga il tributo in questione.”

Redazione InSic

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