Traffico internazionale di rifiuti: una proposta dall’UE

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La Commissione europea ha presentato l’11 luglio una proposta per rafforzare la legislazione in materia di ispezioni nazionali delle spedizioni di rifiuti al fine di armonizzare i livelli di controllo in tutti gli Stati membri.
Il Regolamento UE in materia (Reg.1013/2006/EC) consente infatti l’esportazione di rifiuti non pericolosi verso paesi non appartenenti all’OCSE per operazioni di recupero, purché le autorità nazionali verifichino che tali rifiuti siano trattati in conformità a norme equivalenti a quelle dell’UE, ma nulla dispone sulla pianificazione delle ispezioni o sulle modalità di esecuzione delle stesse …

Lotta al Port Hopping

L’iniziativa della Commissione riguarda la lotta al trasporto illegale dei rifiuti: quasi il 25% delle spedizioni di rifiuti inviate dall’UE ai paesi in via di sviluppo di Africa e Asia avviene in violazione delle normative internazionali e vengono poi abbandonati o gestiti in maniera scorretta.
Secondo la Commissione, il fenomeno del trasporto illegale di rifiuti riguarda tutta l’UE ma alcuni Stati dispongono di sistemi d’ispezione a tutto campo ed efficienti, soprattutto nei porti,mentre altri Stati no: ciò genera il fenomeno del “port hopping” ovvero la scelta di far transitare i rifiuti nei porti dove i controlli sono meno severi..

Controlli più severi

La proposta della Commissione richiede ispezioni regolari sulle spedizioni e una maggiore collaborazione tra le autorità e ispettori: le autorità dovranno verificare percorsi, gli orari e i veicoli più frequentemente coinvolti nel trasporto illegale,e dovranno concentrarsi sui punti di raccolta e sugli impianti di stoccaggio così da bloccare a monte le esportazioni illegali di rifiuti e attenuare la pressione presente nei punti regolari di uscita.
La Commissione punta tutto sulla pianificazione delle ispezioni in loco per ottenere elementi di prova sulla legittimità della spedizione stessa, in grado di dimostrare, ad esempio, che i rifiuti in questione sono destinati ad una gestione ecocompatibile in un paese terzo.
Secondo la Commissione, ispezioni efficaci si tradurranno in risparmi e vantaggi economici diretti per gli Stati membri e per il settore dell’industria, in quanto saranno evitate le spese di bonifica e reimportazione, evitando che materie prime di un certo valore (come cobalto e indio contenuti nei rifiuti elettronici) vadano perdute.
L’obiettivo è quello quindi di ottimizzare il trattamento dei rifiuti, migliorare le tecniche di cernita e riciclaggio, e recuperare materie prime di qualità.

Abbandono illegale dei rifiuti, quali conseguenze?

La Commissione ricorda che l’abbandono dei rifiuti o il loro trattamento non conforme alle norme costituisce una grave minaccia per l’ambiente ed espone i cittadini e gli addetti ai lavori a rischi di salute a lungo termine. Inoltre, le sostanze rilasciate dai rifiuti abbandonati possono inquinare il suolo, le acque e l’aria attraverso l’emissione di metalli pesanti e di inquinanti organici persistenti. Tali emissioni sono inoltre causa del surriscaldamento climatico e del buco dell’ozono.

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Redazione InSic

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