V Rapporto Sentieri 2019: lo stato epidemiologico nazionale ed il rischio inquinamento

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Disponibile in integrale sulla rivista Epidemiologia e prevenzione il Rapporto Sentieri 2019, quinto rapporto dello Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio inquinamento, risultato del Programma “Un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati: implementazione dello studio epidemiologico SENTIERI” promosso e finanziato dal Ministero della Salute come Azione Centrale, Progetto CCM 2015.
Lo Studio si compone di una parte dedicata agli Obiettivi e alla metodologia, all’analisi dei risultati e una guida alla loro lettura.
Nella sezione Approfondimenti si trovano alcuni focus sugli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico, o sugli inquinanti nella città di Gela; e ancora, un approfondimento su Interferenti endocrini e tumori maligni endocrino-correlati, uno studio sulle evidenze epidemiologiche di Mantova, una ricerca sullo sviluppo di una procedura per attivare le risposte del Servizio sanitario alle situazioni di crisi ambientale e sulla Comunicazione nei siti contaminati e in una sezione specifica l’analisi di tutti i Siti considerati dal Rapporto.

Campione di riferimento
Sono stati presi in considerazione 45 siti, che includono 319 comuni, su un totale di circa 8.000 comuni italiani, con una popolazione complessiva di 5.900.000 abitanti. L’incidenza tumorale è stata valutata dai Registri Tumori appartenenti all’Associazione dei Registri (AIRTUM), ufficialmente riconosciuta dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione.
Per la prima volta, SENTIERI valuta anche lo stato di salute di bambini e adolescenti (1.160.000 soggetti di età 0-19
anni) e di giovani adulti (660.000 di età 20-29 anni).

Rilevazioni
È stato rilevato un eccesso globale di 5.267 e 6.725 morti, rispettivamente, nella popolazione maschile e femminile.
L’eccesso dovuto a cause oncologiche è risultato pari a 3.375 uomini e 1.910 donne.
L’eccesso stimato di patologie oncologiche in un arco temporale di cinque anni è risultato pari a 1.220 casi negli uomini e 1.425 nelle donne. gli eccessi più evidenti riguardano tumori maligni del polmone, del colon, dello stomaco, e alle patologie respiratorie benigne.
Scrivono gli esperti di SENTIERI che gli eccessi tumorali si osservano prevalentemente nei siti con presenza di impianti chimici, petrolchimici e raffinerie, e nelle aree nelle quali vengono abbandonati rifiuti pericolosi.
Le patologie respiratorie benigne sono presenti in eccesso anche nelle aree in cui insistono impianti siderurgici e centrali elettriche. Il mesotelioma maligno mostra eccessi nei siti caratterizzati dalla presenza di amianto e di fluoro-edenite, come atteso, ma anche laddove l’amianto non è esplicitamente citato dai Decreti di perimetrazione dei siti. Tutti gli impianti petrolchimici e siderurgici, per esempio, sono caratterizzati dalla presenza di ampie quantità di queste fibre, ampiamente utilizzate nel passato come agente isolante.
Naturalmente, non tutti gli eccessi osservati nello studio sono attribuibili alla contaminazione ambientale, si chiarisce nel Rapporto: le patologie hanno un’eziologia multifattoriale, all’interno della quale giocano un ruolo fattori socioeconomici, stili di vita, disponibilità e qualità dei servizi sanitari. Tuttavia, le conoscenze disponibili sul profilo tossicologico, si ribadisce, dei contaminanti presenti nei siti supportano l’ipotesi che l’esposizione ambientale abbia giocato un ruolo causale nel determinare alcuni di questi eccessi.

I dati europei
In ambito europeo, è stata stimata la presenza di circa 342.000 siti contaminati, dei quali solo il 15% sottoposto a interventi di risanamento ambientale. La contaminazione di queste aree è riferita in particolare alle matrici suolo e
acqua, per le quali le attività industriali e la gestione e il trattamento di rifiuti di origine industriale rappresentano le principali sorgenti di inquinamento. La contaminazione dell’aria non è invece tra i fattori utilizzati per caratterizzare questi siti, lasciando presagire che il numero di aree contaminate e l’entità della contaminazione siano in realtà maggiori di quanto stimato.
In Europa le attività industriali hanno lasciato un’eredità di migliaia di aree contaminate da sostanze chimiche tossiche tali da costituire una minaccia attuale o potenziale per la salute delle popolazioni ivi residenti, compresi i sottogruppi vulnerabili quali i bambini. In queste aree gli aspetti sanitari, ambientali, sociali e occupazionali sono fortemente interconnessi, destando forti preoccupazioni tra le comunità locali, tra gli operatori nel settore ambiente e salute, tra i decisori, a livello periferico e centrale. Sebbene il contenimento delle emissioni industriali sia migliorato negli ultimi decenni, il settore industriale è comunque responsabile di quantità significative di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, nonché della produzione di rifiuti.

I costi per la salute umana
Secondo stime fornite dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, i costi del danno, relativo alla salute umana, alle perdite di raccolto e ai danni materiali, associato all’inquinamento atmosferico causato dalle emissioni di 14.000 impianti industriali più inquinanti in Europa oscillano tra 329 e 1.053 miliardi di euro nel quinquennio 2008-2012, con circa la metà dei costi dovuta a 147 (1%) impianti.

Lo studio SENTIERI
Lo Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) attraverso una metodologia standardizzata, consente oggi di:
1. analizzare il profilo di salute con un approccio multi-esito basato su fonti di dati correnti accreditati per la mortalità, i ricoveri ospedalieri, l’incidenza dei tumori, le malformazioni congenite;
2. focalizzare le valutazioni in diversi sottogruppi di popolazione con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili, quali i bambini e gli adolescenti;
3. individuare a priori le principali patologie da sottoporre a sorveglianza grazie alla valutazione delle evidenze disponibili sulla loro relazione eziologica con i fattori di rischio ambientali che caratterizzano ciascun sito;
4. monitorare nel tempo l’evoluzione del profilo di salute delle popolazioni, permettendo di valutare l’implementazione di azioni preventive di risanamento ambientale;
5. offrire indicazioni di sanità pubblica.

Redazione InSic

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