Come smaltire le mascherine chirurgiche in modo ecologico

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La pandemia ha portato con sé un lungo periodo di emergenza durante il quale abbiamo fatto e facciamo i conti anche con il problema dello smaltimento delle mascherine chirurgiche e dei cosiddetti rifiuti Covid-19 prodotti dalle strutture sanitarie, dalle aziende e dalle utenze domestiche. Un problema da valutare anche sotto l’aspetto della tutela ambientale

L’uso delle mascherine per prevenire il contagio

La pandemia da Covid-19 ci ha costretti all’adozione di nuove misure precauzionali con lo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus. Le imprese si sono dotate di un “Protocollo di sicurezza anti-contagio” che prevede, in caso di lavoro a distanza interpersonale minore di un metro e dove non siano possibili altre soluzioni organizzative, “l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie”, così come è prescritto l’uso della “mascherina chirurgica” per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni (cfr. all. 12 D.P.C.M. 11.06.2020).

L’incremento delle mascherine da smaltire

In questo lungo periodo di emergenza abbiamo fatto i conti anche con il problema dello smaltimento delle mascherine chirurgiche, rifiuti Covid-19 prodotti dalle strutture sanitarie, dalle aziende e dalle utenze domestiche.

Come è stato sottolineato dall’Istituto Superiore della Sanità nel Rapporto n. 26 del 18 maggio 2020, “la ripresa graduale delle attività produttive e l’allentamento di alcune restrizioni per la popolazione porterà ad un notevole incremento dell’utilizzo delle mascherine e ad un conseguente incremento della quantità smaltita dopo l’uso.

La mascherina è un dispositivo individuale di protezione

Va subito chiarito che la mascherina utilizzata per prevenire o ridurre il rischio di contagio (come ogni altro accessorio impiegato per la medesima finalità, per esempio, i guanti monouso) è un dispositivo di protezione individuale ai sensi dell’art. 74 del D.Lgs. n. 81/2008. In quanto DPI nel senso proprio del termine, le mascherine, dopo il loro uso, vanno pertanto smaltite con una procedura aziendale interna.

Gli orientamenti dell’ISS per lo smaltimento delle mascherine

L’Istituto Superiore della Sanità, con il Rapporto n. 26 del 18 maggio 2020, ai fini dello smaltimento di mascherine e guanti, distingue tre situazioni:

1. mascherine e guanti monouso provenienti dalla popolazione generale, smaltiti da utenze domestiche dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria.

2. mascherine e guanti monouso provenienti dalla popolazione generale, smaltiti da utenze domestiche dove non soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria;

3. mascherine e guanti monouso provenienti da personale in attività lavorative di tipo privato o pubblico per le quali non sia già previsto l’utilizzo di tali dispositivi da specifiche leggi o regolamenti.

Per le mascherine utilizzate nei luoghi di lavoro, presso utenze economiche, l’ISS, come lo stesso Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) nella nota sulla “Gestione dei rifiuti costituiti da DPI usati”, dopo avere chiarito che i rifiuti prodotti da tali utenze sono “speciali”, distingue a sua volta tra utenze che producono rifiuti speciali assimilati agli urbani (in genere quelle commerciali) e utenze che non producono rifiuti speciali assimilati agli urbani.

A questo proposito è utile consultare il nostro precedente approfondimento sulle indicazioni ISPRA in merito allo smaltimento di mascherine e guanti

Utenze che producono rifiuti speciali assimilati agli urbani

In questo caso, per effetto dell’assimilazione, le mascherine, dopo il loro uso, possono essere conferite al servizio di raccolta dei rifiuti urbani, tanto quanto le mascherine smaltite da un’utenza domestica.

Utenze che non producono rifiuti speciali assimilati agli urbani

Senza assimilazione, invece, la mascherina va smaltita come rifiuto speciale, previa assegnazione del corrispondente codice da parte del produttore.

L’ISS ed ISPRA, dopo avere chiarito che la funzione della mascherina impiegata nel luogo di lavoro di un’utenza non assimilata “è quella di contenere la diffusione del contagio da COVID-19”, suggeriscono l’assegnazione del codice non pericoloso EER 150203, che è relativo ad “Assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 150202”.

Per un approfondimento sul tema consulta l’articolo:

DPI per ridurre il contagio da Covid-19
di Salvatore Casarrubia
Rivista Ambiente & Sicurezza sul Lavoro

l’e-book I rifiuti COVID-19
Una gestione complicata tra i rifiuti speciali pericolosi e rifiuti urbani
di Enrico Cappella
EPC EDITORE

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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