Rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi: quantità, qualità e gestione

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Cosa si intende con rifiuti pericolosi? Come vengono classificati? E come si smaltiscono correttamente? Tutto quello che devi sapere.

Come si classificano i rifiuti?

Il Ministero dell’Ambiente ha fornito una classificazione dei rifiuti valida su tutto il territorio nazionale e contenuta nell’articolo 184 del Decreto legislativo 152/2006 (come modificato dal Decreto Legislativo 3 settembre 2020, n. 116).

I rifiuti, ovvero «le sostanze o gli oggetti che derivano da attività umane o da cicli naturali, di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi», sono suddivisi secondo la loro origine in rifiuti urbani e rifiuti speciali, e secondo le loro caratteristiche in rifiuti pericolosi o non pericolosi.

Esiste anche una terza categoria nella classificazione dei rifiuti, ovvero i rifiuti pericolosi al fine del trasporto, comunemente ed impropriamente chiamati Rifiuti ADR.

Si tratta di tutti quei rifiuti, pericolosi e non pericolosi, che per le loro caratteristiche sono assimilabili alle merci pericolose contenute nell’Accordo ADR e che quindi devono essere trasportate secondo le disposizioni ADR.

Cosa si intende per rifiuti speciali?

I rifiuti speciali sono rifiuti prodotti dalle attività commerciali e industriali e comprendono rifiuti da lavorazione industriale, da attività commerciali, scarti di produzione, rifiuti derivati dal recupero o dallo smaltimento di altri rifiuti, rifiuti sanitari, ecc.

Questi si possono dividere in ulteriori due gruppi,  rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.

Quali sono considerati rifiuti pericolosi?

L’uomo produce rifiuti pericolosi sia nella vita di tutti i giorni che nelle attività produttive.

La maggior parte dei rifiuti pericolosi sono però generati in quest’ultimo frangente e quindi rientrano tra i rifiuti speciali.

Tra i più comuni troviamo prodotti derivate da raffinazione del petrolio, processi chimici, industria metallurgica, gestione dei macchinari ed attrezzature, ecc.

Ma c’è una definizione ancora più semplice, i rifiuti speciali pericolosi sono quei rifiuti per cui viene assegnato un codice EER con*.

Che cos’è l’analisi del rifiuto?

È quel procedimento di laboratorio che ne determina, o meno, la pericolosità e la sua tipologia: un momento essenziale per la gestione efficace della sua raccolta e smaltimento soprattutto per la classificazione corretta ai fini del trasporto.

«Qualora vengano apportate modifiche al ciclo produttivo di un rifiuto o alla composizione del rifiuto stesso, inoltre, l’analisi del rifiuto va ripetuta, in modo da garantire la massima sicurezza per l’ambiente e la salute umana», sottolinea Ermanno Vicini, legale rappresentante di Serpac Srl.

Come si smaltiscono le diverse tipologie di rifiuti?

Saper gestire correttamente i rifiuti aiuta a tutelare l’ambiente dal nostro impatto su di esso, ma tutela anche la nostra salute, riducendo l’inquinamento e offrendo all’uomo un mondo più pulito.

In Italia i rifiuti urbani sono raccolti e gestiti dalla pubblica amministrazione grazie al pagamento della TARI, la tassa sui rifiuti.

Il rifiuto speciale invece può rimanere nell’impresa secondo le direttive del deposito temporaneo.

L’azienda può poi decidere se inviare i rifiuti negli appositi impianti di recupero o smaltimenti ogni tre mesi o entro un anno dalla produzione.

Può attendere l’anno solo se la qualità di rifiuti prodotta è inferiore ai 30 metri cubi e dei quali al massimo 10 sono classificati come rifiuti pericolosi.

A seconda della classificazione del rifiuto sarà compito dell’azienda imballarlo ed etichettarlo nella maniera corretta rispettando anche le eventuali richieste dei regolamenti per la spedizione delle merci pericolose, qualora questo rifiuto sia classificato come merce pericolosa per il trasporto.

Avviene poi lo smaltimento in appositi impianti pensati ad hoc per le caratteristiche del rifiuto.

Così si conclude definitivamente il ciclo di vita di un rifiuto speciale.

Rifiuti pericolosi a rischio infettivo

Sono tutti quei rifiuti infettivi contaminati da sangue visibile o liquidi corporei o rifiuti da attività veterinaria o ospedaliera.

Questa tipologia di rifiuto può essere smaltito solo in impianti di incenerimento e deve essere spedito solo tramite appositi imballaggi.

Il presente articolo è stato scritto con la collaborazione di Serpac Srl.

Clio Gargiulo

Responsabile Commerciale Divisione Periodici di EPC Editore