Acque e monitoraggio pesticidi: nuovo manuale ISPRA

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Sul sito di ISPRA una nuova pubblicazione, liberamente scaricabile, realizzata dall’Istituto sul monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque. Il documento amplia e aggiorna le informazioni utili per la scelta delle sostanze da considerare nella programmazione del monitoraggio, già fornite in precedenti documenti di indirizzo predisposti dall’Istituto.

I precedenti volumi ISPRA
Fra gli altri documenti guida emanati e da noi qui riportati, ricordiamo il volume: “Primo monitoraggio delle sostanze dell’Elenco di controllo (Watch List)” che riporta la strategia usata per il monitoraggio di sostanze inquinanti l’ambiente acquatico europeo ed il metodo analitico utilizzato per l’analisi delle sostanze emergenti oltre ad una valutazione dei risultati ottenuti nella prima campagna italiana del 2016.
Ma anche il Rapporto nazionale sulla presenza di pesticidi nelle acque, che riporta i risultati del monitoraggio nazionale e regionale dei pesticidi nelle acque superficiali e sotterrane, svolto negli anni 2013-2014.

La regolamentazione dei pesticidi
Il rapporto si inquadra nell’ambito della regolamentazione dei pesticidi, spiega ISPRA le regioni trasmettono i risultati del monitoraggio all’ISPRA, che li elabora e valuta alla luce del Piano di Azione Nazionale (PAN), previsto dalla direttiva 2009/128/CE [Dir. 2009/128/CE] sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi, e adottato con il decreto 22 gennaio 2014.
L’Istituto, inoltre, predispone gli indicatori stabiliti dal PAN stesso per la verifica dell’efficacia delle misure di tutela dell’ambiente acquatico.
Il rapporto, precisa ISPRA tiene conto della normativa per la tutela delle acque, che con la direttiva quadro acque (DQA) [Dir. 2000/60/CE] e le direttive figlie, stabilisce i criteri per lo sviluppo delle reti e per l’esecuzione del monitoraggio e fissa limiti di qualità ambientale dellesostanze.

Il monitoraggio delle acque
A proposito del monitoraggio, sottolinea anche l’Istituto come negli anni ci sia stata un’evoluzione positiva del monitoraggio, con un’estensione della rete di campionamento, un aumento delle sostanze cercate e un miglioramento delle prestazioni dei laboratori.
Rimane ancora, tuttavia, una disomogeneità fra le regioni del nord e quelle del centro-sud, dove il monitoraggio è generalmente meno rappresentativo. D’altra parte, c’è la necessità di un aggiornamento continuo dei programmi di monitoraggio, per tenere conto delle nuove sostanze.
Rapporto ISPRA per questo amplia e aggiorna le informazioni utili per la scelta delle sostanze da considerare nella programmazione del monitoraggio già fornite nei precedenti documenti di indirizzo.

Le sostanze contemplate
Come nei precedenti documenti di indirizzo, vengono evidenziate le sostanze che hanno una rilevanza normativa: ad esempio quelle prioritarie della DQA, quelle “escluse” e quelle “candidate alla sostituzione” ai sensi del regolamento (CE) 1107/2009. Vengono forniti i dati di vendita dei prodotti fitosanitari, da cui dedurre i carichi sul territorio. Vengono, inoltre, analizzate le caratteristiche di pericolo delle sostanze e le proprietà chemiodinamiche che possono determinare esposizione delle acque.
La pericolosità delle sostanze è stata valutata in primo luogo tenendo conto della classificazione armonizzata europea ai sensi del Regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, etichettatura ed imballaggio delle sostanze e miscele (regolamento CLP) [Reg. CE 1272/2008].. Sono state, inoltre, considerate altre caratteristiche di pericolo, quali quelle delle sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche (PBT) o molto persistenti e molto bioaccumulabili (vPvB) e quelle degli interferenti endocrini, che, pur non avendo una classificazione specifica, sono di particolare rilevanza sanitaria e ambientale in quanto sostanze “estremamente preoccupanti” nel quadro regolamentare europeo.
Rispetto al passato, sono stati considerati anche i biocidi, nel caso in cui le sostanze coincidono con quelle utilizzate nei prodotti fitosanitari. Un maggior risalto viene poi dato ai prodotti di degradazione, tuttora poco considerati nei programmi di monitoraggio.

Redazione InSic

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