In luglio si è chiuso il processo Pirelli ad 11 ex dirigenti della azienda, membri del consiglio di amministrazione della Pirelli tra il 1979 e il 1989, condannati dal giudice della sesta sezione penale del Tribunale di Milano, Raffaele Martorelli, a pene fino a sette anni e otto mesi di reclusione per omicidio colposo, in relazione a una ventina di casi di operai morti per forme tumorali provocate dall’esposizione all’amianto negli stabilimenti milanesi di viale Sarca e via Ripamonti, tra gli anni ’70 e gli anni ’80.
Ora INAIL riporta della requisitoria del processo “Pirelli bis”: il pm Maurizio Ascione ha chiesto sette richieste di condanna, comprese tra quattro anni e sei mesi e nove anni di reclusione, e tre richieste di assoluzione a carico di dieci ex dirigenti della Pirelli, imputati a vario titolo dei reati di concorso in omicidio colposo e lesioni gravissime in relazione a 28 casi di operai morti o che si sono ammalati di forme tumorali asbesto-correlate
Per il pm Ascione gli operai si sono ammalati – e alcuni in seguito sono morti – a causa dell’inalazione delle fibre di amianto presenti negli stabilimenti milanesi della Pirelli tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Le precauzioni, per il magistrato, non erano adeguate, ma l’azienda disponeva di “tutte le strutture tecnologiche e organizzative per far fronte al rischio amianto”.
Secondo Ascione per 14 di loro la correlazione con l’esposizione all’amianto “è accertata”, mentre per l’altra metà “non è chiara”.
La prossima udienza è fissata per il 5 ottobre, per sentire gli avvocati di parte civile, mentre la sentenza è prevista prima della fine dell’anno. Nel frattempo sono attese le motivazioni delle condanne del primo processo.
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