L’elenco completo delle sostanze chimiche pericolose per la tutela ambientale

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La dose assorbita di una sostanza chimica è probabilmente già di per sé il principale fattore che indica se quella sostanza sarà pericolosa o no. La quantità che può risultare pericolosa varia da sostanza a sostanza.
Gli agenti chimici sono tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, prodotti intenzionalmente o no e immessi o no sul mercato.
Gli agenti chimici pericolosi comprendono le sostanze pericolose (D.Lgs. 52/97) e i preparati pericolosi (D.Lgs. 95/2003).
La protezione da agenti chimici è disciplinata dal Capo I del Titolo IX del D.lgs. 81/08.
Gli agenti chimici pericolosi da considerare nella valutazione dei rischi non sono solamente le materie prime e i prodotti finali, ma anche tutti i prodotti intermedi legati alle diverse fasi del ciclo produttivo.

Cosa sono le sostanze chimiche e quando possono essere pericolose?

Ogni cosa nel mondo fisico che ci circonda è costituito da sostanze chimiche: la terra su cui noi camminiamo, il cibo che mangiamo, le automobili che guidiamo, le case in cui viviamo sono tutte fatte di sostanze chimiche. Gli organismi viventi, come le piante, gli animali e gli uomini, sono anch’essi costituiti da sostanze chimiche (naturali).
Alcune sostanze chimiche con le quali entriamo quotidianamente in contatto sono artificiali. Queste comprendono alcuni farmaci, cosmetici, prodotti utilizzati sul lavoro, detergenti per le pulizie domestiche e così via. Un numero ancora maggiore di prodotti chimici ai quali siamo esposti hanno origine naturale e si trovano nei nostri cibi, nell’aria e nell’acqua. Vi sono molti più prodotti chimici di origine naturale rispetto a quelli di origine artificiale. Entrambe le fattispecie, naturale ed artificiale, possono risultare pericolose (=velenose).

Quali sono i fattori che possono influenza il livello di pericolosità delle sostanze chimiche?

Vi sono parecchi fattori che possono influenzare il livello di pericolosità di una sostanza chimica. Questi fattori possono essere:
• la via di esposizione;
• la quantità (o dose) assorbita;
• la tossicità della sostanza;
• la capacità di metabolizzazione;
• la variabilità biologica.

Nessuna sostanza chimica può manifestare il suo effetto se prima non entra in contatto con l’organismo o vi penetra.

Quali sono le principali vie di esposizione delle sostanze chimiche?

In ambiente lavorativo, l’esposizione di solito avviene per inalazione, secondariamente per contatto con gli occhi o con la pelle e per ingestione.

L’inalazione di una sostanza chimica pericolosa

L’inalazione è il tipo più comune di esposizione in ambiente lavorativo: accade quando si respira una sostanza nei polmoni, penetra nelle ramificazioni principali (chiamate bronchi) ed arriva agli alveoli che sono alle estremità delle vie aeree. Gli alveoli assorbono l’ossigeno e possono assorbire altri prodotti chimici nella circolazione sanguigna. Alcuni prodotti chimici sono irritanti e causano irritazione della gola o del naso. Possono anche causare disagio, tosse, o dolore alla cassa toracica, quando sono inalati ed entrano in contatto con i bronchi (bronchite chimica). Altri prodotti chimici possono essere inalati senza causare tale sintomatologia, ma possono essere comunque pericolosi.

A volte un prodotto chimico è presente nell’aria come piccole particelle (polvere o nebbia). Alcune di queste particelle, secondo le loro dimensioni, possono essere depositate nei bronchi e/o negli alveoli e, sebbene molte di loro possono essere nuovamente espulse (con un colpo di tosse), altre possono rimanere nei polmoni e possono causare danno. Alcune particelle possono dissolversi ed essere assorbite nella circolazione sanguigna e procurare effetti altrove.

Il contatto con la pelle di una sostanza chimica pericolosa

Il contatto con la pelle è generalmente la seconda via principale di esposizione.
La pelle è una barriera protettiva. Tuttavia, alcuni prodotti chimici possono passare facilmente attraverso la pelle ed entrare nella circolazione sanguigna, in primo luogo se la pelle è tagliata o spezzata, e poi alcune sostanze caustiche, come gli acidi e gli alcali forti, possono chimicamente bruciare la pelle, altri possono irritare la pelle, molti prodotti chimici, specialmente i solventi organici, “lavano” la protezione naturale della pelle, lasciandola asciutta e suscettibile all’infezione ed all’assorbimento dei prodotti chimici.
Il contatto con gli occhi è altrettanto pericoloso: alcuni prodotti chimici possono bruciare o irritare l’occhio, possono essere assorbiti ed entrare nella circolazione sanguigna. Gli occhi sono danneggiati facilmente dai prodotti chimici, tanto che il contatto di prodotti chimici con gli occhi dovrebbe essere preso come un infortunio serio.

L’ingestione di una sostanza chimica pericolosa

L’ingestione è la meno comune fonte di esposizione sul posto di lavoro. I prodotti chimici possono essere ingeriti se sono lasciati sulle mani, sui vestiti o sulla barba, o contaminare casualmente gli alimenti, le bevande o le sigarette. I prodotti chimici presenti nel posto di lavoro come polvere, per esempio piombo o cadmio metallici, sono facilmente ingeriti.

Quando una sostanza è pericolosa?

La dose assorbita di una sostanza chimica è probabilmente già di per sé il principale fattore che indica se quella sostanza sarà pericolosa o no. La quantità che può risultare pericolosa varia da sostanza a sostanza.
Vi è la tendenza a pensare alle sostanze chimiche suddividendole nelle due categorie, quelle pericolose (o “tossiche”) e quelle innocue. Queste categorie sono utilizzate per convenienza, ma generalmente si sottintende che la tossicità o la sua assenza siano considerate proprietà della sostanza del tipo “tutto o niente”.
Questa concezione è errata perché qualsiasi sostanza chimica può essere tossica se viene introdotta in dose sufficiente nel corpo umano. Mettendola in un altro modo, tutte le sostanze chimiche possono essere tossiche: è la quantità o la dose assorbita che determina se si manifesteranno effetti dannosi oppure no.

Quando una sostanza è tossica?

La tossicità di una sostanza è la misura della capacità nociva di una sostanza chimica. Prodotti debolmente tossici richiedono grandi dosi per causare effetti nocivi. Prodotti molto tossici necessitano di piccole dosi per essere nocive.
I tossicologi spesso usano test su animali per determinare se dosi più o meno grandi causano effetti tossici. Uno di questi test è la determinazione della dose di una sostanza chimica che causa la morte del 50% degli animali su cui si effettua la sperimentazione. Questo test viene chiamato “Lethal Dose 50” (LD50).
La pericolosità di una particolare sostanza è quindi determinata non dall’esposizione alla stessa ma all’esposizione ad una quantità troppo alta della stessa.

Qual è la differenza tra tossicità, pericolosità e rischio?

Vi è la tendenza a credere che quando è sufficiente una piccola quantità di sostanza per causare un effetto tossico, questa sostanza è molto rischiosa. Questo non è necessariamente sempre vero. Una sostanza altamente tossica può essere associata ad un basso livello di rischio se viene utilizzata con le dovute precauzioni e con attenzione. D’altro canto, è possibile che un prodotto chimico con un basso livello di tossicità possa presentare un alto livello di rischio se utilizzato in modo inaccurato o inappropriatamente.

La tossicità è la misura della capacità nociva della sostanza ed è una sua propria caratteristica (la sua pericolosità)). Il rischio non è la stessa cosa, è una variabile: è dato dalla sua tossicità, dalle quantità e/o dal modo con i quali verrà una certa sostanza sarà utilizzata, maneggiata o depositata, dal livello di esposizione (cioè dalla dose e da quanto viene assorbita) e dal tempo si esposizione, dalle caratteristiche del soggetto esposto (dalla sua sensibilità, cioè come un soggetto reagisce ad un determinato stimolo rispetto ad un altro soggetto), da altri fattori ambientali, la cui azione può essere antagonista o sinergica alla tossicità della sostanza.
La pericolosità non può essere cambiata, ma il rischio può essere controllato e minimizzato.

Le sostanze pericolose e le sostanze tossiche o nocive

È utile distinguere tra sostanze che possono provocare fenomeni lesivi acuti e dirompenti con meccanismi aspecifici (le cosiddette “sostanze pericolose“: esplosivi, infiammabili, irritanti, corrosivi, ecc.) e sostanze che possono provocare effetti lesivi acuti o cronici mediati da meccanismi specifici (le cosiddette sostanze tossiche o nocive). Tra le sostanze nocive si possono ulteriormente distinguere:

• i tossici: sostanze in grado di provocare lesioni delle cellule dell’organismo e di alterare così una o più funzioni biologiche;
• i mutageni: sostanze capaci di modificare il patrimonio genetico delle cellule inducendo così lesioni cellulari trasmissibili da una cellula a quelle da lei derivate;
• i cancerogeni: sostanze capaci di indurre la formazione di tumori;
• i teratogeni: sostanze che agendo sull’embrione durante il suo sviluppo intrauterino possono alterarne lo sviluppo, inducendo malformazioni;
• gli allergeni: sostanze in grado di provocare patologia allergica nei soggetti predisposti.

Qual è la normativa in materia di sostanze chimiche pericolose?

Il D.Lgs. 81/2008 regolamenta, al Capo I del Titolo IX, la protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro.
La materia era già stata trattata dal D.Lgs. 2 febbraio 2002, n. 25, che aveva modificato il testo originario del D.Lgs. 626/1994, in attuazione della direttiva 98/24/CE.
Con le disposizioni di cui agli artt. 221 e ss. vengono determinati i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o che possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o come risultato di ogni attività lavorativa che comporti la presenza di agenti chimici.
La normativa si applica a tutti gli agenti chimici pericolosi presenti sul luogo di lavoro vale a dire in ogni attività lavorativa, fatte salve le disposizioni relative agli agenti chimici per i quali valgono provvedimenti di protezione radiologica regolamentati dal decreto legislativo del 17 marzo 1995, n. 230, e successive modificazioni. Le disposizioni del presente Capo non si applicano alle attività comportanti esposizione ad amianto che restano disciplinate dalle specifiche norme (vedi Capo III del Titolo IX).

Recentemente la normativa si è arricchita di una nuova disposizione di legge, il D.Lgs. 15 febbraio 2016 n. 39, Attuazione della direttiva 2014/27/UE, il quale allinea il testo del D.Lgs. 81/2008 al regolamento CE n. 1272/2008, relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele. La Direttiva comunitaria modifica le precedenti direttive 92/58/CEE, 92/85/CEE, 94/33/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio.

I Regolamenti CLP e REACH

Dal giugno 2015 i criteri di classificazione delle sostanze pericolose sono quelli definiti dal regolamento CLP (Regolamento CE n. 1272/2008), che ha definitivamente sostituito i criteri definiti dalle vecchie direttive europee. Il Regolamento CLP è relativo alla classificazione, all’etichettatura ed all’imballaggio delle sostanze e delle miscele.

Il Regolamento REACH (Regolamento CE 1907/2006) concerne la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche prodotte o importate nel territorio dell’Unione Europea in quantità pari o superiore ad 1 ton/anno.
Questi due regolamenti sono normative di prodotti, e si differenziano in modo sostanziale dal D.Lgs. 81/2008 (che è una direttiva “sociale”) integrandolo e completandolo.
Successivamente, è stato pubblicato il Decreto Legislativo 15 febbraio 2016, n. 39, in attuazione della direttiva europea 2014/27/UE sulla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele, per allineamento con il regolamento CE n. 1272/2008.

L’elenco delle sostanze chimiche pericolose

L’elenco delle banche dati di sostanze chimiche pericolose sono disponibili sul portale dell’ECHA esul portale REACH del governo Italiano.

Per saperne di più:

La valutazione del rischio chimico
A cura di Fulvio D’orsi, Giacomo Guerriero e Eva Pietrantonio

Sostanze chimiche pericolose: classificazione ed etichettatura
A cura di Fulvio D’orsi ed Eva Pietrantonio

Redazione InSic

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