Sostanze lesive dell’ozono, un report dell’Agenzia europea dell’ambiente

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Pubblichiamo il commento riportato dall’ARPAT al Rapporto 2013 dell’EEA (Agenzia europea dell’ambiente), diffuso in Giugno, sull’importazione, esportazione, distruzione e uso di sostanze che riducono lo strato di ozono



Nel 1989 è entrato in vigore il protocollo di Montreal che ha l’obiettivo di eliminare gradualmente la produzione e l’uso di quelle sostanze che contribuiscono al danneggiamento dello strato d’ozono. In Europa, l’uso e il commercio di queste sostanze è regolato dal Regolamento (CE) 1005/2009 (ODS Regulation) che stabilisce le norme in materia di produzione, importazione, esportazione, immissione sul mercato, uso, recupero, riciclo, rigenerazione e distruzione delle sostanze che riducono lo strato di ozono e dei prodotti e apparecchiature che contengono o dipendono da tali sostanze.
Il report appena pubblicato sintetizza i dati più recenti relativamente al regolamento 1005 e dà uno sguardo all’andamento 2006-2012. Le informazioni fornite dalle aziende sono riservate e per questo il report fornisce solo dati aggregati.
– La produzione di queste sostanze in Europea continua a diminuire dal 2006 (significativo calo a causa della crisi economica del 2009). La produzione in Europa è quasi esclusivamente per utilizzo di materia prima.
– La quantità di sostanze importate è diminuita stabilmente tra il 2006 e il 2010 (da 18608 a 8880 tonnellate, mentre dal 2010 al 2012 la quantità è stata relativamente costante.
– Nel 2012 la quantità di sostanze esportate ha continuato a diminuire dal 2006; nel 2012 è stata approssimativamente 1700 tonnellate in meno rispetto al 2011.

In Italia è stato inoltre, recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Dlgs 13 settembre 2013, n. 108 recante la Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni derivanti dal Regolamento (CE) n. 1005/2009 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono. A partire dall’entrata in vigore del Decreto (12/10/2013) si applicheranno le nuove sanzioni (che arrivano sino a tre anni di arresto e ad euro 150.000 di ammenda).

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Redazione InSic

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