Trivellazioni, pile e sostanze radioattive: i temi del Consiglio dei Ministri

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Durante il Consiglio dei Ministri dello scorso 10 febbraio, il Governo ha approvato diversi provvedimenti in materia di sicurezza, tutela ambientale e antincendio. Molti i temi trattati, dal referendum sulle Trivellazioni al decreto su Pile e batterie al cadmio. Dal decreto sulle attrezzature a pressione quello sulle sostanze radioattive in acqua, nonché per il settore antincendio, il decreto legislativo sulle attrezzature a pressione (vedi il nostro approfondimento).

Per quanto concerne, in particolare, la materia ambientale segnaliamo innanzitutto l’approvazione il decreto per l’indizione del referendum popolare sulle Trivelle.
Il Referendum è relativo all’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale. La consultazione si terrà il 17 aprile 2016.

Batterie e accumulatori al cadmio
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo (in esame definitivo) di attuazione della direttiva 2013/56/UE che modifica la direttiva 2006/66/CE sulle pile, gli accumulatori e i relativi rifiuti di questi prodotti. In tal modo l’Italia cerca di risolvere la procedura d’infrazione 439/2015, avviata per il mancato recepimento della direttiva europea 56/2013.
Il Decreto era stato approvato in esame preliminare durante il Consiglio dei Ministri del 12 ottobre 2015 (vedi il nostro aggiornamento), ed ora arriva all’esame finale.
Nel Decreto legislativo di prossima pubblicazione si sopprime la deroga all’immissione sul mercato di pile a bottone con tenore di mercurio non superiore al 2% in peso: non sarà dunque più possibile commercializzarle, a decorrere dalla data dell’entrata in vigore del decreto. Inoltre, prevede, sempre in linea con la direttiva europea, un regime transitorio per posticipare al 31 dicembre 2016 la deroga relativa al divieto di immissione sul mercato delle pile e degli accumulatori portatili destinati ad essere utilizzati negli utensili elettrici senza fili, per consentire agli operatori economici dell’intera filiera di adeguarsi alle nuove tecnologie sostitutive. Infine, stabilisce un termine di sei mesi per permettere ai produttori di conformarsi all’obbligo di fornire istruzioni sulla corretta rimozione dei rifiuti di pile e accumulatori ai professionisti qualificati indipendenti.

Sostanze radioattive in acqua
Il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame definitivo il decreto legislativo di attuazione della direttiva 2013/51/EURATOM che stabilisce i requisiti che devono possedere, ai fini della tutela della salute della popolazione, le acque destinate al consumo umano, relativamente alle sostanze radioattive sia di origine naturale (dovuta cioè al decadimento di atomi di isotopi radioattivi che si trovano normalmente in natura) che artificiale (dovuta cioè al decadimento di atomi di isotopi radioattivi prodotti da alcune attività tecnico-industriali).
Si tratta del Decreto legislativo che fu approvato in via preliminare nel novembre scorso (vedi il nostro aggiornamento)
Spiega il Governo, che il controllo delle acque, peraltro obbligatorio, effettuato attraverso il monitoraggio dei valori di parametro, verrà svolto dalle Regioni attraverso un programma di controllo, approvato dal Ministero della salute, che garantirà la valutazione dei rischi per la popolazione e la adozione delle misure cautelative qualora il superamento di tali valori di parametro rappresenti un rischio per la salute.
Il provvedimento consentirà di ottenere una serie di informazioni di monitoraggio coerenti e uniformi sul territorio assicurando così la conformità ai principi di radioprotezione. Il Ministro della salute, sentita la Conferenza Stato-Regioni, fornirà specifiche indicazioni operative per garantire uniformità e coerenza di applicazione del decreto nel territorio nazionale.
Nel Decreto, conclude il Governo, sono previste sanzioni amministrative pecuniarie per i gestori che non effettuano i controlli o che non ottemperano agli obblighi di comunicazione previsti; le ASL provvederanno all’accertamento delle violazioni e le regioni e provincie autonome all’irrogazione delle sanzioni.

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Redazione InSic

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